ATTENTI AI FINI…a cura di G.P.


 
Un Fini in “mise istituzionale” quello che ha partecipato ieri alla trasmissione di Lucia Annunziata, In ½, ora, su rai tre, parte che stride fortemente
con la guitteria e la goffaggine messa in scena solo qualche giorno prima alla direzione nazionale del PDL, dove i numeri gli hanno dato ancora una volta torto. Fini ha smentito di voler far cadere il governo, di mettersi di traverso ai programmi della maggioranza e di lavorare per il caos istituzionale dal quale lui potrebbe emergere come l’uomo del “day after”.
Ma l’ex leader di AN ha ribadito anche di non esser disposto a rinunciare ad una maggiore democrazia nel partito, di non voler cedere alla maniere carismatiche di Berlusconi che con suo il codazzo di cortigiani impedisce lo sviluppo di una dialettica politica nella coalizione. Tutte balle, il pupillo di Almirante ha fatto una palese marcia indietro perché quelle forze dell’establishment antiberlusconiane, che stanno scommettendo su di lui come anticav per antonomasia, non si sono ancora sedimentate e non hanno ben individuato la strategia da seguire per il futuro.
Quello che il Presidente della Camera ha in testa lo si è capito da tempo e le troppe coincidenze di questa fase lasciano credere il peggio, ovvero che i poteri del “cattivo vapore” hanno puntato su "Sua kippa" per costruire una stagione della riscossa, per rimettere il Paese nelle mani delle vecchie classi dirigenti, mortificate dalla crisi economica, supine agli americani, agli israeliani e alle burocrazie europee.
Del resto, l’abbandono della carica presidenziale alla Fiat da parte LCM, gli ammiccamenti con Casini e con Rutelli, la serqua di Fondazioni e Think Thank che questi personaggi stanno nobilitando servono proprio a preparare il terreno di questa terribile intesa. L’operazione non sarà facile, tuttavia se si realizzasse sarebbe un vero guaio per l’Italia che finirebbe nelle maglie stritolatrici dei peggiori poteri dominanti, quelli che da sempre sono abituati a far pagare allo Stato i loro disastri imprenditoriali e a gestire i loro interessi a danno della collettività.
Di queste forze retrive Fini vorrebbe diventare il vero condottiero, come ha lucidamente fatto notare Marcello Foa sul suo Blog. A questo punto dovrebbe essere organizzata una grande resistenza per contrastare il complotto in atto ma non si vedono all’orizzonte quegli uomini seri e politicamente scorretti in grado di rimettere l'Italia sui giusti binari del cambiamento. Manca la Nuova Forza, quella di cui si sente ormai un forte bisogno per ripulire il campo di tutte le immondizie alla Fini, alla D'Alema, alla Montezemolo ecc. ecc. La storia chiama ma l'Italia, ancora una volta, sembra essere in ritardo…

Di Marcello Foa
La coincidenza è sorprendente, anche se casuale: mentre Fini ufficializza la fronda a Berlusconi nel Pdl, Luca Cordero di Montezemoli lascia la presidenza della Fiat e diventa un uomo libero di esplorare nuovi orizzonti professionali.
Montezemolo continua a negare di voler scendere in politica e a breve con ogni probabilità non mente. Ma a lungo? Pochi mesi fa ha lanciato una nuova fondazione, Italia futura, e quando una personalità pubblica decide iniziative del genere raramente è per spirito di servizio. La fondazione è il viatico a iniziative più importanti e alla costruzione di una rete di contatti.
E’ lo stesso percorso seguito da Fini con
FareFuturo
, un think tank molto dinamico e a tratti polemico.
I rapporti tra FareFuturo e Italia Futura sono eccellenti; come quelli tra Gianfranco Fini e Luca Cordero di Montezemolo. E in futuro potrebbero diventare ancora più stretti. La mia impressione, infatti, è che entrambi lavorino sul mediolungo periodo ovvero che non intendano sfidare Berlusconi adesso (anche perché perderebbero), ma posizionarsi per controllare il centrodestra dopo il Cavaliere, emarginando alla Lega e recuperando il rapporto con l’Udc di Casini.
Fini il politico esperto e sempre più trasversale; Montezemolo l’uomo immagine gradito a destra e a sinista. Entrambi legati all’establishment italiano e, quel che più conta, europeo. Con uno scopo condiviso: rendere più  moderato, istituzionale, e politicamente corretto il centrodestra.
La mia è solo un’intuizione, sia chiaro, ma un’allenza tra i due mi sembra perlomeno credibile. O no?