Molto artificiale, non sempre intelligente

 

L’intelligenza artificiale potrebbe modificare il nostro vivere come tante altre invenzioni dell’umanità che hanno attecchito socialmente. Ovviamente funzionerà se la sua utilità si mostrerà effettiva, ci adatteremo a questa tecnologia ed essa a noi. Oppure sarà accantonata come l’auto elettrica agli inizi del secolo scorso e riportata in vita solo oggi per rispondere alle esigenze eco-ideologiche dei ricchi nostri contemporanei. In ogni caso, non saranno paura o entusiasmo a stabilire dove arriverà. Ricordiamo sempre la scena significativa del film di Orson Welles “l’orgoglio degli Amberson” e ne riportiamo il dialogo, a proposito di un’altra invenzione, accolta con sospetto o con grande slancio, a seconda dei punti di vista:

“- Morgan: Il processo è iniziato e nessuno potrà fermarlo, l’automobile…
– George: l’automobile è un inutile orpello! Non sarà mai che una curiosità ed era meglio che non fosse inventata.
– Morgan: George potrebbe anche aver ragione sull’Automobile, il balzo avanti che essa rappresenta potrebbe essere un balzo indietro nella civiltà. Forse non aggiungerà nulla alla bellezza del mondo o a quella dell’animo umano…ma ormai l’Automobile esiste. In conseguenza di questo fatto tutti gli aspetti della vita potranno cambiare. La guerra cambierà certamente e di conseguenza la pace. L’Automobile secondo me determinerà dei cambiamenti persino nella mente umana. Ma George può avere ragione, probabilmente fra una ventina d’anni se potremo già notare il cambiamento subito ormai dall’uomo non potrò più difendere questa tecnologia e dovrò dare ragione a George e cioè che l’Automobile non doveva essere inventata”.

Il discorso non cambia molto anche nel caso dell’intelligenza artificiale. C’è chi già si inchina alle sue potenzialità e chi vi legge un regresso morale e un pericolo sociale. È la solita storia di ogni storia umana che oscilla tra progresso e apocalisse.
Tuttavia, basta provare ad interrogare l’AI per rendersi conto di non essere nella situazione della creatura che surclasserà il suo creatore o che se ne sbarazzerà definitivamente. Il dottor Frankenstein può ancora dormire serenamente. L’intelligenza artificiale è già riuscita a trovare un nuovo antibiotico ma è stata messa all’opera da menti umane che l’hanno guidata verso tale scoperta, con informazioni e una precisa volontà. Da sola l’Ai non si sarebbe mossa né per aiutarci né per sterminarci. In realtà, molti scienziati mettono in dubbio questa superintelligenza automatica che fatica a capire e correggersi in alcuni frangenti, ricordando uno scolaretto ottuso piuttosto che il primo della classe. Il caso AI è stato abbastanza gonfiato ed è ancora tutto da dimostrare, almeno nella portata delle sue recenti narrazioni.
Da par mio ho provato ad interrogarla su questioni non scientifiche e le sue risposte appaiono normali e seguono una linea totalmente conformistica. Ciò non toglie che l’Ai può essere un utile supporto da molti punti di vista ma non aspettatevi miracoli perché nessun Dio artificiale verrà mai a salvarci o a punirci.
Ps.
Ieri su Il Foglio c’era un interessante articolo di Antonio Pascale. Era una critica ai terrapiattisti, in senso esteso, i quali utilizzano strumenti tecnologici derivanti da studi matematici, studi quantistici, ingegneristici, nanomateriali necessari a costruire una memoria digitale (tutti elementi che confutano il terrapiattismo) per realizzare video dove si afferma che la terra è piatta. Il giornalista ha perfettamente ragione però tutto ciò non corregge il suo terrapiattismo politico. Infatti, Pascale esprime giudizi negativi su Putin o Trump che sarebbero il risultato di questa mancanza di razionalità. In realtà Trump e Putin sono il prodotto dell’ideologia democratica e delle false idee di libertà prodotte da un Occidente la cui stessa esistenza è la negazione di quei principi, facili ma inesistenti e farlocchi come la terra piatta. A ognuno le sue sciocchezze.