ANCORA DUE PAROLE SU CARUSO di G.P.

 

Premetto che sono pienamente d’accordo con Gianfranco La Grassa quando definisce le parole di Caruso inconsulte e salaci.  E sono in sintonia col Professore veneto perché ne motiva con lucidità il giudizio negativo,  facendo riferimento alla carenza analitica dimostrata dal suddetto parlamentare. Costui se si fosse sprecato almeno un po’ nella lettura di Marx, anche a spizzico come accade per tutti noi che non facciamo gli intellettuali di professione, forse avrebbe potuto apprendere la lezione sui ruoli e sulle funzioni nell’ambito dei quali gli individui vengono, per così dire, agiti dal sistema. Diceva Marx nel Capitale: “Ma qui si tratta delle persone soltanto in quanto sono la personificazione di categorie economiche, incarnazione di determinati rapporti e di determinati interessi di classi. Il mio punto di vista………può meno che mai rendere il singolo responsabile di rapporti dei quali esso rimane socialmente creatura, per quanto soggettivamente possa elevarsi al di sopra di essi”. Se Marx dice il vero, come io credo, il rastrellamento del nemico, casa per casa, sarebbe davvero un’operazione improba, tanto che, alla fine, saremmo costretti a rinunciare al repulisti rivoluzionario per mancanza di pallottole. Insomma, non si può pensare di sovvertire il sistema eliminandone i servi e lasciando intatta la sua logica riproduttiva, sempre che nessuno voglia contestare l’affermazione marxiana per cui il capitale non è una cosa ma un rapporto sociale.

Prima di proseguire spiego perché mi sto addentrando in questo discorso. Qualcuno che non si è firmato ha lasciato nel blog un commento (un articolo a firma di Girolamo De Michele dal titolo “Di vecchi pugili e di Operai che muoino sul lavoro”) credo con lo scopo di contestare l’argomentazione di La Grassa. In verità io condivido in pieno l’articolo di De Michele, del resto qualche tempo fa ho introdotto un articolo di una compagna “In Italia si muore di Lavoro, di Daniela Gregorio” dove avanzavo sostanzialmente gli stessi concetti di De Michele e concludevo con questa chiosa: “le chiamano morti bianche, come per mettere preventivamente le mani avanti e predisporre la gente al “gioco” della fatalità, ad un elemento soprasensibile che andando oltre la volontà umana sgraverebbe dalla colpa. Dal 2000 al 2006 le morti bianche in Italia sono state più dei morti della guerra in Iraq, altro che fatalità e destino! Qui siamo ad un vero e proprio bollettino di guerra!”.

Questo per sottolineare quanto i dubbi “metafisici” di De Michele siano più che legittimi, ma tutta l’argomentazione non serve a sgravare minimamente l’insensatezza delle parole di Caruso. Tutto ciò richiederebbe per lo meno un minimo di coerenza e da questo punto di vista l’onorevole Caruso non è più autorizzato a fare il paladino della giustizia(sociale). Primo perché siede in parlamento, l’ “organo borghese” della democrazia, quello che da disobbediente disprezzava ma dal quale oggi si fa versare lo stipendio (pecunia non olet, nemmeno per i presunti affossatori del sistema!). In secondo luogo, perché Caruso è intruppato in un partito, Rifondazione Comunista, che a voler essere buoni definiamo, alla maniera di Lenin, un partito di rinnegati che accetta le manifestazioni e le concettualità della democrazia capitalistica (il miglior involucro della dittatura del capitale) salvo poi pretendere di restare avulsa dalle conseguenze(reali) che derivano dall’asseverazione  di questa farsa pseudemocratica.

Allora, Caruso diviene l’immagine rovesciata di Bertinotti, un parolaio che sostituisce alla nonviolenza la violenza cieca e stupida, all’ “accomondantismo” istituzionale del Presidente della Camera il “fervore” di un chiacchiericcio antisistemico per poi votare, proprio come i bertinottiani doc, a favore di una estensione di privilegi per la Grande Finanza o l’Industria Decotta, a danno dell’intero paese.

Caruso, per poter dire quello che ha detto, deve accettare di venire fuori dal parlamento e, soprattutto, da un partito di replicanti senza coscienza (né di classe né morale) al servizio dei peggiori poteri forti. Vorrei ricordare che è stato lo stesso Giordano, segretario di Rifondazione, ad ammettere che l’aiuto dato ai vari Montezemolo, Merloni ecc. ecc., da parte del governo del quale fa parte, è stato necessario per rabbonire i veri padroni della coalizione di centro-sinistra. Ma se Rifondazione è andata al governo per rabbonire il salotto buono, nella speranza di ricevere qualche concessione per il suo ormai striminzito elettorato, si capisce che la rifondazione del comunismo (ammesso che questa, in assoluto, sia ancora possibile) è finita nelle mani di opportunisti della peggior specie (sempre nel senso di Lenin).

Per concludere, ribadisco che condivido l’argomentazione di De Michele, ma dal mio punto di vista questa non fa che mettere maggiormente in risalto il doppiogiochismo dei parlamentari sinistroidi alla Caruso, quelli che a parole vorrebbero incendiare il mondo mentre nei fatti si comportano come pompieri provetti. 

Se poi Caruso ha intenzione di replicare e dire liberamente la sua qui può farlo, perchè non siamo a Rifondazione dove il Verbo bertinottiano non ammette dispute "teologiche".