La GrassaFINITI STORICAMENTE, MA ZOMBIES ANCORA PERICOLOSI A LUNGO (G. La Grassa)

INTRODUZIONE (di Ripensaremarx)

Pubblichiamo sul blog (cliccare qui a fianco) un elaborato di Gianfranco La Grassa che si potrebbe considerare una continuazione di analisi politica rispetto a quanto da lui già scritto nel suo recente saggio “Il gioco degli specchi” (EditricErmes, 2006 Potenza). Chi ha avuto la fortuna di leggere questo pamphlet, sa bene quanto la disamina lagrassiana della situazione politica, sia italiana che internazionale, sia stata confermata dall’evoluzione che i fatti hanno avuto in questi ultimi mesi. Ovviamente, il tutto è merito di un impianto teorico capace di cogliere la direzionalità,  per quanto tendenziale, delle cose “del mondo”, almeno sul breve periodo. La Grassa, anzi, si è rivelato persino un ottimista rispetto allo sfacelo attuato dal Centro-Sinistra in questi primi 6 mesi di (mal)governo. I fatti sono alla portata di tutti per cui, a meno di non essere ancora affetti da masochismo fideistico identitario, li si può valutare con la dovuta “serenità”. La funzione del Centro-Sinistra – a partire dai suoi stretti legami con l’apparato finanziario-industriale nostrano, riunito intorno al Patto di sindacato di RCS (a sua volta legato, in posizione di subdominanza, alla finanza del paese centrale (USA)) – si è presto manifestata nell’azione “panzeristica” intrapresa dal governo, contro il cosiddetto “ceto medio” (tutta la finanziaria è diretta allo “sgrassamento” di questa parte “socio-economica” che di medio, tuttavia, non ha proprio nulla), ed è divenuta palese nel consolidamento dell’alleanza tra apparati sindacali e industriali, al fine di una “redistribuzione” del reddito verso i vertici della “classe” subdominante di cui sopra. Non è un caso che già alla prima uscita da Ministro dell’Economia, Padoa-Schioppa si è scagliato contro il rapporto deficit/Pil, al fine di giustificare un “necessario” taglio delle spese, soprattutto su pensioni e sanità (taglio che arriverà copioso, non dubitatene), ma non prima di aver messo in atto l’altrettanto “necessario"  “gasamento” dei lavoratori autonomi e parasubordinati.

Tale difficile compito poteva essere compiuto solo da quegli apparati politico-sindacali che controllano il blocco sociale del “lavoro dipendente”, da sempre astioso (anche per motivi culturali) nei confronti dei “bottegai”. Chi stolto non è, comprende immediatamente che la strategia del Divide et Impera, attuata dal Governo, ha come obiettivo precipuo lo “schiacciamento” di tale ceto (il quale resterà sempre più isolato, anche nelle sue estemporanee proteste) al fine di rastrellare quante più risorse possibili e con queste puntellare il gruppo delle grandi imprese decotte italiane (le quali stanno dietro tutta l’ “operazione” in questione). Ovviamente, ciò non sarà sufficiente a salvarle dall’imputridimento economico nel quale sono invischiate, a quel punto la mannaia finirà nuovamente sui lavoratori dipendenti.

Inoltre, come riferito ieri dal Ministro del Lavoro Damiano (DS), la legge Biagi resterà il sostrato dei futuri provvedimenti sull’occupazione, il che taglia le gambe anche all’ala sinistra della maggioranza di governo, la quale aveva polarizzato il malcontento dei precari proprio sul principio dell’abolizione di questa legge. Insomma nulla di nuovo sotto il cielo, almeno rispetto a quello che avevamo prospettato già all’indomani della vittoria del Centro-Sinistra. Se abbiamo sbagliato è stato solo per difetto.

Adesso vi lasciamo al corposo articolo di Gianfranco la Grassa.