Cipro cerca di sviluppare il proprio settore energetico a seguito del salvataggio economico

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[Traduzione di Francesco d’Eugenio da: Cipro cerca di sviluppare il proprio settore energetico a seguito del salvataggio economico | Stratfor]

Riassunto

E’ passato quasi un anno da quando Cipro è stata messa di fronte alle condizioni da accettare per ricevere un salvataggio di 10 miliardi di euro (13.6 miliardi di dollari) dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale. Grazie a questo salvataggio, Cipro ha scongiurato l’insolvenza sul debito sovrano, ma è precipitata in una profonda crisi economica che potrebbe durare decenni. Nicosia può approfittare delle attenzioni delle grandi potenze alla ricerca di influenza nel Mediterraneo Orientale, ma a causa dell’importanza geopolitica della regione, Cipro avrà scarso controllo sui fattori che influenzeranno lo sviluppo del suo settore energetico. Ristrutturare il settore energetico resta un obbiettivo a lungo termine per Nicosia, anche laddove una tale riforma non dovesse migliorare le condizioni economiche del paese nel breve periodo.

Analisi

Cipro è stata al centro dell’attenzione dei media nel primo periodo del 2013, in qualità di ennesimo paese dell’eurozona ad avere bisogno di un salvataggio. A causa dei suoi stretti legami economici con la claudicante Grecia, Cipro era uno dei paesi che più verosimilmente avrebbe avuto bisogno di aiuti dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale per evitare l’insolvenza. Le elezioni imminenti a Cipro e in Germania, lo scetticismo verso i salvataggi nei paesi creditori, il forte rilievo del settore finanziario cipriota e i suoi legami con la Russia sono stati i fattori che hanno prolungato i negoziati sul salvataggio, conclusi a marzo del 2013.

Per la prima volta, i creditori hanno richiesto nell’accordo che i correntisti pagassero una parte del fardello in cambio degli aiuti economici al paese. A Cipro, questo intervento dei depositanti ha riguardato pesantemente gli stranieri, specie i russi, perché Cipro era un importante centro finanziario offshore.

Siccome Cipro ha un’economia di ridotte dimensioni, la turbolenza attorno al salvataggio non ha destabilizzato l’eurozona nel complesso, ma cionondimeno ha avuto importanti conseguenze. Cipro è stata un test critico per l’Unione Europea perché le nuove direttive europee stabiliscono che i grandi correntisti debbano in generale farsi carico di parte dei costi dei futuri salvataggi. Cipro risente ancora degli effetti delle condizioni imposte per il salvataggio e della crisi economica. Ci si aspetta che l’economia si contrarrà circa dell’otto percento nel 2013 e vedrà un ulteriore contrazione del cinque percento nel 2014. Alcuni dei controlli finanziari, introdotti dopo il salvataggio per timore di una corsa agli sportelli, sono ancora in vigore. La disoccupazione è cresciuta dal 14,7 percento di marzo 2013 al 17,3 percento di novembre 2013, l’aumento più veloce in tutta l’Unione Europea nel periodo in esame. L’attuale tasso di disoccupazione è vicino a tre volte il valore della fine del 2010 e dimostra che l’economia cipriota era già in difficoltà prima del salvataggio. Le previsioni dicono che la disoccupazione crescerà ancora e a causa di ciò la domanda interna rimarrà bassa per diversi anni. Anche la politica cipriota sarà turbolenta negli anni a venire, con la classe dirigente intenta a conservare il consenso degli elettori.

Poche soluzioni per superare la crisi economica

A causa della sua estensione modesta e della sua lontananza dai mercati di consumo, Cipro ha un settore manifatturiero ridotto e un’economia fortemente orientata ai servizi. E’ quantomeno improbabile che la situazione possa cambiare. Nonostante la riforma delle banche cipriote e l’attuale situazione di debolezza, il settore finanziario resterà una parte importante dell’economia di Cipro. L’anno scorso la seconda banca di Cipro, Popular Bank, è stata chiusa mentre il primo istituto del paese, la Banca di Cipro, è stato ristrutturato. L’obbiettivo dei creditori internazionali era quello di ridimensionare l’industria finanziaria cipriota affinché Cipro potesse gestire i problemi futuri nel settore ed il paese divenisse un centro finanziario offshore di secondo piano. Tuttavia, come risultato delle ristrutturazioni e dei prelievi forzosi, i grandi correntisti — in particolar modo quelli provenienti dai paesi ex-sovietici — dispongono ora di quote ancora più grandi della Banca di Cipro, dal momento che i loro depositi sono stati convertiti in azioni, che garantiscono loro maggior voce in capitolo sulle decisioni. Siccome l’Unione Europea tiene sotto controllo il settore finanziario di Cipro, le decisioni dei consigli di amministrazione sono soggette a forti vincoli. Ciononostante, i numerosi membri russi possono influenzare gli interessi strategici della banca e attrarre maggiori capitali dalla Russia.

In aggiunta al settore finanziario, anche le industrie dei trasporti e del turismo sono parti importanti dell’economia di Cipro. Ma Cipro non sarà in grado di superare la crisi in corso facendo affidamento solo su questi settori.

