Il voto in Austria

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I risultati delle elezioni austriache dovrebbero aprire gli occhi all’Europa. Più della metà degli abitanti che vive nel Paese ha scelto i nazionalisti di Norbert Hofer. Lo scrutinio è stato capovolto a favore dei Verdi di Van der Bellen grazie ai suffragi per corrispondenza e per appena 31.000 voti di scarto.
I filoeuropei che esultano per il voto postale raggiungono cime abissali di ridicolaggine. Qualcuno parla di brogli e ne ha ben donde. In alcune sezioni risulterebbero più schede che aventi diritto. La retorica libertaria dell’Ue non coincide con i suoi magheggi nelle urne. Se passa il concetto che le elezioni valgono soltanto quando vincono i partiti di sistema, le soluzioni di forza diverranno l’unico modo per modificare il corso delle cose. L’arroganza di Bruxelles ridesterà i bassi istinti che covano sotto il malcontento generale. La rabbia abbatterà certe scenografie democratiche allestite da oligarchie antipopolari che badano unicamente ai loro affari e a quelli imposti dagli americani. Se opzione autoritaria deve essere, sia almeno rivolta a preservare l’autodeterminazione europea contro le ingerenze esterne che ne inibiscono lo sviluppo economico e l’indipendenza geopolitica. Il dispotismo comunitario odierno fa esattamente il contrario di questo. I palazzi del potere brussellesi sono troppi distanti dal “continente reale” per capire la portata dei suoi drammi. I cittadini europei sono stanchi degli approcci ideologici coi quali i burocrati comunitari affrontano le criticità collettive senza dare risposte ai problemi concreti. Di questo passo l’edifico crollerà, anche se l’attesa potrebbe non essere breve.
Vorrei ricordare che l’Ue ha un brutto precedente con l’Austria. Qualche decennio fa, quando Haider rischiava di affermarsi alla guida della nazione, l’Unione minacciò tre provvedimenti ritorsivi: 1) non accettazione di nessun contatto ufficiale bilaterale a livello politico; 2) nessun appoggio a candidati austriaci nelle organizzazioni internazionali; 3) rifiuto delle Capitali europee a ricevere gli ambasciatori austriaci se non a livello tecnico.
Dalle intimidazioni si è ora passati agli imbrogli preventivi.
Quando l’Ue parla di democrazia, da oggi in poi, toccatevi i genitali e fate gli scongiuri.