Marchionne: la differenza tra l’uomo e la funzione. Di GLG

gianfranco

Come personalità Marchionne mi è indifferente. Tuttavia, come essere umano, che si dice essere in fin di vita, provo dispiacere per lui. Anche perché mi par di capire che si tratta di precipitazione abbastanza improvvisa dell’evento; o comunque più veloce di ogni aspettativa. E poi, bisogna essere sinceri: quando conosciamo, sia pure per sommi capi, quanto sta capitando ad un uomo che si avvicina all’“esito supremo”, non possiamo non sentirci investiti dallo spiacevole pensiero che è sorte comune, quindi anche nostra. E quanto più l’età è avanzata, tanto più avvertiamo che quell’accadimento ci è vicino. Tendiamo, e forse un po’ stupidamente, a evitare di pensarci; e se anche ci pensiamo, evitiamo di parlarne. E se qualcuno ne accenna, gli altri dicono: “ma dai, cosa vai a rimuginare, lascia perdere; e via dicendo”. Invece è bene afferrare il problema. Quando nasciamo, iniziamo il viaggio “in mare aperto” alla guisa di Colombo. Solo che non abbiamo in testa, come lui, di andare a trovare una via più corta per le Indie; e nemmeno scopriremo per caso l’America. Semplicemente viaggiamo in un mare calmo o procelloso a seconda del vento che tirerà e della cui forza e direzione non sapremo mai un gran che. Poi andremo a sbattere su uno scoglio (magari sorto improvvisamente dai fondali marini) e avremo concluso il viaggio. Incontreremo comunque lo scoglio o prima o poi. Quindi pensiamoci ogni tanto; e nemmeno troppo di rado. Senza diventare cupi o depressi, anzi perfino con qualche bella risata. Guardiamo però il mare e la sua superficie mossa; magari ci capiterà di vedere la punta dello scoglio e per qualche volta riusciremo ad evitarla.

A dir la verità sono abbastanza contrastante con gli atteggiamenti prevalenti nel cosiddetto network e nella stampa. In TV difficile non trovare solo panegirici. Desidero però, a questo punto, disquisire in generale senza riferirmi al caso specifico. Intanto, è ben difficile che io esprima sentimenti accesi verso personaggi (individui) che non conosco minimamente. Posso solo dire, se vedo qualcuno in TV, che mi sembra abbastanza odioso per certi suoi atteggiamenti o invece trovarlo simpatico (ma, come si dice, “di pelle”). Posso ritenere qualcuno, che scrive su un dato argomento, intelligente o sciocco, più o meno preparato o incompetente, supponente e presuntuoso o equilibrato e piuttosto oggettivo, ecc. Se si tratta di un personaggio della politica, del mondo industriale, di quello culturale e ideologico, ecc. magari esprimo un giudizio positivo o negativo se le posizioni di costui corrispondono alle mie scelte (appunto politiche e/o ideologiche) oppure sono invece contrarie (più o meno) ad esse.
Per quanto riguarda determinati movimenti politici o culturali esprimo in genere appoggio o invece conflittualità. In certi casi, manifesto il mio convincimento che siano particolarmente negativi (parlo a volte di “cancro” o “infezione”); e allora mi auguro che vengano spazzati via con modalità non proprio “gentili”, modalità che comportano in casi non rari l’eliminazione fisica soprattutto dei loro vertici (e, nel caso di conflitti tra parti contrapposte, un certo numero di morti). Non mi piacciono in genere gli attentati (troppo spesso simili a puri assassinii); ritengo appunto necessario in certi casi il vero e proprio scontro tra “gruppi” o “truppe” e, se si prende il potere, preferisco l’istituzione di tribunali con condanne di vario genere.
Anche nel caso di una rivoluzione, che riesca ad avere successo, sarei molto cauto nella valutazione degli atti che si commettono. Tanto per fare un esempio concreto, nella “rivoluzione d’ottobre” era probabilmente inevitabile la fucilazione (però con tribunale e condanna alla luce del Sole) dello Zar. Non sono molto d’accordo con il “surplus” verificatosi. Non credo ce ne fosse bisogno. Sono nettamente contrario alla pura manifestazione d’odio del tutto meschino e piuttosto vile. Inoltre, apprezzerei sempre il valore anche di chi è nemico (se è appunto di valore; non tutti lo sono). Alle volte non si può evitare di sopprimerlo, ma lo si deve rispettare e darne un giudizio possibilmente equilibrato. L’abitudine dei vincitori di dichiarare “mostri” i “perdenti” mentre i propri morti sono “eroi e martiri” mi fa letteralmente schifo; nulla detesto più di questo atteggiamento di una faziosità che infanga proprio il vincente.
Venendo al caso specifico di Marchionne, ritengo stupido l’atteggiamento di chi critica semplicemente il fatto che qualcuno ne dia una valutazione negativa per la sua attività (in vita) nella qualità di manager. Dubito in ogni caso che si possa considerare un uomo che ha “distrutto”, secondo quanto ho letto “quelque part”. Ha costruito, e con capacità e intelligenza, secondo gli interessi di certe parti sociali. Chi era contro, era da tutt’altre “parti”, ha senz’altro il diritto di manifestarlo con il massimo di possibile obiettività; sempre ricordando che non esiste quella “assoluta”, ognuno ha la sua specifica “visione delle cose” (e “del mondo”). Ciò che non è accettabile, che dimostra bassezza d’animo, è che si mostri odio del tutto personale verso un uomo che sta morendo. Piuttosto disgustoso è poi leggere che gli si augura addirittura di morire con la maggiore sofferenza possibile. Si deve invece sperare che, se deve morire, la fine sia lieve (sempre per quanto possibile). In questo momento, non c’è nessuna vertenza in corso con lui protagonista, nessuna scelta industriale che lui sia in grado compiere, nessuna posizione (nazionale o internazionale) da lui presa. C’è semplicemente un uomo che si trova in una situazione definitiva, quella per cui, per certi versi, siamo nati. Davanti a lui sta un “mondo” – per alcuni il Nulla, per altri, un “altro mondo” – da cui non tornerà più indietro. Non c’è alcun rapporto (conflittuale o amichevole) con altri davanti a lui; solo il suo essere individuo di fronte alla ignota sorte del “dopo”. Ha lasciato un’eredità per quanto riguarda certe scelte relative alla sua opera terrena? Benissimo, le si valuti e si agisca, a seconda delle proprie posizioni e convincimenti, pro o contro tali scelte. Si combatta per l’attuazione o la non attuazione di certe indicazioni. Si capisca, tuttavia, che ormai non c’è più il nemico o l’amico, un individuo con cui siamo o non siamo consenzienti. Datevi pace e pensate che sta solo anticipando anche la vostra sorte.