LADRI! LADRI! LADRI!

 

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze per decreto (dico per decreto!) ha stabilito che i dipendenti delle pubbliche amministrazioni devono sottoporsi ad una tassa (più che altro una estorsione) detta “contributo di solidarietà”, la quale impone l’iscrizione dei pensionati usufruenti di trattamento a carico dell’INPDAP e dei dipendenti e pensionati di enti e amministrazioni pubbliche iscritti ai fini pensionistici presso enti o gestioni previdenziali diverse dall’INPDAP, alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell’INPDAP stesso. Il Decreto stabilisce che i dipendenti ancora in servizio e i pensionati INPDAP (ma, come si è già detto, anche quelli che sono iscritti a enti o gestioni previdenziali diversi dall’INPDAP) a decorrere dal mese seguente alla scadenza di sei mesi dalla data di entrata in vigore del “Regolamento di attuazione dell’articolo unico, comma 347 della legge 23 dicembre 2005 n.266” (Legge Finanziaria 2006) sono iscritti di diritto alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali alla quale devono versare contributi pari a:

0,35% della retribuzione contributiva, per i dipendenti in servizio

0,15% dell’ammontare lordo della pensione, per i pensionati

Le “gabelle” saranno mensilmente prelevate dagli emolumenti corrisposti a lavoratori e pensionati a partire dalla data dell’iscrizione forzata (il periodo in questione è iniziato a decorrere dal 25.04.07) a meno che non giunga disdetta da parte del lavoratore/pensionato. Naturalmente, se qualcuno non vuole farsi fregare i propri soldi cominci a scrivere la letterina all’INPDAP e lo faccia entro sei mesi, altrimenti varrà la regola del silenzio-assenso.

Ecco come agisce il governo dei deboli, ti fotte su stipendi e pensioni, che, tra l’altro, sono già tra i più bassi  d’Europa, ma ti dà la possibilità (se ti armi in tempo!) di non farti derubare a cuor leggero.

Secondo quanto sostenuto dalla Cisal Fipal questa manovra truffaldina è molto simile a quella prevista per i fondi pensione, quelli che soppianteranno il TFR. Peraltro, così come per i fondi, l’iscrizione forzata alla citata Gestione costituisce un danno per i lavoratori. Per quelli che sono lontani dalla pensione in primo luogo. Quest’ultimi possono già accedere a prestiti e mutui di natura assistenziale erogati dall’INPS e senza limitazioni importanti. Al contrario, l’INPDAP compila macchinose graduatorie annuali per l’accesso a questi benefici,  con tempi che si dilatano sensibilmente. Non conviene, inoltre, neppure a tutti i dipendenti vicini all’età pensionabile che non hanno intenzione di accedere a prestiti dopo la pensione o che non vogliono prorogare prestiti già in essere, i quali potrebbero andare ad incidere sulla liquidazione.

Che dire, abbiamo un grande fratello fiscale dal volto sinistro che veglia su di noi e stabilisce (secondo i ben noti studi di settore) quanto dobbiamo guadagnare per essere in regola con le sue previsioni da strapazzo. Adesso provano anche a spillarci quattrini senza farci capire nulla e con la formula del silenzio-assenso. Più sinistri di così davvero non si può

LEGGI IL DECRETO:http://www.giustizia.it/cassazione/leggi/d45_07.html