Tu vuoi fare l’americano, di GLG

gianfranco

 

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non ho alcun dubbio sul fatto che chiunque si schieri dalla parte degli USA, qualunque sia l’establishment americano appoggiato (da cui si prendono ordini, non raccontiamo balle), è un nemico dell’autonomia italiana e di una nuova politica estera utile agli interessi nostri (come anche degli altri paesi europei). E non è solo la Lega che “lega” con (cioè “si lega” a) gli Stati Uniti. Si vedano anche le recenti dichiarazioni della Meloni, tutta raggiante per essere accreditata dagli stessi ambienti trumpiani. Nel contempo, sia chiaro che siamo ben contenti della frattura tra vecchio e nuovo establishment statunitense; che comporta anche lo scontro tra i vecchi vertici della UE e quelli che premono per prenderne il posto o comunque avere molta voce in capitolo con le elezioni di maggio. L’importante è non credere che vi sia scontro tra élite e la “pancia” (popolare) dei vari paesi. Si tratta pur sempre – in una crisi mondiale che si aggraverà sempre più con la crescita del multipolarismo e la disarticolazione della falsa “globalizzazione” (mai avutasi, salvo un decennio o poco più in cui si era pensato al monocentrismo USA, finito nei primi anni del XXI secolo) – di una lotta tra strategie diverse di settori di vertice dell’“occidente” che, tutti, sono per un predominio statunitense in quest’area del globo, ma con un tentativo di rivedere pure i rapporti di forza tra i vari servi del paese preminente. E tale revisione implica appunto l’appoggio dei diversi schieramenti politici nei vari paesi della UE a questo o quello dei settori di vertice in lotta accanita per il controllo del paese “padrone”. A noi questo scontro sta benissimo e, in linea generale, si è meno sfavorevoli al nuovo establishment, ancora in svantaggio (difficile capirne la reale portata) rispetto al precedente, che si pensava non avesse alternative fino a certi insuccessi della “politica del caos” obamiana a partire dal 2011 (mentre all’inizio tale strategia sembrava poter accentuare il predominio degli USA). Certamente, però, non possiamo minimamente accettare la politica trumpiana tesa al consolidamento del potere USA nel “cortile di casa”. Quindi, lo ripeto: sono tutti nostri nemici; solo che, in mancanza di reali forze politiche alternative, si dovrà per un tempo imprevedibile considerare con minore avversione il nuovo establishment ancora in condizioni di svantaggio, che sembra però diminuire (non in modo certo e definitivo).