CEPPALONI CONNECTION di G.P.

 

070211-mastellaTanti arresti in Campania e tutto il partito dell’Udeur praticamente azzerato. Le indagini, da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere,  coinvolgono il Guardasigilli Clemente Mastella e sua moglie, Sandra Lonardo, quest’ultima già agli arresti domiciliari, nonché tutto l’entourage parentale della “Ceppaloni Connection”. Di primo acchito si potrebbe pensare che anche nella terra della Camorra, qualche volta, la magistratura riesca a fare il suo dovere e ad operare attraverso le leggi, tuttavia mi si consenta di dubitare e di avanzare il sospetto che questa operazione sia stata fortemente eterodiretta, quasi a voler coprire ben altre magagne.

La situazione in Campania è piuttosto delicata (per essere eufemistici), l’emergenza rifiuti ha portato allo scoperto deficienze amministrative, corruzione, ladrocini di ogni risma e la solita logica partitocratrica per cui il potere si divide secondo feudi di pertinenza, lungo una scala gerarchica di differenziali notabilari.

Far partire oggi l’inchiesta contro Mastella e la sua “mozzarella di bufala corporation” (poiché è vero che il Ministro è uno che comanda ma non mi sembra sia lui l’ “Al Capone” indiscusso di quella terra) a gestione familiare, con tutta la Regione Campania sepolta sotto un cumulo di rifiuti maleodorante, ha un non so che di pretestuoso e di sviante. Per altro, non mi pare che ai vertici degli organi regionali seggano solo uomini del suo partito, anzi la più grande città della Campania e la presidenza regionale sono in mano ai “mammasantissima” della sinistra.

Forse era davvero giunto il momento che le manette scattassero di nuovo in Campania (ma non solo lì, perché la corruzione in Italia è generalizzata, soprattutto nelle regioni del sud), che si tornasse a risentirne il tintinnio dopo la stagione di Tangentopoli, la quale aveva colpito, anche allora, in un’unica direzione tralasciando corresponsabilità impossibili da non vedere, a meno di non essere teleguidati nelle indagini da condurre e negli arresti da effettuare.

Credo che Mastella sia oggi il capro espiatorio, il suo sangue servirà a lavare anni di malgoverno campano, con l’obiettivo di salvare tutto il resto di un ceto politico di lestofanti che tra affari loschi, voto di scambio e infiltrazioni mafiose, meriterebbe in massa la galera, ad esclusione di nessuno.

Del resto Mastella si stava spingendo troppo oltre nelle sue pretese arrivando a minacciare, da quello che si apprende dalle intercettazioni pubblicate sul Giornale, anche il governatore Bassolino, al quale aveva fatto capire che se la spartizione delle cariche negli enti regionali non fosse stata più equa sarebbe partita “una campagna di stampa per attaccare il governatore in relazione alla gestione dei rifiuti” (almeno secondo il teorema accusatorio costruito dai magistrati). L’audace Mastella era anche arrivato ad indicare, per una carica Asl, il cugino della moglie che di cognome fa Lonardo come lei; qualcuno, al proposito, gli aveva fatto notare che si trattava di una segnalazione troppo “scoperta”, ma lui non ne aveva voluto sapere tanto da affermare “se qualcuno dice che è mio parente, rispondi che non è parente solo mio ma che è anche parente della Mazzoni, segretario dell’UDC”.

Arroganza e certezza  d’impunità abbondano nelle parole del Ministro.

Ma se Mastella dovrà subire un processo per concussione, il quale probabilmente finirà con il solito buco nell’acqua, non prima però di aver rimesso in riga l’ingombrante Ministro e il suo partito, ad “altri” (e chi vuol capire capisca…) spetterebbe una gogna pubblica e la cancellazione dal panorama politico italiano, oltre che la meritata dose di galera.

Infine un ultimo sospetto. Mastella stava diventando una scheggia impazzita, parlava con un Berlusconi un giorno sì e l’altro pure sulle sorti del governo che aveva ormai i giorni contati e al quale bastava dare la spallata adeguata al momento opportuno.

Si vede che qualcuno non la pensava come lui e glielo ha fatto capire a suon di avvisi di garanzia.

Ciò che resta di questa vicenda, aspettandone i risvolti a livello politico, è la situazione di un’Italia violentata, sottoposta ad un processo di “libanizzazione”. Siamo diventati un paese di frontiera dove si giocano molte partite, a livello geopolitico e geostrategico (e gli attori principali non sono certo gli italiani).

L’instabilità del nostro paese e l’imputridimento generalizzato delle nostre istituzioni dipende precisamente da questo stato di fatto.