Compagni…di merende

Le grandi manovre dei potentati italiani sono già cominciate, e soprattutto, com’era ovvio, nei settori più strategici del capitalismo nostrano. Il centrosinistra cerca di fare man bassa su tutto il territorio garantendosi una base economica più solida dell’attuale (grazie al piazzamento dei propri uomini nei punti nevralgici di comunità e mercati locali e svendendo al padrone americano le ultime imprese italiane che valgono ancora qualcosa, vedi Eni o Finmeccanica), entrando prepotententemente in alcuni “affari” come quelli appena accennati, i quali hanno l’unico obiettivo di porre l’economia italiana sotto l’ombrello americano (ovvero: gli americani concederanno all’Italia piccole nicchie in mercati vetusti e non strategici in cambio di politiche servili nei settori più avanzati, come l’energia e la ricerca, dove non è ammessa la concorrenza).

I nostri "capitani" che hanno trovato nel centro-sinistra il referente politico ideale (almeno per la congiuntura in questione) hanno previsto tutto o quasi (a meno di ulteriori colpi di scena), e si può immaginare che con la vittoria del centro sinistra si realizzerà il sogno del "paese normale" di D’Alema (con le risorse pubbliche "normalmente" distribuite al grande capitale che le scialacquerà per riconvertire imprese decotte nei settori secondari di nicchia).

La strategia del centrosinistra è quella di indebolire l’ENI, consentendone  lo scioglimento in una megaimpresa euroamericana (e a controllo americano) mentre piccole aziende di distribuzione agirebbero a livello locale, rimpinguando amministratori amici al fine di creare un ceto economico-politico clientelare oltre che redditizio.

Naturalmente tutta l’operazione sarà giustificata ideologicamente con maggiori vantaggi in termini di competitività, abbassamenti di costi per l’utenza, maggiore redistriduzione di ricchezza sul territorio (porterei questa gente nella Val d’Agri per vedere come funziona l’estrazione del petrolio con annesse “esternalità” negative per l’ambiente, mentre i lucani non hanno nemmeno un ritorno in termini di prezzi del carburante).

Così il centro-sinistra si muove su molteplici fronti da quelli speculativo-finanziari a quelli industriali (sarebbe meglio dire di dismissione industriale) per fare dell’Italia una meretrice di basso bordo.

Il resto lo si vedrà a breve…