IN UCRAINA SI VOTA, PER MODO DI DIRE

odessa

IN UCRAINA SI VOTA, PER MODO DI DIRE

In Ucraina va in scena la democrazia ed è uno spettacolo comico. In lizza per il comando ci sono solo ricchi sfondati. I due favoriti, Poroshenko e Timoshenko, sono due oligarshenko divenuti tali con rapine ai danni dello Stato negli anni ‘90, i sedicenti volti nuovi del regime sono vecchi arnesi del passato che hanno già ricoperto importanti cariche esecutive nelle istituzioni dando il peggio di loro stessi, arraffando a più non posso mentre gli ucraini andavano avanti a stenti e patimenti. Si vota nel mezzo di una operazione punitiva nel Sud-Est che ha fatto migliaia di morti, due regioni si sono dichiarate indipendenti dopo un referendum molto sentito e partecipato, le sedi elettorali sono chiuse o irraggiungibili, quelle aperte restano quasi deserte, la gran parte degli aventi diritto se ne sta a casa perché non si sente rappresentata da nessun partito e da nessun candidato, l’opposizione alla junta golpista si è ritirata dopo atti di violenza e intimidazione, i risultati, in questo clima di terrore e di disordine, vengono dati per scontati, la bassa affluenza non invaliderà l’esito delle partita perché, qualche giorno fa, Kiev ha approvato una legge che ha abbassato il requisito per la validazione delle consultazioni, se i satrapi in lista si votassero tra loro con il supporto di qualche fedelissimo uscirebbe comunque un vincitore e questo sarebbe in ogni caso Bunny Cioccolato, come è stato deciso dalla “commissione elettorale” di Washington.
Gli altri aspiranti presidenti si dovranno accontentare di denunciare brogli per alzare il prezzo al quale si venderanno. La Timoshenko o accetterà la regolarità della competizione portando in parlamento i suoi ricatti (Poroshenko controlla meno deputati della Pasionaria), oppure tornerà sulle barricate, che non sono state smantellate proprio in previsione di una Majdan 3, la riscossa della vendetta di una rivoluzione eterodiretta.
A questo caos generale si aggiunga che gli uffici informatici di Kiev sono stati violati dagli hacker. In una mail il ministro degli interni Avakov aveva fatto sapere che la conta dei voti sarebbe avvenuta manualmente per i problemi informatici di cui sopra, poi invece ha negato la paternità del messaggio sostenendo che la sua posta elettronica era stata violata. La sconfessione conferma che gli hacker hanno fatto un ottimo lavoro e che Avakov è la caricatura di un ministro.
Insomma, questa è la democrazia in Ucraina dove il popolo rappresenta l’ornamento inutile di un potere che ha già deciso tutto prima. La democrazia in Ucraina è l’oligarchia che ha trovato rifugio dietro la tendina di una cabina elettorale allestita male. Cosa dite? Sì…è vero, proprio come da noi che però siamo dei professionisti della truffa ed abbiamo perfezionato l’arrocco dei prepotenti dietro al popolo.