SIRIA: UNA TELEFONATA TI ACCORCIA LA VITA

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Il premio Nobel per la pace Barack Obama avrebbe raccolto prove inconfutabili circa l’uso di armi chimiche in Siria, in particolare gas sarin, da parte di Bashar al-Assad. Il mondo attende ancora di vederle ma, nel frattempo, la macchina bellica si è messa in moto.

Il presidente russo Vladimir Putin non ha creduto alla versione americana ed ha definito il segretario di Stato, Jonh Kerry, un bugiardo. Rispettabile ma bugiardo. Gli statunitensi pretendono una convergenza internazionale sulla questione siriana senza fornire ulteriori elementi a supporto delle loro tesi. Stragi e violazioni dei diritti umani sono innegabili, ma lì c’è un conflitto civile in corso che è stato esasperato da infiltrazioni esterne di milizie islamiche oltranziste, alle quali Usa, petro-monarchie del Golfo e stati dell’Africa del nord hanno fornito armi ed appoggio logistico.

Molte nazioni, sebbene amiche degli Usa, si sono sfilate perché hanno ritenuto insufficienti le spiegazioni della Casa Bianca. Solo la Francia si è fatta avanti, senza leggere nemmeno le carte, perché spera così di accreditarsi, dopo l’inaspettata defezione di Londra, quale referente unico di Washington in Europa. Lo schema è lo stesso della Libia. Più saranno gli scenari dove i cugini si sacrificheranno, accollandosi i rischi altrui, più acquisteranno credibilità Oltreatlantico.

Accettando tale dipendenza volontaria dall’alleato più forte, del vecchio grandeur francese resta soltanto l’involucro, mentre lo spirito nazionalistico di un tempo evapora insieme ai suoi antichi fasti. Tuttavia, non si sottovaluti il ruolo tedesco in questa ed altre vicende di contorno.

E’ vero che Berlino ha negato il proprio apporto militare in caso d’inizio delle ostilità, ma è altresì certo che è stata l’agenzia di spionaggio BND a confermare le “supposizioni” statunitensi. La presunta intercettazione dell’alto funzionario di Hezbollah – il quale parlava dello stato di panico in cui era sprofondato Assad, con i ribelli alle porte di Damasco, da cui sarebbe scaturita la decisione del governo di ricorrere al sarin per respingere i nemici- è stata effettuata, per l’appunto, dalla citata centrale d’intelligence teutonica. L’intercettazione della comunicazione sarebbe avvenuta su una nave tedesca, equipaggiata con apparecchiature sofisticatissime di sorveglianza, situata al largo della costa mediterranea della Siria.  A detta di Gerard Schindler,  spia della Merkel, Assad sperava, con una simile rappresaglia, di ricacciare indietro i terroristi che avevano conquistato avamposti nel sobborgo della Capitale. L’ intelligence crucca ha anche ribadito che, dagli indizi analizzati, l’impiego del gas sarin risulterebbe inequivocabile. Questa convinzione, sulla quale nutriamo molti dubbi, non chiarisce però le concrete responsabilità del massacro. A parere dei servizi russi, sarebbero stati gli antigovernativi ad inscenare la carneficina, in concomitanza con l’ingresso nel Paese degli ispettori dell’ONU chiamati dallo stesso Assad.

Fin qui le presunte prove schiaccianti. Se una telefonata captata è sufficiente a giustificare un bombardamento contro uno Stato sovrano vuol dire che gli Usa hanno perso letteralmente la bussola. Una telefonata può accorciare la vita di migliaia di civili inermi.  Questo sì che sarebbe uno sterminio vergognoso commesso proprio da chi, quotidianamente, si sciacqua la bocca con la civiltà.