"AFFARI" DI CENTRO-SINISTRA ( di Nova)

A Mirafiori gli operai hanno contestato la finanziaria del Governo, fischiando la mattina Epifani (alle Carrozzerie) e Angeletti (alle Presse) e nel pomeriggio Bonanni (alle Carrozzerie) in alcuni cruciali passaggi del loro discorso. E’ probabile che vi sia in questo momento, tra i lavoratori dipendenti a più basso salario (operai), una – sia pure ancora confusa – sensazione che i sindacati sono ormai apparati statali organici al centrosinistra; quello schieramento, cioè, in questa fase (non credo molto breve) eretto a suo rappresentante politico dai gruppi dominanti finanziari e industrial-decotti italiani, i gruppi di un capitalismo fortemente parassitario e inetto che, solo grazie alla connivenza e complicità (ben ripagate) di questi suoi “servitori” politici, intasca larghe quote del reddito nazionale, non certo in virtù dell’efficienza e della competitività, tanto invocate a parole quanto eluse nei fatti.

Interessanti i titoli dei giornali sulla contestazione operaia. Il Giornale e Libero, titoloni di scatola in testa alla prima pagina. Il Gazzettino notizia comunque in prima pagina, pur se nella seconda metà in basso. Il Manifesto, occhiello in evidenza in prima pagina, ma rinvio alla terza; mentre i titoli di testa di questo giornale “estremista” (sic!) erano dedicati al “tradimento” del programma dell’Unione in merito alla parità tra coppie di fatto (in particolare gay) e coppie più “tradizionali” (quelle banali, conformiste, solo sposate); un problema notoriamente fondamentale per consentire al nostro paese di uscire dalla stagnazione che, come altre del passato (anche in altri paesi), comporta il degrado delle infrastrutture e servizi (ferrovie, poste, rete viaria, sistemi di comunicazioni telefoniche e telematiche, ecc.) nonché precarietà del lavoro, crescente insicurezza dei cittadini, e via dicendo. Tornando alla manifestazione di insofferenza operaia, è meglio tacere sul suo scarso risalto nel Corriere e in Repubblica, veri organi di questo intreccio di dispotismi costituito dalla grande finanza e industria decotta assieme alla sua rappresentanza politica di centrosinistra.

 

Senza sminuire l’importanza della notizia precedente, non nascondo la mia preferenza per l’intervista data ieri da D’Alema – che ha tentato, e con successo, di rifarsi una verginità con gli stupidi della sinistra detta “estrema” in tema di politica estera – al Sole24ore. Peccato che io non sappia scaricare da internet. Non una parola sui problemi che interessano maggiormente la popolazione, poiché non credo che l’attenzione di quest’ultima sia concentrata soprattutto sulla politica a livello internazionale. Il fatuo e vanesio “baffetto” discetta fingendosi un grande esperto di finanza (come era effettivamente suo padre, grande amico del mio Maestro italiano, a suo tempo il principale economista marxista del PCI). Diciamo che D’Alema (figlio) tenta di farsi passare per uno che può parlare alla pari con Bazoli (Intesa) o Profumo (Unicredit) o Montezemolo, in ciò apparendo piuttosto ridicolo. Egli, malgrado sia riuscito a “tirarsi fuori” e a negare ogni responsabilità, è stato abbastanza “toccato” dalle fallimentari (e truffaldine) vicende della Banca 121 del Salento. Questa è salita a razzo pochi anni fa, anche grazie ai compiacenti giudizi delle società di rating (quelle solite, americane, che fanno il bello e il cattivo tempo, che garantivano per la Cirio e la Parmalat pochi mesi prima del loro crac), ha fregato molte migliaia di risparmiatori e si è fatta assorbire con “grande onore” (cioè con ottima valutazione del suo capitale azionario) dal Montepaschi, allora governato da una maggioranza (nel Cda) molto vicina al nostro attuale ministro degli esteri.

Incredibilmente, l’a.d. della banca assorbita, certo De Bustis (da vari giornali che ho letto considerato molto vicino a D’Alema), è diventato a.d. del Montepaschi, la banca incorporante (credo sia la prima volta in un qualsiasi inglobamento di un’impresa piccola da parte di una ben più grossa). A un certo punto, il bubbone è scoppiato – anche se adesso l’inchiesta giudiziaria subito avviata è di fatto insabbiata – e si è scoperta l’enorme truffa perpetrata dalla Banca salentina, a causa della quale migliaia di suoi ignari clienti hanno perso gran parte dei soldi investiti nei titoli ingannatori consigliati da questo istituto di credito. Il Montepaschi ha comunque subito una grossa perdita, pur senza rimborsare in toto i truffati; la maggioranza del suo Cda è stata rovesciata – lascio qui perdere a favore di chi, con tutto quel che ne è seguito in merito ai rispettivi rapporti di forza tra coop emiliane e toscane (oggi ancora una volta ribaltati a favore delle prime data la risalita politica del trio D’Alema, Bersani, Visco) con riflessi importanti all’epoca della fallita scalata della BNL da parte dell’Unipol (Consorte), poiché il Montepaschi della nuova maggioranza amministrativa non collaborò con l’istituto assicurativo, appoggiato “con discrezione” dal solito D’Alema (che prese un’ulteriore “musata” ad opera dei “poteri forti” schierati contro Fazio, ecc.) – e De Bustis fu dimesso da a.d., trovando però subito appoggio per entrare alla Deutsche Bank, sempre come a.d. della sezione italiana di quest’ultima.

