Vi proponiamo un intervento di un amico di Comunità e Resistenza. Cogliamo l’occasione per ribadire che noi siamo a favore di un’allenza "tattica" tra le potenze Europee e quelle Euroasiatiche al fine di un riequilibrio degli assetti mondiali, oggi a tutto vantaggio degli Usa. I dubbi di Petrus nel merito sono legittimi (noi li valutiamo attentamente) e meritano di essere discussi.

MONDO MULTIPOLARE? UNA CHANCE O UN INCUBO? di Petrus (Comunità e Resistenza)

 

Vorrei intervenire sinteticamente sul dibattito in corso sul blog  sul mondo multipolare e sulle possibilita’ che uno scontro tra dominanti possa aprire reali possibilita’ di spazio per forze anticapitaliste ed antimperialiste.

 

Parto da un dato: è vero che stiamo andando verso un mondo multipolare in cui paesi come la Cina, Russia, India financo l’Iran, in qualita’ di potenza regionale in ascesa, si stanno ri-bilanciando in posizione autonoma se non conflittuale nei confronti del mondo unipolare a stelle e strisce.

 

E’ altrettanto vero che questa contrapposizione si svolge tutta all’interno di categorie “dominanti” e nel quadro accettato e condiviso del Capitale o dei Capitali , accettando il metodo di lavoro di La Grassa, e che quindi la competizione intercapitalista potrebbe portare all’apertura di spazi di contrapposizione come avvenne nel 1917.

 

Insomma , in soldoni, mi sembra che l’esito auspicato sia questo.

 

Ma mi permetto di sollevare alcune obiezioni di fondo: in primis sento aleggiare una certa confusione tra le definizioni di mondo “multipolare” e concezioni eurasiatiste, quest’ ultime tese ad accreditare una visione “geopolitica” che vorrebbe come ineluttabile l’avvicinamento se non l’unione in uno spazio geografico “comune” dei paesi europei ed asiatici, di cui francamente non vedo neppure l’ombra.

 

Se le politiche delle Cancellerie europee sono alquanto balbettanti sull’allineamento agli USA , se non con momentanee frizioni su singoli casi, l’attualita’ ci dice che quasi tutti i paesi europei sono allineati, chi in misura maggiore chi in misura minore, alla politica estera USA.

 

Se poi andiamo verso Est , senza trascurare l’impatto ed il peso che hanno i paesi ex-blocco sovietico ora passati armi e bagagli alla Nato, abbiamo la Russia di Putin che pur con sostanziali virate di rotta rispetto alla politica filo –USA di Eltsin , oggi gioca su piu’ tavoli, compreso quello iraniano, con un atteggiamento piu’ che “eurasiatico” di tipo “nazionalista” nel senso di perseguire una politica meramente incentrata sugli interessi russi nell’area.

 

Prova ne sono i richiami di questi giorni, alcuni parlano di ultimatum, presentati all’Iran da parte russa , circa il rispetto dei criteri dettati dall’AIEA , e la probabile “neutralita’” russa nel caso l’aggressione americana contro l’Iran prendesse sostanza.

 

L’Eurasia, mito imperiale per alcuni, e non voglio neppure prendere in considerazione queste idee di vago sapore “fascistoide” che  portano dritto dritto ad auspicare un imperialismo al posto di un altro, realta’ geopolitica per altri, non esiste se non nei desiderata piuttosto onirici di chi vorrebbe un contraltare alla strapotenza Usa e israeliana.E’in movimento, invece, secondo me,una dinamica ben piu’ complessa ed articolata che piu’ che in un mondo “multipolare” ci presenta una realta’ del “tutti contro tutti” anche all’interno di paesi che dovrebbero fornire forze a presunti “assi”: mi riferisco al Pakistan , allo stesso Iran , all’Iraq dove la lotta contro l’occupazione viaggia in parallelo con una guerra civile sanguinosa tra sciiti e sunniti.

 

In questo quadro si inserisce il rapporto tra Islam e paesi che dovrebbero rinforzare l’asse dialettico sino-russo .E qui si apre un capitolo denso di interrogativi  poiche’ non mi sembra che ci sia molta reciproca tolleranza tra la Russia , la Cina ed i movimenti islamici.

 

In pratica si rischia di rimanere molto delusi se ci si aspetta un allineamento in tempi brevi su posizioni antiamericane di paesi e realta’ disomogenee tra loro e con interessi ed obiettivi diversi se non contrastanti tra loro, mentre rifacendoci ai dati di fatto, le uniche realta’ che si oppongono in modo reale all’imperialismo Usa, sono i movimenti di liberazione nel mondo e asse sudamericano chavista che ha anche il pregio di avere spunti di orientamento socialista per il futuro.

 

In conclusione di queste riflessioni, va bene auspicare un mondo “multipolare” che possa dare un’alternativa all’undirezionalita’ USA , va meno bene, secondo me “idealizzarne” le possibilità reali di impatto sul cambiamento della possibilita’ di incidere dei “dominati” che potrebbero trovarsi nella spiacevole situazione di aver puntato sul “cavallo sbagliato”.