PER LE COOP PECUNIA NON OLET

 

Il tentativo americano di ampliare la base di Vicenza sembra non sarà osteggiato, in alcuna maniera, dal governo di centro-sinistra. Addirittura, anche la sinistra “estrema”, quella che più finge di urlare contro le missioni militari in Afghanistan e Libano (salvo poi votarle in parlamento)finirà per appoggiare tale atto scellerato. I pacifinti del governo, tra i quali spicca la senatrice Lidia Menapace, (quella che si è fatta eleggere proprio su parole d’ordine precise, come il ritiro immediato delle truppe italiane dai vari scenari di guerra imperialista), ha persino attaccato quei soggetti politici (come i cobas) che hanno manifestato più volte il loro dissenso nei confronti di un governo “stuoino” che accampa mille scuse pur di non compromettere i propri rapporti con gli USA.

Già le affermazioni di Prodi sugli accordi presi da Berlusconi (che lui non poteva assolutamente disattendere, sic!) lasciano intendere quanto il nostro governo si limiterà a non decidere un bel nulla, perché assolutamente supino alla suprema volontà yankee.

Dopo l’intervento di Luttwak* a radio 24, un governo serio avrebbe dovuto rispondere per le rime, impedire l’ennesima violenza al suo territorio e disdire tutti gli accordi precedentemente presi dal governo Berlusconi. Soprattutto, è bene non dimenticare che se la ragione storica giustificatrice dell’esistenza delle basi americane in Europa è venuta meno con la caduta della "cortina di ferro", oggi l’unica parola che vorremmo sentire quando si discute di basi NATO è "ridimensionameto generale".

 Luttwak si è appellato, invece, proprio a queste pre-intese, sostenendo che pacta sunt servanda, che Prodi non ha scelta (un ordine è un ordine!) e che la compagine governativa deve limitarsi a ratificare quanto già stabilito precedentemente, non importa se le promesse vengono dal governo passato. Prodi ha poi ripreso le stesse argomentazioni con la sua solita faccia di bronzo, ma se le promosse si devono rispettare a tutti i costi, allora anche noi gli consigliamo di non alzare le tasse perché il precedente governo ci aveva assicurato di abbatterle (pacta sunt servanda o no?!). Detto ciò, l’ex consulente del Consiglio per la Sicurezza Nazionale e del Dipartimento di Stato USA, ha condito le sue argomentazioni con panegirici sulla morigeratezza dei soldati americani, i quali sarebbero tutti bravi ragazzi laureati ed educati. In realtà, le fantomatiche “educande” americane le conosciamo bene, sono quegli stessi soldati che considerano l’ospitalità un diritto imperiale, che si ubriacano per le strade e che, più volentieri, scorazzano nei nostri cieli tranciando le funi portanti delle funivie, provocando la morte di nostri connazionali. Morti che restano impunite se non persino “premiate” dalle autorità americane, le quali fanno avanzare di grado gli artefici di tali scempi (fai fuori un italiano per l’avanzamento di carriera!). Inoltre, l’unica volta che ho visto scrivere questi pseudo-alfabetizzati in mimetica, è stato quando hanno ornato le loro bombe con epitaffi contro i “subumani” islamici che s’apprestavano a sterminare per difendere le “libertà occidentali”.

Ma la cosa più interessante è che mentre la gente di Vicenza protesta perché non vuole quella base, le cooperative rosse s’apprestano a partecipare ai lavori di ampliamento di Dal Molin. E’ notizia di qualche giorno fa che le autorità americane hanno lanciato in rete una “presolicitation notice”, cioè il bando per l’appalto delle opere legate alla costruzione della base in questione. Siccome pecunia non olet, tre colossi delle costruzione “made in red” hanno subito accettato l’invito per l’effettuazione dei lavori. Si tratta della Cooperativa muratori cementisti di Ravenna, della Cooperativa muratori riuniti di Ferrara e del Consorzio cooperative costruzioni di Bologna. Adesso, non è per fare polemica a tutti i costi ma un po’ di pudore non avrebbe guastato (almeno per la copiosità e la giustezza delle polemiche in corso), si sa che le imprese cosiddette rosse o la finanza cosiddetta rossa usano gli stessi “scrupoli” delle imprese e della finanza pienamente capitalistiche, ma proprio  a causa di tale uniformità ideologica queste dovrebbero rinunciare alla legislazione più favorevole che le copre dalla "libera" concorrenza di mercato. Che siano, allora, imprese capitalistiche fino in fondo senza quel falso moralismo che da sempre alberga in tutto ciò che si proclama di sinistra.

 

*Edward Luttwak è stato Consulente del segretario alla Difesa, del Consiglio per la Sicurezza Nazionale e del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti oltre ad essere membro del Gruppo di Studio per la Sicurezza Nazionale del Dipartimento della Difesa e membro associato dell’Istituto del Ministero delle Finanze Giapponese per la politica Fiscale e Monetaria. Luttwak è inoltre docente presso numerose università, tra le quali Berkeley e Yale, e istituti militari negli Stati Uniti all’estero (Russia, Italia, Francia. Spagna, Giappone, Argentina e Gran Bretagna).