Tenuto conto di queste vicende, qui certo non raccontate in tutta la loro estensione e miserabilità (e tessute di imbroglio), fa scoppiare dal ridere sentire d’Alema che si atteggia a grande esperto di finanza, politica industriale e dintorni. E si ride ancor di più, ricordando quando fu presidente del Consiglio (1998-99) e favorì i “capitani coraggiosi” (Gnutti e Colaninno) nella scalata alla Telecom, con tutti i disastri che ne sono seguiti (fino ad oggi). E’ però molto istruttivo leggere l’intervista in oggetto, al fine di capire come questi meschini personaggi di sinistra si comportino alla guisa dei socialdemocratici di tutti i tempi; rinnegano le loro tradizioni, tradiscono la rappresentanza degli interessi popolari, diventano affaristi e integrati nell’establishment capitalistico. Tali atteggiamenti fanno parte del loro DNA da sempre: erano così all’epoca di Giolitti (e dei suoi intrallazzi con Turati), lo erano in Germania durante la Repubblica di Weimar dove aprirono le porte ai nazisti per aver aiutato il parassitario capitale finanziario a dissanguare il popolo tedesco (a sostanziale vantaggio, anche allora, della finanza americana), lo furono da noi con la scissione di Palazzo Barberini (Saragat nell’immediato dopoguerra) che contribuì a ridare tutto il potere ai peggiori capitalisti italiani con la testa china di fronte a quelli USA, ecc. Sempre e in ogni dove, i “riformisti” (oggi “progressisti”) sono i peggiori di tutti; nessuno come loro inganna, perverte la verità, insozza la moralità, bastona il popolo fingendo di difenderlo, suona il flauto con una mano e con l’altra nasconde il coltello del macellaio, si presenta sorridente camminando al tuo fianco e poi, progressivamente, resta indietro e….ti fa “quel lavoretto” (talvolta con la vaselina, talvolta senza).  

Gli elettori di questa squallida sinistra, invece di ripetere la solita stronzata cui non riescono a rinunciare (“ma allora, che si deve fare, tornare a Berlusconi?”), imparino a rinunciare a vedere nel gioco “destr-sinistr” (come nelle marce militari) una reale alternativa. Non ce ne sono altre al momento? E allora, elettore del cavolo, se ti mettono di fronte un coltello ed una pistola e ti dicono di scegliere come suicidarti, non fai nessun tentativo per salvarti? Se hai ancora un po’ di tempo davanti a te, non lo impieghi a cercare se esiste un qualche “inghippo” per restare vivo? Forse non ci riuscirai, dovrai morire egualmente, ma almeno non favorirai il tuo assassino consentendogli di uscirne con le mani pulite; dovrà ucciderti lui, il farabutto e delinquente. E tu invece no, scegli D’Alema o Prodi o Fassino o Rutelli o chissà chi altro ancora, affidando le tue sorti a costoro; cioè sempre, in definitiva, ai Montezemolo, ai Bazoli o ai Profumo, o altri ancora, tutti che si fanno reciprocamente gli sgambetti per fregarsi tra loro, ma tutti uniti nel succhiarti il sangue da vampiri parassiti quali sono. Smettila di pensare a Berlusconi; pensa al tuo “culo”, che ti vogliono “fare come una cesta”; e te lo vogliono fare i tuoi “amici di sinistra”, quelli che voti perché sarebbero il “meno peggio”. Si può essere più sciocchi o ignari o irresponsabili di così!?     

D’altronde, attualmente, tutti i sondaggi, anche quelli di sinistra, mostrano quest’ultima in caduta libera; ma non certo per merito del centrodestra. Quest’ultimo è come una squadra che gioca assai male, ma segna goal perché l’altra gioca ancor peggio. In questo momento, quindi, esisterebbe qualche possibilità di riuscita per una forza che ponga con nettezza e sincerità l’esigenza di estirpare l’intero cancro degli schieramenti politici in Italia; e il cancro non si cura con l’illusorio “metodo Di Bella” (lo ricordate?), bensì con la chemioterapia o, ancor meglio, con l’asportazione chirurgica. Ma chi porrà questa esigenza?

 

8 dicembre

 

PS Riporto pari pari, e con pignoleria, un sondaggio fatto dalla Swg (notoriamente vicina alla sinistra) per conto della Ires-CGIL (fonte dunque non sospetta di partigianeria a favore della destra). Il sondaggio riguarda il voto degli operai di fabbrica, dei pensionati, dei disoccupati, nelle ultime elezioni politiche. Il territorio italiano è stato diviso in 4 comparti: nord (Piemonte, Val d’Aosta, Lombardia, Triveneto), centro-nord (Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche), centrosud (Lazio, Abruzzo, Molise, Puglie, Campania, Basilicata, Calabria) e isole (Sicilia e Sardegna).

Operai. Al nord 45,7% al CD (centrodestra) e 37,5 al CS (centrosinistra) con astensione del 16,7. Al centronord 51,9 al CS e il 29,6 al CD con 18,5 di astenuti. Al centrosud 47 al CS e 32,9 al CD e 20,1 di astenuti. Nelle isole CD al 41,4 e CS al 40,9 con il 17,5 di astensione.

Pensionati. Al nord 48,9 per il CD e 36,1 CS con 14,4 di non votanti. Al centronord 51,7 al CS e il 34,2 al CD con astensione del 14,1. Al centrosud 42,6 per il CD e 36 per il CS, astensione del 21,3. Isole: 43,9 CD e 33,4 CS, astensione al 22,7.

Disoccupati. Nord: 42,7 CD e 38,8 CS. Centronord: 47,5 CD e 40,7 CS [non ho sbagliato, non ho invertito il CS con il CD. Se c’è un errore non è mio]. Centrosud: 43,9 CD e 36,4 CS. Isole: 38,2 CD e 27,6 CS. Non ho trovato riportati i dati dell’astensione, ma si evince che sono molto alti, in specie al sud e nelle isole.

Non credo ci sia bisogno di commenti, le cifre sono significative.