IL RITORNO DELLA COSA

 

Non so se anche questa volta, telecamera alla mano, Nanni Moretti avrà il coraggio di registrare le voci dei militanti di base che saranno chiamati ad esprimersi sulle tre mozioni (Partito Democratico sì di Fassino, Partito Democratico nì di Angius, Partito Democratico no di Mussi e Salvi) e sull’annunciato scioglimento dei Democratici di Sinistra nel fantomatico Pd.

All’epoca dello scioglimento del PCI andò in onda una farsa storica condita con lacrime di coccodrillo da parte di Occhetto e soci (i modernizzatori falsamente affranti che avevano colto, con la tipica lungimiranza dei sicofanti, la “necessità” di una svolta) e il dolore vero di migliaia di “fedeli” militanti che assistettero trasecolati allo sbriciolamento della loro “chiesa”.  A quei tempi si parlò della famigerata “Cosa” perché nessuno riusciva a capire dove la classe dirigente piccìista volesse portare le spoglie del Partito Comunista Italiano. In realtà i dirigenti piccìisti sapevano benissimo dove andavano e con l’aiuto dei magistrati (e di potenti mani straniere)  s’apprestarono a sostituire la classe dirigente democristiana, ormai inadeguata a rappresentare gli interessi dei gruppi economici e politici dominanti nei nuovi assetti di un mondo unipolarizzato. Paradossalmente la fine dell’URSS sarà anche la fine della DC (bastione dell’anticomunismo conto terzi), cioè di un partito irrimediabilmente consuntosi in una fase storica chiusasi definitivamente  nel 91 con il dissolvimento del sovietico “socialismo realizzato”. Per molti Dc si apriranno le porte delle patrie galere, qualcuno come Scalfaro riuscirà a pararsi il culo, i più, invece, si ricicleranno passando per quella creatura socialdemocratica (PDS) che ne aveva determinato la diaspora. Chi non volle rassegnarsi, né passare armi e bagagli con gli stessi che avevano distrutto la loro immagine politica, accolse come una panacea l’ingresso di Berlusconi in politica. Non poteva esserci, dunque, fine peggiore per il Comunismo in Europa, con i nipotini di Togliatti che s’accreditavano quale fedele cane da guardia dell’atlantismo senza se e senza ma (più o meno la stessa cosa che faranno gli altri partiti comunisti del vecchio continente) e Gorbaciev che poteva finalmente dedicarsi all’attività che meglio gli riusciva: fare il venditore porta a porta della Pizza HUT.

Ma, oggi come ieri, la classe dirigente del PD(S), cresciuta nei peggiori tradimenti, non si fida troppo dei suoi proseliti, teme le defezioni e sente nell’aria una strana brezza d’infedeltà (e così che i dirigenti diessini percepiscono il normale dissenso per una svolta fortemente politicistica). Ed è per questo che la “Stasi” diessina ha cominciato a minacciare i recalcitranti. La Quercia va abbattuta e non ci sono ripensamenti di sorta, chi non vuole segare il tronco sarà segato “in tronco”. Un po’ dappertutto in Italia le sezioni locali del partito lamentano pressioni da parte dei vari leaders fedeli a Fassino. In Irpinia, per esempio, gli esponenti bassoliniani (prima mozione) stanno telefonando a tutti quelli che sono in odore di voto contrario al Pd, paventando la chiusura dei rubinetti circa i finanziamenti e i contributi per assessorati e attività sezionali. Ma metodi così spiccioli non sono solo una prerogativa del feudo di Bassolino; persino in Liguria tre segretari sono stati costretti a dimettersi dopo le “intimidazioni” dei soliti fassiniani doc. Diciamo che il Partito Democratico nasce proprio bene, più democratico di così si muore. A quando le teste di cavallo nel letto degli impenitenti?

Ma, oltre a questi metodi un po’ grossolani, esiste anche un vecchio trucco (già utilizzato quando occorreva sciogliere il PCI a tutti i costi) per assicurarsi che tutto vada per il verso giusto, cioè il verso di Fassino & C. Basta portare nelle sezioni nuovi iscritti pronti a votare a favore della svolta. Così in Sicilia (ma anche altrove) sezioni tradizionalmente vuote hanno avuto un incredibile aumento delle iscrizioni con gente che, appena entrata, si è dichiarata favorevole alla prima mozione. Diciamo pure che siamo dei malpensanti ma come disse il “Grande Vecchio” a pensare male si farà pure peccato ma il più delle volte ci si azzecca. Anomalie di questo tipo sono state riscontrate anche in Puglia (Taranto) ed in altri piccoli centri che non sfuggono però agli “strateghi” diessini. Non ci resta che stare attenti ai morti che votano, già in passato la politica ha fatto il miracolo di far resuscitare qualche allegro elettore defunto (e vedendo la consistenza fisica di Fassino si può ben pensare che quest’uomo abbia un rapporto privilegiato con l’oltretomba).

Dall’altra parte, quella margheritesca, le cose non vanno affatto meglio. Anche gli uomini di Rutelli non si sono dimostrati dei grandi campioni di onestà data la nota faccenda delle tessere spedite ad ignari cittadini, i quali si sono ritrovati iscritti al partito del “pupone” senza averlo mai richiesto. Questo Pd sarà davvero una grande cosa, i metodi sono quelli giusti per governare un paese, del resto già con questo governo di centro-sinistra ci hanno dato prova della loro capacità di “sofisticazione” della realtà. Il Pd nasce sotto questa stella e non avrà  assolutamente nulla di democratico, salvo il nome.

Per esempio, Berlusconi era quello che si faceva leggi ad personam (vogliamo ricordare che quelle famose leggi sono ancora in vigore, vedi quella sul falso in bilancio)e che influenzava con le sue televisioni e con i suoi giornali la vita dei cittadini, ma allora il decreto che ha impedito ai giornali di pubblicare le foto di Sircana in compagnia di alcuni Trans come lo vogliamo definire? Perché non si sono scandalizzati così tanto quando è stato messo alla gogna quel “porcello” del portavoce di Fini?

Non osiamo immaginare come migliorerà la libertà d’informazione non appena Bazoli riuscirà a prendere il controllo di Telecom e con questa di Telecom Italia Media da cui dipendono le televisioni del gruppo come La 7.