POLITICAMENTE SCORRETTISSIMO

diavolo

 

Sono sempre stato attratto dalle gesta dei grandi condottieri. Ricordo di essermi commosso quando, alle elementari, lessi la bellissima poesia di Manzoni, il 5 maggio, dedicata a Napoleone. L’ammirazione per i grandi che hanno saputo incarnare i loro tempi non si è mai esaurita. Tuttavia, la mia “venerazione” non è mai stata nostalgica, gli uomini fanno quel che devono quando è il (loro) momento, perché niente e nessuno ritorna. Passata la chance non resta che racconto e ricordo e per alcuni il (non sempre giustificato) disdoro. Anche quelli che oggi vengono considerati criminali dai nostri storici contemporanei non li valuto soltanto tali, perché sono stati sull’altare prima di finire nella polvere. Sono stati agiti dalla storia che per loro aveva fabbricato un ruolo e li aveva resi consapevoli anche se fino ad un certo punto. Questi hanno avuto leccapiedi ad osannarli quando erano in auge e gli stessi ipocriti a screditarli quando sono precipitati. Non bisogna per forza essere partigiani di questo o di quello, ad ogni costo, ma occorre giudicare distaccatamente fatti e persone delle epoche per non cadere nel becero moralismo. Chi fa la Storia è inevitabilmente anche un criminale. Ho detto anche. Se fallisce subito lo è immediatamente, gli altri saranno giudicati da postumi, in base a come andrà il mondo. Inoltre, non vi è eroe che non sia contemporaneamente antieroe, il punto di vista è essenziale, il parere di chi vince e di chi subisce, di chi vive e di chi perisce quasi mai sarà collimante.
Invece, occorre astrarsi dalla miseria della quotidianità per riconoscere la solennità. Bisogna non stigmatizzare i progenitori con i pregiudizi dell’attualità. Gli italiani, durante il ventennio fascista, aderivano in massa ed entusiasticamente al regime. In maggioranza sostenevano il Duce. Erano tutti razzisti, colonialisti e guerrafondai? Gli imbecilli possono crederlo. I tedeschi erano in massa con il loro Fuhrer. Erano un popolo di assassini? Gli stupidi ne saranno convinti. In Russia Stalin fu il “piccolo padre” fino a quando il piccolo Krusciov non gli addebitò tutti i mali dell’Urss. Ora Stalin è considerato solo un sanguinario a causa delle narrazioni di quelli che hanno lanciato le bombe atomiche. Eppure, io non mi sognerei mai di ridurre la figura di Truman a quella di un macellaio, benché costui abbia dato un ordine efferato. Se i nomi sopracitati sono quelli di delinquenti lo sono anche quelli di tutti Presidenti americani che ne hanno (male)fatte altrettante. I criminali non possono fare i presidenti ma i presidenti possono fare i criminali. Anzi devono alla bisogna. Il più delle volte sono costretti dalle circostanze oggettive perché, come diceva Napoleone, vi sono situazioni in cui spendere degli uomini è un’economia di sangue. Il valoroso Generale corso ha fatto tremare l’Europa e ha smosso la sue fondamenta con battaglie ma anche riforme.
Però sul New York Times una studiosa di origine haitiana ha scritto che il francese è stato «il più grande tiranno, una icona della supremazia bianca». Personalmente credo che la vere icone della supremazia bianca ad Haiti siano stato quei dittatori neri che si sono svenduti ai bianchi stranieri per sottomettere altri neri. Chi meglio di un nero per garantire la supremazia bianca? Non c’è supremazia bianca che non possa contare su qualche traditore nero per perpetrarsi. L’Africa, per esempio, ne è piena. Attenti ai pregiudizi, quelli veri, che offuscano la vista oltre che il cervello.