LA VALUTAZIONE CLIMATICA SULLA SCALA “PECORECCIA” di G.P.

 

Questa volta il Ministro per l’ambiente ha superato davvero sé stesso confermando le nostre valutazioni critiche sui nostradamus ambientalisti, quelli che annunciano imminenti catastrofi planetarie affidandosi alle più strampalate profezie magico-religiose con i “dati alla mano”. Nella Conferenza Nazionale di Climatologia, evento organizzato dal governo per discutere sui mutamenti climatici e sull’innalzamento della temperatura del pianeta, Pecoraro-Scanio ha sparato sulla platea incredula raffiche di dati sballati che la dicono lunga sulla sua competenza ambientale e sul dilettantismo col quale vengono affrontate questioni che richiederebbero un maggiore rigore scientifico. Nonostante la prosopopea con la quale l’evento era stato presentato alla stampa, la due giorni sul clima di Palazzo Fao non era partita con i migliori auspici. La comunità scientifica era rappresentata dal solo premio nobel Carlo Rubbia mentre, persino, il fratello di Prodi, direttore dell’Istituto per gli studi dell’atmosfera e del clima, aveva disertato l’evento. Insomma, si pretendeva di dare un tenore scientifico alla manifestazione facendo discutere tra loro avvocati, architetti, sociologi, politici, giornalisti e rappresentanti di varie categorie sociali, i quali, al più, hanno come strumento di misurazione della crescente calura del pianeta la sudorazione ascellare, ma nessuna reale competenza per affrontare cause ed effetti di tale surriscaldamento su basi meno precarie. Con queste premesse c’era da aspettarsi il botto esilarante di qualche dichiarazione un po’ “scomposta” ma nessuno pronosticava che questa potesse venire direttamente dal Ministro per l’ambiente (il quale dovrebbe avere alle spalle dei tecnici ministeriali pronti a filtrare le sue stupidate). Secondo Pecoraro-Scanio in Italia la temperatura sarebbe aumentata quattro volte più che nel resto del mondo. Avete sentito bene, il ministro non ha detto, che so, nell’intera area mediterranea o nell’emisfero occidentale, cosa che avrebbe reso più credibile questa balla colossale, ma nella sola penisola italiana (dove notoriamente vivono gli inquinatori più indomiti del globo!). Immagino che gli scienziati in platea abbiano avuto un sobbalzo ed un grande imbarazzo per le sciocchezze che il ministro stava proferendo. Ma ci ha pensato il CNR a sconfessare le balordaggini dette dal Ministro. Secondo il Centro Nazionale delle Ricerche non esiste assolutamente tale forbice tra l’Italia ed il resto del mondo, difatti in Italia la temperatura è salita, negli ultimi 150 anni, di un solo grado a fronte di un incremento nel resto del pianeta di 0,74 gradi. Al più, dunque, il gap sarebbe appena di 0,24 gradi e non di 4 gradi come incautamente relazionato dal Ministro. Per altro questo maggiore riscaldamento riguarda non la sola Italia ma tutta l’Europa mediterranea con variazioni, tra un paese e l’altro, che si discostano di poco dalla media detta. Se poi si prendono in considerazione gli ultimi cento anni, da noi la colonnina di mercurio è salita di 1,3 gradi (1,4 in Svizzera), ancora poco sopra la media mondiale ma molto distante dai 4 gradi evidenziati da Pecoraro-Scanio. Evidentemente le fonti dalle quali il ministro verde attinge per i suoi studi sul clima sono diverse da quelle del CNR, forse avrà approntato un nuovo strumento di misurazione della variazione climatica senza avvertire la comunità scientifica. In attesa che il suddetto Ministro ci fornisca ulteriori dettagli sul nuovo termometro acconsentiamo ad introdurre una nuova scala di valutazione del surriscaldamento del pianeta che in ossequio al suo scopritore chiameremo “Scala Pecoreccia”.

Adesso, se lo scopo del Ministro era quello di enfatizzare una situazione comunque critica per creare un’allerta sociale, dobbiamo dire che ha scelto il posto sbagliato per farlo. Invece di chiamare l’evento Conferenza Nazionale di Climatologia, dedicando ad essa due giornate di baggianate, poteva, meno arditamente, organizzare un Forum di cinque minuti sul “Tempo che fa” e sul perché non esistono più le mezze stagioni. Ed invece no, perché il ministro, doveva sì dare i numeri, ma anche avanzare le sue consunte ricette per frenare l’inquinamento planetario. Tra i tredici punti per la salvezza del pianeta c’è l’introduzione di un Climate day al fine di sensibilizzare gli indefessi spreconi italiani sui dettami del protocollo di Kyoto, poichè con i nostri consumi smodati di energia stiamo contribuendo a creare una cappa di calura sulla nostra penisola.

Dovrebbe ormai essere chiaro ai più con che capacità questi signori sciorinano dati e propongono misure risolutive per i problemi del paese. E noi che credevamo che l’unico a dare i numeri fosse il Ministro del tesoro Padoa-Schioppa.