I demoni dentro di noi

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L’intolleranza democratica è ormai giunta al parossismo. È un totalitarismo che non ammette nemmeno una vox clamantis in deserto. A dire il vero, la gran parte della popolazione ha dimostrato di non condividere l’ossessione bellicista che domina in Europa ma l’occupazione egemonica dei media e delle istituzioni ha creato un mondo parallelo dove i guerrafondai asserviti agli USA, che non hanno concreta presa sulla società, si autoconvincono, in virtù di un pieno possesso dei veicoli comunicativi e di contenuti artificiosi, di avere in pugno la realtà. Ma quest’ultima si è già incaricata più volte di smentirli nonostante lorsignori fingano di non sentirci da questo orecchio continuando a schiumare di rabbia per ogni voce dissonante. È capitato con i vari Rovelli, Orsini e persino il Papa trattati da mentecatti per non aver aderito al megafono unico della guerra contro la barbarie dell’invasore russo. Tutti devono accettare la narrazione secondo la quale c’è un aggredito buono che ha ragione e un aggressore mostruoso che ha torto. Una simile banalità ottenuta isolando i fatti attuali da ogni precedente, passato e recente, abolisce lo spazio e il tempo della Storia, obliterando le dinamiche sociali le quali si evolvono con una certa durata che trascina contrasti e conflitti perduranti anche per più generazioni. Con la rimozione di scontri, invasioni e ingerenze di altre fasi e epoche quelli che si definiscono difensori dei deboli, pur essendo prevalenti e prevaricanti, pretendono di seppellire le loro coscienze sporcate dai secoli e fino ai nostri giorni. È il miserabile camouflage adottato dalle bestie feroci per sbranare il prossimo avvicinandosi ad esso con il passo dell’animale docile. Ora è toccato agli ucraini che ormai non decidono più nulla e non sono più padroni nemmeno di contrattare la loro salvezza. Devono resistere anche a costo di scomparire dalla faccia della terra nonostante sussistano ancora soluzioni diplomatiche che consentirebbero di fermare il bagno di sangue. Anche su questo però ci sarebbe da obiettare. Giustamente, afferma Noam Chomsky: “La Russia sta combattendo in modo più umano di quanto abbiano fatto gli Stati Uniti in Iraq”. È innegabile che sia così benché lo show giornalistico si affanni a raccontare la peggiore ecatombe di sempre che però si svolge sulle rotative piuttosto che nella vita vera. Qualsiasi efferatezza i russi abbiano commesso o commetteranno in futuro resteranno sempre molti gradini sotto agli occidentali posizionati da secoli in cima alla scala della ferocia, tanto che ogni crimine ci sembra un déjà vu. Ovviamente, si tratta di una mera constatazione e non di una giustificazione. Occorre però gettare finalmente la maschera e guardarsi in faccia senza infingimenti. Se ci convinciamo che gli altri siano demoni allora i demoni li abbiamo dentro di noi.