C.V.D.


Mi dispiace essere sempre “brontolone”, ma a mio avviso il “nobile e alto” discorso del Presidente Napolitano rasenta il Nulla, è un insieme di frasi fatte e stereotipi; e questo in una situazione direi quasi tragica per il nostro paese (e non solo, ma è chiaro che il discorso non era rivolto al mondo, giustamente). Una volta tanto, debbo dire che gli unici commenti sensati sono quelli dei leghisti, che hanno rilevato l’inadeguatezza e, direi, l’inutilità di tante belle parole, che esprimono il “buon senso” della piattezza. Invece, tutti gli altri, da destra e sinistra, da Prodi a Berlusconi, sono rimasti ammaliati. E’ vero che non sanno più a che Santo votarsi, perché ormai penso che il disprezzo per questo ceto politico tocchi quasi il 90% della “gente”. Anche Berlusconi, che spara sondaggi a raffica, ha perso tanto di quello smalto che farebbe meglio a mettere un po’ da parte le Brambilla, le Carfagna, le Prestigiacomo e compagnia cantando.
Comunque, i commenti al discorso presidenziale sono la migliore dimostrazione di come non vi sia differenza sostanziale tra destra e sinistra; certo vi sono diversità di mentalità, di gusti, di sensibilità verso certi “usi e costumi”, ma identica è l’incapacità di avere qualche idea nella zucca, e quindi di governare, di non essere dei puri servi di poteri stranieri, ecc. Non c’è dubbio che, da questo punto di vista, l’attuale Presdelarep esprime al meglio l’intero ceto politico, forse anche la classe dirigente in senso lato, ma non certo la “nazione” (cioè la collettività con i suoi problemi minuti di tutti i giorni, ormai resi gravi e irrisolvibili dall’assoluta mancanza di una dirigenza economica e di una guida politica purchessia.
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