RITORNANO….. (scritto da GLG il 29 apr. ’12)

 

I mostriciattoli tornano al loro aspetto abituale. Si leggano oggi su Il Giornale gli art. di Ferrara e del liberista Porro. Il primo è più intelligente, ma aveva fatto finta di seguire un percorso meno conformista per alcuni mesi; per la verità sembrando rimpiangere, nella sua critica agli Usa di Obama, la precedente Amministrazione (cosa ci fosse da rimpiangere, ovviamente, non si capiva; ma insomma…). Adesso, torna a fare il piatto cortigiano d’oltreatlantico; non dico il “buffone del Re”, perché quest’ultimo era personaggio molto urticante e si consentiva, dietro i lazzi, di sostenere tesi spiacevoli per la Corona.

Ovviamente, non ho alcuna simpatia per il chiasso e la sedicente antipolitica “all’italiana” svolta da una sedicente “sinistra” sbracata e sbertucciante, con il cervello ormai ridotto a poltiglia. Non è questo il problema, ma la convergenza tra Napolitano e Berlusconi (cui il pancione si ricollega come al suo vecchio padrone) per “fare le riforme”, cioè in realtà per normalizzare il paese nella sua piega da “protettorato coloniale” degli Usa, presa da ormai un anno e mezzo almeno. Berlusconi continua ad assicurare il suo pieno appoggio al governo degli “sfasciatori” (della nostra minima sovranità), pur continuando nell’ignobile pantomima con manifestazione di qualche malcontento perché si stanno colpendo i suoi elettori; egli cerca di ben servire Obama non perdendo troppi voti, altrimenti la sua funzione di servo perderebbe di efficacia. Ha definitivamente salvato la sua vita (seguendo i ben noti “consigli che non si possono rifiutare” impartitigli dal Padrino americano), ma teme ancora per i processi e le sue aziende; quindi chiede insistentemente che finalmente venga fatto capire ai magistrati il mutamento di atmosfera e la necessità di lasciarlo lavorare in pace alla servitù d’Italia. E Ferrara adesso segue il fellone, felice per la svolta sicura e senza tentennamenti.

Porro ingigantisce quattro imprenditori che avrebbero avuto il coraggio di dire il “fatto loro” ad ambienti finanziari. In realtà, essi semplicemente appoggiano l’operazione contro Unipol-Fonsai. Anche in tal caso, dico subito che non nutro nessuna particolare predisposizione alla difesa dell’assetto finanziario dominato dai “vecchi poteri forti”, al rimpianto per l’epoca di Cuccia. Tuttavia, mi sembra comica (e mi disgusta) la presentazione del contrasto tra una “sana” industria e la mala finanza, dove la prima sarebbe costituita da “baldi” imprenditori del tipo di Della Valle (scarpe), Del Vecchio (occhialeria), Caltagirone (immobiliare oltre che suocero di Casini, con cui Berlusconi vorrebbe fare squadra per sostituirela Lega, ancora opposta a Monti, cioè alla più piatta servitù verso gli Usa) e un altro. Avete capito che fior di settori industriali di avanguardia, veramente strategici?! Questo giornalista, come ogni altro liberista, racconta ancora, consapevole della menzogna, le virtù della “manina invisibile”; ideologia positiva oltre due secoli fa all’epoca di Smith, oggi un puzzolente truogolo dove sguazzano i venduti ai peggiori capitalisti (i “cotonieri”).

Nulla si dice delle vere operazioni d’indebolimento industriale d’Italia, quelle contro Eni e Finmeccanica. E questi quattro “cotonieri” vogliono veramente sviluppare la “sana” industria? Ma va là, ridicolo liberista! Simili imprenditori mirano soprattutto a che s’indebolisca Mediobanca e, per suo tramite, l’attuale dirigenza (da non esaltare, per carità!) di Generali. Essi vogliono semplicemente impadronirsi della finanza sostituendo i vecchi “poteri forti”; e, dato che ci sono, mettere le grinfie su Rcs, cioè sul Corriere, bella ciliegina sulla torta. Porro, solleciti riso e  disgusto e servi di fatto ormai “cinque padroni”: i quattro più Berlusconi, che manovra per portare l’appoggio del centrodestra, o di quello che ne rimarrà, ai più “cotonieri” fra i “cotonieri”. E per compiere meglio questo lavoro, il cavaliere sta tentando d’introdurre nell’agone politico “Monteprezzemolo”, contro la cui direzione in Confindustria tuonò un tempo lontanissimo, per poi proseguire la polemica contro la “successora” di costui e sua seguace. Finalmente destra e sinistra (e centro, tutte etichette ridicole) sono perfettamente omologate nella svendita d’Italia; lottano per sopravvivere e “inventare” qualche marchingegno – di tale tentativo è strumento pure il governo cui Berlusconi ha ceduto volentieri il posto – onde rimescolare le carte e ripresentarsi a fregare la popolazione, allo scopo di ottenerne il voto a favore dei servi dello straniero.

In questo senso, si deve condannare il “dalli al tudesc”. Non perché crediamo nella politica della Merkel, e nemmeno in quella degli altri, neppure in quella di un’eventuale “sinistra” tedesca detta “radicale”. Sappiamo che la Germania, in mano a quelle forze politiche, non svilupperà un’autentica politica estera verso est, cioè in definitiva verso la Russia o magari la Cina, ecc. Un conto sono gli affari economici, un altro una vera strategia di potenza alternativa al predominio Usa. Sono balle da liberisti quelle secondo cui, alla fine, la politica segue l’economia e gli inesistenti vantaggi del falso “libero mercato”. Non perché la politica sia totalmente autonoma dall’economia; altra infame menzogna di altri intellettuali ideologi (di riserva) dei “cotonieri”. Semplicemente, non esiste un sistema capitalistico da considerarsi nel suo insieme, giacché si tratta di un sistema composto da stratificazioni successive di più “rivoluzioni industriali”, di una serie di schumpeteriane “distruzioni creatrici”.

I “quattro dell’Ave Maria”, di cui parla il falsone Porro, appartengono a più vecchie stratificazioni industriali. Contraddicendo un’altra menzogna di altri venduti ai “cotonieri”, quella della fine degli Stati nazionali e del dominio di presunte imprese transnazionali, il sistema economico capitalistico del paese sviluppante una politica di predominio centrale mira sempre – tramite il suo Stato – a rendere complementari ai propri settori strategici d’avanguardia i settori d’altra epoca dei paesi da subordinare a detto predominio. E’ dunque evidente la necessità di abbattere in questi ultimi paesi gli schieramenti politici servi dei “cotonieri”; senza di che, non si può pensare ad una vera politica estera da paese sovrano. Questo il compito di chi intenda infine liberare l’Italia dai bugiardi e servi, che ci vogliono umili e striscianti di fronte al padrone americano. Non èla Germania il nostro vero antagonista, il paese che più pretende di asservirci; sono gli Stati Uniti, in particolare questi di Obama.

I politici e giornalisti bugiardi e servi – ma, come ho cercato di mostrare, propalatori di più tipi di falsità – sono da combattere al massimo della nostra capacità di lotta. Sono nemici che non si deve cercare di convincere; ridicola intenzione nei confronti di chi si è venduto per un ottimo (per lui) prezzo. Nemici a tutto campo, e basta!