Aggressori e aggrediti.

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Gli uomini sono delle canaglie, i grandi uomini di potere lo sono anche di più ma non sono canaglie qualsiasi. Tutti coloro che sono entrati nella storia hanno dovuto prendere decisioni drammatiche e drastiche, di vita o di morte, per se stessi, gli amici e i nemici. I più grandi protagonisti della Storia sono grandi in ogni senso, sia nei difetti che nelle virtù. Non esiste grand’uomo politico che non possa essere accusato di una qualche scelta delittuosa eppure inevitabile anche con tutti gli eccessi, a volte sfuggiti di mano. Che costui non sia stato giudicato colpevole dai suoi contemporanei o posteri di qualche nefandezza non vuol dire che non ne abbia commessa alcuna. Se c’è o c’è stato qualcuno considerato solo buono e pacifico di fronte ai tempi è per agiografia o geografia periferica del suo personaggio. Chi non si sporca le mani non ha le mani, forse dispone di lingua lunga e nient’altro. Nietzsche diceva: “Non si ha forse il diritto di annoverare tutti gli uomini grandi fra i malvagi? Questo non può essere dimostrato per i singoli casi. Spesso riuscirono a condurre magistralmente un gioco di nascondimenti, fino ad assumere le pose
e le apparenze delle grandi virtù. Spesso onorarono le virtù con serietà e con un’appassionata durezza verso se stessi, ma per crudeltà e ciò inganna,visto da lontano.Molti si fraintesero: non di rado un grande compito esige grandi qualità, per esempio la giustizia. L’essenziale è questo: i più grandi hanno forse anche grandi virtù, ma allora hanno pure le qualita opposte. Io credo che dalla presenza dei contrasti e dal sentirli nasca appunto l’uomo grande, l ‘arco teso con forza”.
Per questo gli sciocchi o opportunisti – questi sì veramente malevoli perché corrotti nel cervello – i quali insultano il coraggio e la reazione dei Capi, chiamati macellai per aver usato le armi, anche anticipando le aggressioni degli avversari, pur di non sottomettersi, meritano solo disprezzo. Sono questi ultimi quelli che fanno il pieno d’arroganza e carneficina dell’intelligenza.
Sentiamo spesso citare il genio di Machiavelli. Ma in troppi dimenticano che tra i suoi insegnamenti c’era proprio quello di fare agli altri ciò che non avresti voluto fosse fatto a te: “Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e’ mezzi sempre fieno iudicati onorevoli e da ciascuno saranno laudati; perché el vulgo ne va preso con quello che pare e con lo evento della cosa: e nel mondo non è se non vulgo, e’ pochi non ci hanno luogo quando gli assai hanno dove appoggiarsi. Alcuno principe de’ presenti tempi, il quale non è bene nominare, non predica mai altro che pace e fede, e dell’una e dell’altra è inimicissimo: e l’una e l’altra, quando e’ l’avessi osservata, gli arebbe più volte tolto e la riputazione e lo stato”.
Vanno, dunque, compiute tutte quelle azioni, “perché gli altri non ci prevengano per togliere agli altri la possibilita di farle a noi”.
Questa è la politica, quella seria. Tacciano gli ignoranti convinti di poter classificare aggrediti e aggressori facendo principiare i loro falsi ragionamenti da dove più conviene a loro. La politica è affare importante che non può essere lasciato agli improvvisatori e agli impostori, i quali da una dichiarata chiarezza del bene producono un’autentica pozza di fango.