CHI E’ IL LADRO? (Ladri quattro volte!) di G.P. e Mauro Tozzato

 

Approfitto dello sfogo di Mauro Tozzato, che seguirà alla mia breve digressione, per darvi un’ulteriore notizia sui ladri di stipendi e di pensioni che siedono nel Governo di Centro-Sinistra. I miei colleghi, allarmati dall’articolo (Ladri! Ladri! Ladri!) che avevo scritto sulla nuova tassa a carico dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni, hanno subito telefonato al numero verde INPDAP (tel.800105000) per saperne di più e per agire immediatamente al fine di interrompere il periodo di decorrenza ( 6 mesi) oltre il quale agirà la formula del silenzio-assenso; cosa che consentirà all’Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica di effettuare le trattenute di cui vi abbiamo parlato (le quali, ricordiamolo, saranno lo 0,35% della retribuzione contributiva, per i dipendenti in servizio e 0,15% dell’ammontare lordo della pensione, per i pensionati). Qui è arrivata la brutta sorpresa. L’operatrice del Call Center ha riferito che, per i pubblici dipendenti iscritti alla Cassa INPDAP, non è possibile inviare nessuna lettera di non adesione poiché le trattenute agiranno ex lege (così come previsto dal decreto, almeno per come lo interpreta l’Ente previdenziale), solo chi non è iscritto a tale Cassa può avanzare la richiesta di non iscrizione forzata alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. I primi sono dunque fregati, si direbbe gabbati dalla gabella, a tutti gli altri lavoratori e pensionati  (iscritti ai fini pensionistici presso enti o gestioni previdenziali diverse dall’INPDAP) consigliamo di preparare l’istanza di non assentimento pena il pagamento della “responsione”.

Che bel governo del piffero, nemmeno il tempo di chiudere la trattativa per il rinnovo contrattuale della categoria che già vorrebbe riprendersi quel poco che ha concesso.

Ma adesso la parola a Mauro Tozzato.

 

 

Allora, tornando un poco “a bomba”, capita che su questo blog, dicono, il prof.  La Grassa     a volte

usi dei toni non troppo “gentili” nei confronti di alcuni uomini politici, dirigenti d’impresa, banchieri e finanzieri. Però intanto il prof. Ichino e il presidente Luca di Montezemolo continuano ad  offendere in massa tutti i lavoratori del pubblico impiego dichiarandoli indiscriminatamente fannulloni. E dietro questi riferimenti dichiarati al pubblico impiego vi sono naturalmente anche allusioni a tutti i lavoratori del settore privato che “comunque guadagnano troppo” perché fanno le ferie e riescono, a volte, a far studiare i loro figli. Però bisognerebbe partire dai fatti ed essere pragmatici; conosco diversi muratori e a volte capita che facciano qualche battuta sui dipendenti comunali, come il sottoscritto, ma la cosa si risolve brevemente perché, magari ridendo gli rispondo:<<Ma dai somaro, non mi hai visto l’altro giorno mentre montavamo pali di pubblica illuminazione e non ci siamo anche incontrati negli uffici dell’edilizia privata tutti in coda dal geom…… perché adesso c’è solo lui e difatti  col “patto di stabilità” non ne possono assumere altri, così lui lavora come un cretino e a noi ci tocca fare ore di coda  !>> Il mio abbronzantissimo amico  mi ricambia, ridendo, versandomi un po’ di vino nel bicchiere e chiedendo a me e ai miei colleghi perché ci sono ancora tutti quei tratti di strada interrotti…

Ma ci sono altri fatti che riguardano il prof. Ichino e il Sig. Luca; migliaia (decine di migliaia) di persone che hanno frequentato l’Università sanno che i “prof. ordinari”, i “baroni”, dall’epoca di Giulio Cesare almeno, lavorano (si fa per dire) al massimo una decina di ore al mese, quando non usufruiscono dell’anno sabbatico o per puro caso non siano stati eletti consiglieri regionali, deputati o senatori. Non tutti, ma diversi di loro, inoltre continuano anche durante il loro mandato politico ad incassare la paga dall’Università come risultassero in servizio. Il prof. Ichino appartiene a questa categoria e continua ad insultare me ed altri milioni di lavoratori senza preoccuparsi di verificare o di far verificare chi e quanti sono i fannulloni, di cui l’unico sicuramente tale è chiaramente lui (“la prima gallina che canta ha fatto l’uovo” mi diceva mio nonno Bepi che si alzava alle cinque e tornava alle nove (ore 21) dai campi !). E per quanto riguarda il Sig. Luca e la sua azienda, anche i bambini di sei mesi sanno che fin dai tempi della “buonanima” (parlo del  “Duce” per chi non avesse capito) la Fiat è sopravissuta mungendo in modo vergognoso le finanze statali e  sfruttando quindi non solo i  lavoratori dipendenti delle proprie fabbriche ma tutta la classe lavoratrice, dipendente e non, del paese. La serietà vorrebbe che queste banalità che ognuno conosce non fossero ripetute da me ancora una volta ma l’indignazione è una pianta che cresce come la gramigna indipendentemente dai programmi e dalle aspettative. Attendiamo di vedere se in questo paese la capacità di ragionare e il rispetto di se stessi riusciranno ad andare oltre l’istinto di sopravvivenza e il desiderio “di un miserabile benessere” (così Nietzsche parlando dell’”ultimo uomo”).

 

 

Mauro Tozzato                        22.06.2007