2010: il crollo del (post-)comunismo in Italia? di Cambronne

Il conflitto Fini-Berlusconi ha oscurato un evento della politica italiana che potrebbe avere conseguenze impritanti per l’assetto politico, economico e sociale italiano.
 
Per la prima volta nella storia della sinistra "piciista" italiana la Lega delle Cooperative, le famose "Coop rosse" (7 milioni di soci, 15 mila imprese, 500 mila addetti, produce il 7 per cento del pil), non hanno partecipato all'organizzazione grande festa dell'Unità di Bologna, storico appuntamento nazionale per il PCI-PDS-DS-PD, limitandosi a partecipare come semplici spettatori e non inviando nessun oratore sul palco.
 
Le Coop sono state il vero punto di forza dell'apparato di potere comunista e post-comunista, ben più del tanto discusso sostegno sovietico; tramite le Coop il PCI e i suoi eredi hanno esercitato materialmente il controllo su una fetta non indifferente dell'economia nazionale, hanno creato posti di lavoro, consenso sociale e quindi dato concretezza ad un radicamento territoriale e popolare che la sola promessa del "socialismo" non poteva evidentemente creare.
 
Ora le Coop si sfilano dalla tutela sempre più ingombrante e controproducente di un partito destinato al declino e, vista anche la crescita di forze politiche non post-comuniste come la Lega Nord anche in storiche roccheforti "rosse", tale scelta sembra quasi scontata per un gruppo economico che ragiona con categorie oramai più imprenditoriali che politiche.
 
Come afferma il vicepresidente di Coop Lombardia Guido Galardi: “Siccome non c’è più un pezzo della politica che ci rappresenta più degli altri, allora il movimento cooperativo fa tratti di strada insieme a chi difende i valori della cooperazione e chiede leggi che difendano il settore”, affermazione che va letta come una vera e propria apertura a 360° a qualsiasi forza politica.
 
Il declino dell'asse privilegiato Coop-PCI(-PDS-DS-PD) potrebbe significare la vera fine del post-comunismo italiano già in declino elettorale e ora non più in grado di rapportarsi con il suo mondo produttivo di un tempo; esauritasi la carica ideale e “identitaria” con il crollo del Muro agli ex-piciisti sta sfuggendo dalle mani anche la base economica.
 
A un PD abbandonato dagli elettori e dal mondo produttivo rimangono poche alternative: la progressiva estinzione o, peggio ancora, la definitiva subordinazione a progetti politici ideati da gruppi di potere estranei al paese.
 
 
Alcuni articoli sull’argomento:
 

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/28/per-la-prima-volta-nella-storia-delle-feste/53949/
 
http://www.unita.it/news/102548/bologna_inquieta_niente_coop_ai_dibattiti_della_festa_dellunit
 
http://www.terranews.it/news/2010/08/gelo-tra-pd-e-legacoop