AFFARI BILATERALI E FINMECCANICA a cura di A. Musto

Proponiamo qui un articolo de Il Foglio in data 4 agosto.
L’interesse è dato dal tema principale trattato, ma anche dall’insieme di spunti analitici che direttamente o indirettamente ne derivano, dalla politica all’economia.
Al centro, dunque, il ruolo crescente di Finmeccanica, nostra azienda di punta in grande ascesa nell’arena della competizione internazionale e che si configura sempre di più come soggetto chiave di connessioni sia diplomatiche che industriali.
Sullo sfondo, le manovre proprio contro Finmeccanica, l’intreccio delle relazioni tra Roma, Londra, Parigi, Berlino e quelle in ambito NATO, la possibile eventuale (?) nascita di un nucleo di esercito europeo nonché i risvolti economici derivanti da taluni accordi, con relativi impegni per le nostre piccole-medie aziende.
Alla base, l’assunto (scontato) che i settori nevralgici sono fondamentali ai fini della proiezione internazionale di un Paese, connotandone il profilo strategico sia sul versante politico che su quello economico-industriale.
 
AM
 
 
Dietro il vertice tra Cameron e Cav. c'è l'asse italo-inglese sulla difesa.
Oggi l'incontro a Roma: si rafforza la cooperazione che nella Nato preoccupa il ticket Parigi-Berlino.
 
Il ruolo di Finmeccanica
 
L'asse italo-britannico è una realtà, Perlomeno nella politica estera e nella difesa. I colloqui erano partiti all'indomani dell'insediamento di David Cameron a Downing Street. anno raggiunto il primo traguardo a Londra nel corso della riunione Bilaterale di fine luglio. Oggi riceveranno il suggello dal faccia a faccia tra Cameron e Silvio Berlusconi. Così tecnici e industria potranno mettere mano concretamente ai dossier. Già nella prima decade di settembre, secondo quanto risulta al Foglio, è previsto un incontro operativo a Roma proprio sulla cooperazione nell'industria degli armamenti, A lavorare per la costituzione dell'asse è stato innanzitutto il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Per quanto riguarda la difesa, l'Italia ha molto da offrire ha detto recentemente e una cooperazione tra Roma e Londra può far compiere reciprocamente notevoli passi in avanti nelle tecnologie più sofisticate, applicabili anche alla sicurezza, a partire da quella di infrastrutture, porti e aeroporti, ma anche delle coste e degli spazi aeromarittimi. A Finmeccanica sarà assegnato un ruolo chiave non solo a livello industriale ma anche diplomatico. Insieme con Italia e Stati Uniti, il Regno Unito è il terzo mercato domestico del gruppo guidato da Pier Francesco Guarguaglini. Oltre la Manica, Finmeccanica conta forti presenze nell'elicotteristica, dopo l'acquisto dello storico marchio britannico Westland, e nella difesa elettronica con Selex Galileo; con 9.800 dipendenti (il 13 per cento della forza lavoro del gruppo) realizza l'li per cento dei 18,2 miliardi di euro fatturati. L'asse italo-britannico nella difesa non si limita, però, a Finmeccanica. A margine del Farnborough International Air Show, la più importante rassegna mondiale del settore, a luglio è stato siglato un patto operativo per sostenersi reciprocamente sui mercati internazionali tra l'Aiad (la federazione delle aziende italiane dell'aerospazio, la difesa e la sicurezza) e l'omologa britannica Ads. L'aerospazio, la difesa e la sicurezza rappresentano il 20 per cento dell'industria manifatturiera britannica. Le sole industrie della difesa fatturano 35 miliardi di sterline all'anno, impiegano il 10 per cento della forza lavoro industriale, garantiscono cinque miliardi di attivo nella bilancia commerciale. E dall'Italia si stanno già attrezzando per la partita numerose aziende medio-piccole. Il gruppo Elettronica sta preparando proposte per i suoi apparati per la guerra elettronica, contro il cyber crime, e per i sensori in grado di catturare e deviare i missili. Vitrociset ha approntato un programma per la gestione innovativa dei suoi poligoni di tiro in Sardegna, che potrebbero diventare i poligoni del futuro esercito europeo.
 
Le teorie del complotto
 
Un progetto comune che Italia e Regno Unito potrebbero avviare a breve è quello di un aereo da combattimento senza pilota, in grado di mettere insieme le esperienze di Bae Systems e Alenia Aeronautica. Ma l'alleanza per ora è prima di tutto commerciale e politica, I governi di Roma e di Londra sono consapevoli che l'austerità economica dei paesi occidentali, che ha portato ovunque a drastici tagli nelle spese per la difesa, sta spingendo anche i pi scettici a cominciare dai britannici sulla strada dell'esercito europeo e di forniture comuni che evitino doppioni di spesa. Il rischio, secondo alcuni analisti, è che questo mercato possa finire appannaggio dell'asse franco-tedesco. Il progetto italo-britannico, che ruota intorno a Finmeccanica, nuoce in particolare a Parigi, decisa ad assumere un ruolo guida in Europa e infastidita dalla crescita di player di altri paesi, come l'Italia, Roma e Londra puntano anche alla Nato. E' probabile che anche in questo caso la crisi faccia pensare a forniture condivise per le operazioni comuni. Proprio all'Alleanza atlantica, e a tutte le gare per apparecchiature di sicurezza che Finmeccanica si è aggiudicata nell'organizzazione, ha fatto riferimento pure il ministro Frattini, interpellato negli scorsi giorni sull'ipotesi di un complotto internazionale contro il gruppo presieduto da Guarguaglini: “Quando è difficile batterli come concorrenza, forse si cerca di dare qualche colpo sotto la cintura”. E se alla Nato l'asse franco-tedesco è debole, in compenso sono dominanti gli Stati Uniti. Cameron ha assicurato che la “special relationship” non è in discussione, ma ha pure fatto capire che non tutto ciò che va bene a Washington ormai va bene anche a Londra.
 
Il Foglio, mercoledì 4 agosto 2010