LA VERITAAAA’ di G. La Grassa

 

Di fronte alla dura risposta di Micheli (chiaramente per conto del Governo) all’incoerente Bertinotti (si veda qui sotto il pezzo di Tozzato su tale ineffabile personaggio), Gennaro Migliore (in realtà Peggiore) di Rifondazione ha risposto: “Micheli, che forse guarda più alla Russia che alle democrazie, si scusi e Prodi prenda le distanze”. Bene farà gente come Migliore ad abbandonare il simbolo della falce e martello e ad adottare quell’ammasso di scarabocchi colorati (visto sui giornali), che rappresenta l’imbelle pacifismo decerebrato odierno in un mondo che va verso prove sempre più aspre. Questi rinnegati sposano la “democrazia” (purulenta, ormai corrotta oltre ogni dire; e, dove sembra, solo sembra, un po’ meno marcia come negli USA, pura maschera di violenza e aggressione ai popoli) contro la Russia, con ciò accettando le tesi più retrive e apparentandosi ai destri ultrareazionari di Libero, che oggi sputano veleno perché si riceve in sordina il Dalai Lama onde non irritare la Cina.

La deriva degli “orfani del comunismo” è impressionante. Ci sono coloro che l’hanno rinnegato (per la “democrazia”), come quello appena nominato, ma ci sono anche altri, che pur prendono posizioni apparentemente “avanzate”, a mio avviso poco ragionevoli. Finito nel nulla il comunismo – che però non era tale, mettiamocelo una buona volta in testa – non sanno più a che santo votarsi. Alcuni si affidano all’ambiente e quindi alla decrescita, come se oggi il problema fosse ritagliarsi un piccolo spazio di “buon vivere”. A parte che, senza sviluppo, sarebbe un cattivo vivere; poiché il mondo moderno, industrializzato, e non esclusivamente il “perverso” capitalismo, vive la condizione di “Alice dietro lo specchio”: “anche solo per restare fermi nello stesso posto, bisogna correre sempre più velocemente”. Sarebbe poi ora di convincersi che andiamo verso un mondo policentrico e quindi più turbolento e caotico, con possibili scoppi di conflitto acuto, in cui prevarrà chi ha la forza (promuoverà quindi il più impetuoso progresso a tutto campo della ricerca scientifico-tecnica, e dei settori produttivi che la sostengono ed in cui questa fa ricadere i suoi maggiori avanzamenti). Basta con il buonismo, e dunque con il pacifismo da “anime belle”; ci si deve sporcare le mani, altro che fare tante “prediche di pace e serenità”, di vita “pulita e sana”. Chi così ciancia non cambia il mondo, alla fine lo sporca sempre più, lo rende invivibile, lo affida al comando dei prepotenti o addirittura degli assassini!

Proprio per questo, mentre sono favorevole allo sviluppo di Russia, Cina, India, ecc. in quanto nuovi centri in competizione con gli Usa, affinché il potere imperiale di questi ultimi venga sempre più incrinato e declini, sono contrario a chi ha salutato il successo di Putin nelle recenti elezioni non per quello che è veramente (e non mi stupirei se anche ci fossero stati i sedicenti brogli, e me ne infischio nel modo più assoluto di saperlo o meno), ma perché porterebbe pace, equilibrio e altre “amenità” simili nel mondo. Queste sono panzane e ricordo a chi le diffonde le parole di Althusser, il quale sosteneva che “essere comunisti” è in primo luogo “ne pas (se) raconter d’histoires”; tuttavia, mi permetto di tradurre così: per non ingannare la “gente”, per non essere puro propalatore di illusioni gravemente mistificatorie, qualsiasi individuo (comunista o meno che sia) non deve raccontar(si) balle immani.

La vittoria di Putin è una garanzia per lo sviluppo della potenza russa, così degradata da Gorbaciov e Eltsin. Putin ha indicato con chiarezza che vuol procedere anche sulla via del riarmo; altro che pace ed equilibrio (a meno che non siano quelli di “vecchio stampo”, che sussistevano solo nei paesi più avanzati dei “due campi”, perché al confine di questi ultimi vi era un continuo stillicidio di guerre varie, con centinaia di migliaia di morti; è questo che volete “serafici pacifisti”? Comodo, però, sempre gli altri a pagare per voi!). Lo sviluppo cinese e di altri paesi hanno lo stesso significato. E se ci si batte – almeno per questo il sottoscritto si batte – per una nuova indipendenza dell’Europa (in contrasto quindi con gli Usa), è sempre per il medesimo fine. Basta “sputare gradevoli paroline” per plagiare i più “deboli di mente”. Si dica la verità. Anche perché tra coloro che le spargono tutt’intorno, vi è chi conosce la storia; e sa bene che le rivolte dei dominati sono sempre avvenute quando i dominanti si scontravano con estrema ruvidezza in piena epoca policentrica; e anche il sedicente pacifismo gandhiano (di cui ha ricordato alcune “cosette” dimenticate il già citato Tozzato) ha vinto solo quando l’imperialismo inglese era ormai stato “stracciato” (e sostituito) da quello Usa, dopo il conflitto “mortale” con la Germania e il Giappone e mentre nasceva il mondo bipolare Stati Uniti-Urss.

Non si deve mai essere ipocriti, ci si danneggia con le proprie mani. Si parli chiaro; il “popolo” europeo ha diritto di sapere che cosa comporta una sua lotta per una nuova indipendenza. I subordinati non vanno ingannati. Andiamo verso lo squilibrio, il conflitto, il rimescolamento delle carte che non sarà affatto pacifico; questo apre però spazi in cui far “irrompere” una volontà di rinnovamento e di ribaltamento degli attuali rapporti di dominio-subordinazione. Non è per i tempi brevi, a questo tuttavia si dovrebbe tendere.