AVETE VISTO di GLG

a seguire Requiescat in pace di G.P.

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Avete visto? Pensavo che gli speculatori giocassero al rialzo per un po’ di tempo, sfruttando le “grandi misure di salvataggio” attuate dalle autorità statunitensi. Invece, sembra proprio che non si fidino più della situazione ballerina; già ieri hanno realizzato quanto potevano riportando all’in giù le Borse. Il che non significa che non rifaranno questi giochetti, ma ormai anche loro navigano “a vista” e l’andamento dei “mercati” si farà più frenetico. Intanto, ieri, chi specula si è spostato di nuovo sul petrolio che in una seduta è cresciuto di prezzo di un 30%, più o meno. Ormai si ballerà, e per un bel pezzo; altro che “timidi segnali di ripresa” per il 2009; sempre imbroglioni questi “esperti”. Non sanno nulla di nulla, non leggeteli nemmeno; deficienti o canaglie.

Del resto, ricito (anzi sul blog è la prima volta) ciò che scrisse Marx tanto tempo fa, parlando della forma prezzo, tipica di una società mercantile generalizzata, che è soltanto quella capitalistica; dove appunto esiste il denaro, quindi il commercio dello stesso, dunque tutte le “storture” della finanza che si autonomizza e cresce su se stessa. Dice Marx (capitolo terzo del primo libro de Il Capitale) che non si tratta di “un difetto di tale forma” bensì proprio della “forma adeguata d’un modo di produzione nel quale la regola si può far valere soltanto come legge della sregolatezza, operante alla cieca” (corsivo e grassetto miei).

Appunto, esiste la “mano invisibile” che gli economisti e i tecnici finanziari – non si sa se carenti di intelletto come sostenuto da Tremonti al Centro Studi della Confindustria (l’ho riportato qualche giorno fa nel blog) oppure autentici banditi pagati per rovinare gli ignari – fanno finta di “vedere”.  Oggi, c’è però un ottimo articolo di Max Gallo (sempre sul Giornale) che evito di riportare integralmente, anche perché alza troppi peana al capitalismo. Tuttavia – a differenza di quanto scrivono gli esimi economisti sul Corriere o su Repubblica e altri giornali “girati verso sinistra” – ammette senza perifrasi che tale forma sociale è eminentemente distruttiva, provoca disastri (crisi e guerre e quant’altro) di ogni genere; però non è mai crollata come pensano ancora adesso alcuni “sopravvissuti” di un’altra stagione. Gallo ricorda che, dal Manifesto del partito comunista, è passato un secolo e mezzo contrassegnato da non meno di dieci grandi crisi, più guerre di ogni tipo; e tuttavia il capitalismo ne è uscito rinnovato, aprendo nuove vie – ma proprio nuove e prima impensabili con rinnovate forme riproduttive dei suoi rapporti sociali. Certamente, con sofferenze – anche queste di ogni genere – per gran parte delle varie popolazioni del mondo. In definitiva, economicamente e non economicamente, in tutti i sensi insomma, il capitalismo funziona secondo regole che si fanno “valere soltanto come legge della sregolatezza, operante alla cieca”. Però ha sempre vinto e sotterrato tutte le forme sociali che gli si sono frapposte.

O si tiene conto di questo fatto, ripetutosi per centocinquant’anni, o si fa una brutta fine come è sempre accaduto a chi ha tentato di affossare il capitalismo. Basta comunque con gli economisti ideologi dei dominanti, perché sono o dementi o banditi; in ogni caso mentono o ignorano i fatti. Basta però pure con i residui fossili del “comunismo” e “marxismo” (oggi però seguiti anche da alcuni intellettuali che provengono dai gruppetti della “destra”; non so con quale logica, ma non è affare mio perché non appartengo alla loro tradizione) che riprendono a suonare la fanfara della crisi finale del capitalismo. Verranno seppelliti – speriamo solo da grandi risate – per lo spettacolo comico che offrono al pubblico per l’ennesima volta. Qui, è necessario ripensare tutto e con la massima celerità possibile. Chi si attarda in vecchi schemi e decrepite contrapposizioni (anche politiche e non solo di “scuole economiche”) è peggio che un opportunista: è ormai una canaglia, lo è “oggettivamente”, e per lo più anche “soggettivamente” (perché c’è tanta gente pagata, perfino tra gli “ultrarivoluzionari” dal frasario roboante e truculento, per imbrogliare le certe e impedire il ripensamento).