UN CHIARIMENTO DEFINITIVO CON STATO E POTENZA

Avrei preferito non intervenire ancora su questioni sollevate nei giorni scorsi con il mio articoletto “Stato, Potenza e minestrone ideologico”, ma poiché la redazione di Stato e Potenza ha affidato la sua replica ad un nostro ex collaboratore, piuttosto risentito per la sua inevitabile esclusione dal gruppo, sono costretto a ritornare sull’argomento precisando alcune cose. Il Signor autore della replica, che tanto signore non è, è stato allontanato da ConflittieStrategie non per divergenze di linea politica o per aver messo in discussione la sua analisi teorica che per noi non è un totem ma uno strumento finalizzato ad interpretare la realtà e fornire chiavi di lettura, soprattutto per questa epoca storica. La nostra elaborazione concettuale, tutto merito di La Grassa, è peraltro in continua evoluzione proprio perché il mondo circostante vive in questa fase le spinte di una forte mutevolezza che impone continui aggiustamenti, necessari e necessarissimi laddove non si voglia correre il rischio di finire nuovamente come gli ossi di seppia, marxisti e non, del passato. Quindi si procede per approssimazioni successive senza tuttavia mettere ogni volta in discussione l’impianto centrale di questa riflessione teoretica che ha mostrato, al momento, una grande validità discernitiva e predittiva. Detto ciò mi chiedo come sia possibile che uno dei più ferventi lagrassiani, almeno fino a ieri, colui che imbastiva interviste al Professore senza mai porre la cosiddetta questione dei dominati o delle strutture sociali se non per ricalcare i convincimenti del blog, possa adesso dire che sono state oscurate, nella teoria lagrassiana “le strutture sociali, economiche, politiche, statutali, la realtà materiale all’interno della quale si svolge l’azione strategica”. Chi ha affermato ciò è stato nei nostri ranghi per un periodo non breve, ma questa asserzione non è mai uscita dalla sua bocca, ci sono i suoi articoli sul blog che lo testimoniano ed ognuno può andare a leggerli. Era più realista del re, come si suol dire. Di più, anche nelle varie riunioni effettuate, il sunnominato, di fronte a tutti, ha sostenuto più volte che gli appassionamenti nei confronti dei dominati erano derive soggettivistiche e immaginarie che non avevano alcun riscontro nella “realtà materiale” come ora la chiama.  Ovvero, i soggetti (o i blocchi sociali) non si trovano belli e pronti, non si possono inventare ma devono essere saldati e “costruiti” innanzitutto con l’azione teorica e poi politica delle avanguardie. E non basta manifestare, scendere in piazza con “il popolo”, fare movimento (o movida sottoproletaria) con bandiere e canzoni per essere reparto avanzato dalla parte degli sfruttati. Senza teoria la pratica è cieca ed infatti produce misture e slogan che la gente non capisce affatto e che possono anche essere strumentalizzati dai molti nemici. Ma torniamo al tizio di cui sopra il quale è stato sbattuto fuori per aver detto  di non “scassargli la minchia” e non si discettava quindi di cose alte e filosofiche ma della gestione organizzativa del sito. Quindi è stato allontanato per maleducazione non per divergenze di pensiero. Del tizio ci siamo fidati così tanto da avergli messo in mano tutto, era lui il padrone delle chiavi di ConflittieStrategie ma si è dimostrato troppo suscettibile ed incapace di mantenere la calma. Del resto, non è la prima volta che il chiamato in causa si comporta così, ci tengo ad avvertire i redattori di Stato e Potenza contro i quali non ho nulla anche se questo circondarsi di transfughi poco corretti onestamente non lo trovo saggio (vi sfido a trovare articoli in cui hanno mai manifestato un minimo di dissenso, le motivazioni dell’ “esodo” sono state tutte personali e più o meno meschine, anche se ci possono stare). Ma avremo tempo di chiarirci forse non per tornare a lavorare insieme, perché è giusto che ognuno segua la propria strada, ma almeno per convivere intelligentemente, considerato che voi apprezzate le nostre tesi e che noi riconosciamo la presenza di molte persone preparate nelle vostre file. Escluso, ovviamente, quel tale che invece si diverte a gettare zizzania e poi sostenere in giro di esser stato espulso perché dubbioso e ragionante al cospetto di immobili settari come noi. “Non mi scassare la minchia” ed altri improperi, non sono categorie del pensiero a meno che non si ragioni con le parti basse. Ma come dicevo, non è la prima volta che il tizio agisce così. Ha creato problemi ovunque sia andato, per esempio in “Marxiana” dove ha fatto per anni il marxista ortodosso, poi è stato anche ecologista di ferro, per un attimo pure amico dei comunitaristi e via mimetizzandosi. Infine, i problemi creati a noi. Il ragazzo è fatto così, come il camaleonte Leonard Zelig, dogmatico tra i dogmatici, libertario tra i libertari, movimentista tra i movimentisti, salvo poi rinnegare tutti. A nostro parere, non verrà nulla di buono da questa sua collaborazione, ma il tempo ci suggerirà se abbiamo torto noi o voi. Auguriamo buon lavoro a Stato e Potenza e rinnoviamo la nostra stima a molti dei  suoi collaboratori. Molti ma non tutti.