Le teste di cozza

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Le teste di cozza

Conosco bene Egnazia. Ci sono nato tra quegli scavi e in mezzo alle antiche rovine di una civiltà dalla quale discendono i mie avi. Lì accanto passa quel che rimane dell’antica via Traiana, la strada riaffiora qui e lì tra l’asfalto e i campi incolti ma ancora si riconoscono i solchi delle carrozze che, in varie epoche, viaggiavano tra Roma e Brindisi. Non conosco invece Borgo Egnazia, Resort di lusso oggi divenuto persino un francobollo commemorativo. Non c’era luogo più adatto per questo G7 di finzione nella finzione. Certi grandi sono tali ormai solo negli Studios. Da un lato ruderi veri, dall’altro la riproduzione di un villaggio che secondo gli stessi proprietari della struttura “it is nowherelse” (non è da nessuna altra parte o meglio da nessuna parte) e dentro la decadenza politica di un Occidente ormai fuori dal mondo, ridotto a parodia e in mano a delle cime di rapa. La Puglia come metafora delle teste di cozza internazionali.