La partita di pallone

E’ davvero ignobile vedere come la politica sia ridotta alla stregua di una partita di calcio. I due protagonisti, dei due finti schieramenti continuano a far finta di essere politicamente diversi. La loro diversità, una distinzione stilistica (a voler essere buoni), è più che altro un modo alternato per servire gli interessi fondamentali delle classi dominanti che, in Italia, preparano la più grossa arraffata dal dopoguerra ai danni delle classi dominate.

Gli sgherri dell’Unione e della Cdl fomentano un clima da stadio, attribuendo la vittoria  del duello televisivo di ieri sera al proprio leader di coalizione, confidando nella passività del popolo "italico" ridotto a pensare in maniera fideistica la politica (e per questo a parteggiare necessariamente per una delle due squadre in campo), proprio come avviene tra ultras negli stadi. Precisamente, la distinzione tra destra e sinistra equivale ad una separazione tra opposte tifoserie accomodate nella curva nord o in quella sud al fine di incitare attori che realizzano uno stesso gioco.

 Ed infatti, nonostante noiosi zero a zero che non aggiungono nulla di nuovo a quello che già sappiamo, cioè che stanno decidendo come cucinarci meglio, i loro supporters continuano a sbraitare come se stessero assistendo alla finale di coppa del mondo Germania-Italia dell’82. Sarebbe più saggio lasciar condurre i duelli tra i due leaders direttamente ad Aldo Biscardi.

Sta di fatto che la situazione è davvero grave, oltre che nauseante, ed occorrerà da subito prepararsi al peggio. Bisogna sperare che la vittoria del centro sinistra avvenga di misura e che i disegni ormai visibili del futuro establishment incontrino una qualche resistenza. Pertanto non si può che rinnovare l’invito alla disertazione delle urne.

ad maiora