CARACAS “LANCIA” LA BORSA ALLA CIA

di Humberto Márquez (*) trad. dallo spagnolo di G.P.

 

Il governo del Venezuela ha cercato di blindarsi questo martedì dinanzi allo scandalo della valigia con quasi 800.000 dollari sequestrata ad uno sconosciuto passeggero a Buenos Aires 10 giorni fa, ribadendo le tesi che obbedisce alla cospirazione di Washington, ma si tratta di un affare privato che non implica alcun funzionario.

Si tratta di un’imboscata mediatica per screditare il presidente (Hugo) Chávez, dice alla candidatura di Cristina Kirchner – che ha lanciato questo martedì la sua formula presidenziale- ed al paladino della lotta anti-corruzione che è il presidente (argentino) Néstor Kirchner ”, il cancelliere venezuelano Nicolás Maduro. “Poiché stiamo facendo fronte al potere della CIA (Central Intelligence Agency degli Stati Uniti), del Pentagono, alle cospirazioni che questi montano sempre, ad uno gli viene il sospetto che dietro tutto questo ci possa essere un’imboscata, ha aggiunto il cancelliere, ribadendo un’argomentazione che aveva brandito lo stesso Chávez dopo la sua visita in Argentina. L’origine del problema può essere ”nel nervosismo che la Casa Bianca manifesta rispetto al progetto d’unione sudamericana ed alla direzione del presidente Chávez, secondo Maduro. Ma ”questo scandalo di corruzione, pieno di domande senza risposta, può offuscare l’immagine di Chávez nei settori popolari e di sinistra dell’America latina, evidenziando il lato scuro dei negoziati petroliferi e finanziari", ha detto a IPS l’analista politico Fausto Masó.

All’alba del 4 agosto è arrivato all’aeroparco Jorge Newbury di Buenos Aires un piccolo aereo noleggiato da Enarsa, l’impresa statale argentina dell’energia, al suo ritorno da un viaggio espresso da Caracas che è costato tra gli 80.000 e 100.000 dollari con gli esecutivi argentini che lo hanno affittato, più alcuni passeggeri venezuelani. Si trattava dei dirigenti dell’impresa petrolifera statale del Venezuela (Pdvsa) ai quali si aggiungeva il figlio del vicepresidente della corporazione venezuelana e di un passeggero la cui credenziale era soltanto di essere amico di Guido Antonini. Nella dogana di Buenos Aires, le guardie hanno trovato in una borsa di Antonini 790.550 dollari, quasi 80 volte il massimo permesso dalle leggi per essere trasportato senza dichiarazione fuori dal Venezuela ed anche per essere ammesso in Argentina. Antonini si è presentato come componente della delegazione che due giorni dopo avrebbe fatto visita all’Argentina con il presidente Chávez.

Tale motivazione gli avrebbe permesso di recuperare almeno 400.000 dollari, ma Antonini è ripartito, senza richiedere il denaro, e tre giorni dopo era in Uruguay, da dove sarebbe poi tornato negli Stati Uniti, paese dove risiede. Nelle sue prime dichiarazioni, Chávez ha aggirato le domande sulla valigia, e lo stesso hanno fatto i ministri della sua comitiva, mentre il procuratore generale venezuelano, Isaias Rodriguez, all’inizio non ha trovato ragioni per fare ricerche. Dopo che Chávez è partito dall’Argentina, il 7 agosto, il governo di Kirchner ha allontanato il funzionario di contatto con il Pdvsa, Claudio Uberti, e i ministri Julio de Vido (pianificazione) ed Alberto Fernandez (capo del gabinetto) ed ha chiesto al Venezuela ”un gesto equivalente”, che però non si è prodotto. Dopo che Chávez e Kirchner si sono riuniti nuovamente in Bolivia il 10 agosto, il Venezuela ha preso un’iniziativa, con un comunicato di Pdvsa per informare su ciò che stava accadendo, ed il pubblico ministero ha accettato di aprire un’indagine, ma senza spostare nessun funzionario. Il ministro dell’interno, Pedro Carreño, ha detto lunedì che lo Stato venezuelano non può essere responsabilizzato e che il problema della valigia è un’azione di responsabilità penale individuale, qualora Antonini ha violato la legge. Mentre, il procuratore argentino che fa ricerche sul caso, María Luz Rivas Diez, ha sollecitato la cattura internazionale di Antonini e non ha respinto la richiesta d’arresto per Uberti.

Pdvsa non allontanerà dipendenti in occasione di questo caso, perché ”il pubblico ministero ha designato già due procuratori per le investigazioni e sono loro che hanno la competenza per applicare sanzioni di questo tipo", ha detto martedì il ministro dell’energia e presidente di Pdvsa, Rafaël Ramirez. ”Quest’incidente, che è accaduto due giorni prima che arrivassimo in Argentina, lo hanno voluto trasformare in un caso giornalistico, per montare un linciaggio mediatico contro il governo di Hugo Chávez ”, ha detto Ramirez.’ “E’ stata Globovisión (emittente Venezuelana antigovernativa) e qualche televisione argentina, ha aggiunto. Stampa, radio e televisione dei due paesi ripetono domande come: perché Enarsa affitta un volo così tanto costoso alla vigilia della visita di Chávez? Come e perché Antonini salì sull’aereo? Che andava a fare in Argentina? Quale è l’origine ed il fine di quella valigia? Ci potevano essere ulteriori passeggeri e borse con denaro? Eccetera, eccetera, eccetera. ”Fino a quando si prolungherà il silenzio venezuelano sull’episodio scandaloso della valigia con gli 800.000 dollari?”, ha chiesto, ad esempio, Eleazar Diaz Rangel, che simpatizza per Chávez e dirige il giornale più popolare del paese, Ultimas noticias. Teodoro Petkoff capo della sinistra e direttore del giornale antigovernativo Tal Cual, ha detto che Antonini ha viaggiato in Argentina 12 volte quest’anno. ”Quante borse uguali avrà contrabbandato?”, è stato chiesto. La stampa argentina, quella venezuelana ed anche quella dello Stato americano della Florida mettono i propri riflettori sull’enigmatico Antonini, un venezuelano che vive negli Stati Uniti, amante delle automobili da corsa, occupante di un condominio lussuoso a Miami e di cui ogni giorno, quasi ogni ora, si scoprono nuovi affari con il Venezuela ed i suoi partner commerciali del Cono sudamericano. ”Se è vero allora che la CIA può essere dietro il caso Antonini con una cospirazione, ci sono ulteriori ragioni per fare ricerche”, ha sottolineato Masó. Avvinto in una dura polemica politica e diplomatica con gli Stati Uniti – dove Caracas spedisce tuttavia più di un milione di barili al giorno di petrolio – da tre anni il governo venezuelano spesso accusa la CIA, il Dipartimento di Stato, la Casa Bianca ed il Pentagono di ostacolare la sua ricerca di un socialismo per il paese e l’integrazione per l’America latina[1].

 

(*) Periodista IPS. Venezuela.

 

[1]G.P., Per quanto la politica chaveziana sia molto più vicina al populismo che non al socialismo, l’azione del governo venezuelano va comunque appoggiata in funzione antiamericana ed al fine di favorire l’affermarsi di un nuovo policentrismo, contro il mondo unipolare attuale. Certo non ci scandalizziamo per certe azioni fuori dalla legalità, ma vorremmo ricordare che qui stiamo parlando del Venezuela, uno di quei paesi che gli Usa considerano alla stregua del proprio giardino di casa. Solo gli stolti possono pensare che la Cia o il Pentagono non attivino ogni loro mezzo a disposizione per destabilizzare il governo del Venezuela].