Il cannone di Draghi di G. Duchini

bce

 

La deflazione è ormai un fenomeno  storico nelle sue linee di fondo,  con una produzione sempre più a prezzi decrescenti effetto di un avvitarsi verso il basso dello sviluppo industriale per causa non ultima della rivoluzione tecnologica che riduce sempre più l’occupazione.

Questa corsa al ribasso dei prezzi è la chiave di lettura più convincente della sparizione dell’inflazione oltre alla naturale compressione della domanda con l’effetto del crescere della disoccupazione e della compressione dei salari degli occupati; come conseguenza ovvia  è impossibile che i prezzi possano salire.

Con il cannone di Draghi del Qe(Quantitative easing) puntato sull’economia europea avrà  un effetto  nullo. Si dice  che  l’obbiettivo della manovra sia quello di stimolare gli investimenti produttivi facilitando l’accesso al credito per le imprese e le famiglie. Ma difficilmente gli investimenti produttivi potranno ripartire per la semplice ragione che gli imprenditori non possono aumentare la capacità degli impianti se non trovano i clienti per i loro prodotti.

Draghi ha lanciato come una bomba l’offensiva alla bassa crescita ed alla deflazione con finale delle borse a sorpresa (il 10 /3/16): la borsa di Milano ha reagito subito passando dal +4% e sgonfiandosi subito nella chiusura a -0,5% e con Francoforte al -2,3%. Ciò a significare l’estrema volatività delle borse oltre alla misure illusorie di Draghi che continua a scambiare lucciole per lanterne.

La Bri(Banca dei regolamenti internazionali) è considerata la banca centrale delle banche centrali (circa 60) e con previsioni per il 2016 catastrofici. Il 2016 potrebbe essere peggiore del 2008. La Bce ha perso completamente il suo ruolo di banca centrale anzi non conta più ed i mercati non si fidano più e si rischia il caos.

Il rallentamento dei Bric (Brasile, Russia, India e Cina) nell’export, sta portando ad un calo della domanda dei paesi esportatori dei quali gli Usa e parte dell’Europa sono i leader (Germania, Italia, Francia).

A questo punto che cosa può fare la Fed nel caso che si profili un calo dell’occupazione e dei consumi in Usa (ma non solo) è al seguito delle dichiarazioni accomodanti di Yellen (presidente della Fed) su un possibile rinvio degli aumenti dei tassi di interessi e forse di una nuova importante immissione di liquidità. Nel caso che la Fed propendesse verso quest’ultima soluzione si avrebbe un impennata di volatività dei mercati finanziari con un sistema finanziario globale enorme accresciuto dalla liquidità della Bce.

Che cosa spingono i governanti a misure così apparentemente illusorie come può essere l’immissione della moneta a sostituire uno sviluppo economico fatto di innovazioni di prodotti, un quesito essenziale che va ricercato nel fatto “che non esiste alcuna oggettiva e deterministica deriva parassitaria della finanza; come essa non sia necessariamente padrona della situazione in ogni congiuntura;….Il capitale finanziario è in definitiva espressione sintetica – e solo in questo senso la impiego- per indicare i flussi conflittuali che scorrono nel reticolo di rapporti tra gruppi strategici in lotta per la preminenza con l’”arma” del denaro (nelle sue svariate forme), flussi che si condensano (cosificano) in apparati vari di grandi dimensioni attuanti operazioni particolari”. (cfr.G.La Grassa, “Finanza e Poteri).