Terrorismo ambientalistico: la Grande Madre degli eco-cretini è sempre incinta

La Grande Madre degli eco-cretini è costantemente incinta. Gli pseudovendicatori ecologisti ormai si diffondono “a macchia mediterranea” e quelli lucani non hanno voluto essere da meno presentandosi ai quotidiani locali, quali figli di… una Grande madre Terra oltraggiata e mortificata dalle compagnie petrolifere, sempre a caccia di profitti e di affari, le quali non dimostrano alcun rispetto per gli equilibri dell’ambiente e per la salute dei cittadini che loro invece si premurano di preservare col terrorismo psicologico e le minacce di morte. Qualche settimana addietro si era verificato un altro episodio di sabotaggio ad una pipeline dell’Eni, nei pressi di Bernalda (Mt), traforata, secondo le indagini effettuate dai tecnici della compagnia di San Donato, da qualche idealista armato di prosaicissmo trapano.

Difficile credere alla rivendicazioni di questi “natural born killers” del tubo il cui linguaggio apocalittico è fin troppo evocativo di un messianismo climatico che non è presente nemmeno nei sinceri invasati dei soli che ridono (di noi). Si tratta di provocazioni belle e buone che innestandosi su un diffuso sentire comune, allarmistico quanto lamentoso in fatto di emergenze ambientali e distruzione dell’ecosistema (per carità, in alcuni casi i timori sono legittimi, ma il più delle volte sono pretestuosi e scientificamente infondati), provano a bloccare gli investimenti e le prospezioni in uno dei settori più strategici di questa fase, non solo per la Basilicata ma per tutta la nazione. C’è qualcuno che preferisce vedere i lucani e i connazionali intenti a pascolare le vacche e coltivare gli ortaggi, tra pal(l)e eoliche e inutili pannelli solari, scempio dei nostri incantevoli paesaggi deturpati senza alcun beneficio (perché solare ed eolico sono truffe legalizzate benché sovvenzionate dallo Stato, o forse soprattutto per questo), piuttosto che inseriti con consapevolezza e forza rivendicativa nel business degli idrocarburi il quale, se ben sfruttato secondo i migliori standard di sicurezza, può far fare un repentino  balzo in avanti ad un’intera comunità portandola dal medioevo alla modernità, dalla povertà alla prosperità, con meno sforzi e preoccupazioni. Bisogna dire che, effettivamente, dopo lo spappolamento politico della sua classe dirigente commissariata dall’Ue, l’Italia è stata consegnata nelle mani di zelanti professori dai lunghi curricola e dai corti respiri, meri esecutori di ordini provenienti dai mercati o dai centri decisionali internazionali, i quali non hanno né una visione geopolitica dei fenomeni mondiali né un quadro chiaro dei processi storici in corso. In tal maniera c’è stata un’accelerazione nella strategia del caos che sta ributtando il Paese indietro di decenni.

Dal ferimento dell’Ad di Ansaldo Energia Adinolfi alla tentata strage di Brindisi, in quella vicina Puglia dove si stanno intrecciando diversi progetti di dotti non sempre coerenti e persino contrastanti tra loro e dove sbucherà anche il contestatissimo South Stream, fortemente voluto dai russi ed altrettanto strenuamente osteggiato dagli americani, passando per questi piccoli episodi lucani che scimmiottano quelli liguri, sta scendendo sulla nazione un’aria mefitica adatta ai complotti, alle macchinazioni, alle stragi e alle gambizzazioni. L’ex Senatore leccese dei Ds Giovanni Pellegrino, già Presidente della Commissione Bicamerale stragi, uno insomma che se ne intende di trame oscure, ha dichiarato alla stampa che all’ombra della bomba di Brindisi si nascondono Servizi di intelligence ostili, i quali “hanno mascherato dietro un finto carattere artigianale e dilettantesco dell’ ordigno una sottile strategia di intimidazione”. Siamo arciconvinti che alle spalle dei cavalieri dell’apocalisse di Basilicata si celino le stesse facce di tolla con le medesime barbe finte già all’opera in altre parti dello Stivale, altro che “Fronte di Liberazione del Sud, cellula della fratellanza lucana e calabrese”. Ce l’hanno scritto in fronte costoro che questo infido affratellamento interregionale è un sodalizio tra subdoli traditori della patria al servizio di centrali spionistiche forestiere, le quali stringono patti anche con qualche lesta manina mafiosa nostrana.

Tali mercenari dello scompiglio antinazionale cercheranno di approfittare ancora del clima oscurantista portato in auge da molti movimenti ed associazioni ambientalistiche che racimolano consensi tra la gente spaventata. La saldatura, le infiltrazioni e le strumentalizzazioni saranno pressoché inevitabili anche se queste organizzazioni antitav, antinucleare, antiinceneritori, antipetrolio ecc. ecc. sono spesso in buona fede e sinceramente convinte che il mondo sarà migliore senza l’uso di dette tecnologie. Si può far male alla propria collettività anche quando si è corazzati di ottime intenzioni che sono però oggettivamente inconsistenti e pertanto manipolabili da rimestatori nel torbido e da veri nemici dello Stato. Lo diciamo con largo anticipo per alzare il livello di attenzione dei cittadini e delle autorità, perché non vorremmo che anche in Basilicata, o in altri luoghi, qualcuno, sentendosi coperto dal disordine e dalla confusione, stesse già pensando di passare dai fogli di carta alle bombe carta, se non a qualcosa di peggio.