Il settore energetico quale possibile soluzione

Nicosia spera di diversificare la propria economia trasformando il paese in uno snodo energetico. Il Mar Mediterraneo Orientale cela grandi riserve di gas naturale, e Cipro spera di diventare un importante stato di transito per il flusso di gas naturale verso l’Europa, oltre all’incamerare i profitti delle riserve di gas a largo delle sue coste. In aggiunta alle incertezze circa l’estensione dei giacimenti, le tensioni politiche nella regione e la carenza di investimenti costituiscono ulteriori ostacoli a questa strategia.

Il giacimento di gas naturale Afrodite è stato scoperto nel 2011 a largo della costa sud-orientale di Cipro ed ha alimentato le speranze per ulteriori scoperte nelle acque cipriote. Un altra opzione in via di discussione è un gasdotto che porti il gas naturale da Israele all’Europa passando per Cipro. Nicosia spera inoltre di costruire un terminale per la liquefazione del gas naturale, ma ha bisogno di disporre di altri giacimenti perché un tale terminal diventi competitivo.

Un’ulteriore ostacolo a questi piani è costituito dal conflitto di Cipro con la Turchia. Sin dall’intervento turco del 1974 l’isola è divisa tra la Repubblica di Cipro a sud e quella che la Turchia riconosce come Repubblica Turca di Cipro Nord. La Turchia non riconosce invece Cipro né svariati accordi sui confini che Cipro ha firmato con Israele, Libano ed Egitto. Ankara non ha condotto azioni eclatanti per bloccare le esplorazioni e si è invece concentrata sulle instabilità domestiche e regionali piuttosto che imbarcarsi in un‘escalation del conflitto contro Cipro. Cionondimeno, affinché Cipro possa avviare operazioni commerciali con il gas naturale ci sarà bisogno di una sorta di accordo con la Turchia. L’Unione Europea appoggia Cipro ma non ha la capacità di concentrarsi sul Mediterraneo Orientale a causa della propria crisi strutturale. Oltre ai piani congiunti con Israele, sarà necessario il coinvolgimento degli USA o della Russia per raggiungere un accordo con la Turchia o, in mancanza di ciò, per garantire alle compagnie che i loro investimenti non verranno bloccati a dispetto delle minacce turche.

La misura in cui le grandi potenze sosterranno Cipro dipende dalla direzione che prenderanno gli altri processi in corso nella regione (come le tensioni tra Turchia e Israele, Turchia e Russia e Russia e NATO). A prescindere dagli sviluppi del settore energetico, Nicosia dipenderà fortemente dagli interessi stranieri nell’isola per poter affrontare l’attuale crisi economica.

Nicosia cerca di rafforzare delle alleanze alternative

Cipro è fortemente integrata nell’Europa, sia politicamente che economicamente. Il paese non avrebbe alcun vantaggio dall’abbandonare l’Unione Europea perché tale mossa avrebbe effetti devastanti sulla sua economia. Tuttavia, Cipro sta cercando comunque di rafforzare delle alleanze alternative, specialmente quella con Mosca, perché le condizioni per il salvataggio e la debolezza strutturale dell’Europa ne hanno ridotto il prestigio a Cipro.

Nicosia e Mosca hanno legami forti da molto tempo, e più di una volta il paese si è rivolto a Mosca per ottenere aiuti finanziari. I capitali russi saranno un fattore importante nelle future privatizzazioni, stabilite come condizioni nell’accordo per il salvataggio.

Oltre che per attrarne i capitali, Nicosia profitta del suo rapporto con la Russia per conservare l’attenzione delle potenze occidentali, minacciate da una possibile espansione dell’influenza russa nel Mediterraneo. Mosca è disposta ad aiutare Cipro per via dell’importanza del suo settore finanziario, e l’isola ha acquistato ulteriore importanza militare per la Russia con il permanere della crisi siriana. Il porto siriano di Tartus è l’unica base navale della Russia nel Mediterraneo e Cipro costituisce una buona alternativa, dal momento che non fa parte della NATO. Dalla metà del 2013 Mosca ha aumentato i suoi sforzi per guadagnarsi un accesso permanente ai porti e agli aeroporti ciprioti. Il 10 gennaio il Governo di Cipro avrebbe approvato una bozza di accordo presentata dal Ministro della Difesa per permettere alla Russia di usare la base aerea Andreas Papandreou in caso di situazioni di emergenza o per ragioni umanitarie. Secondo i media ciprioti l’accordo non è ancora definitivo, ma Mosca ha già cominciato a usare i porti e le basi aeree ciprioti. Sebbene la bozza in discussione non darà a Mosca una base permanente, essa costituisce un precedente importante data l’attenzione dei paesi occidentali per le relazioni russo-cipriote. In particolare il Regno Unito — da cui Cipro ha ottenuto l’indipendenza nel 1960 — possiede ancora due basi aeree sovrane sull’isola, come parte dei suoi territori oltremare.

Una relazione più stretta con la Russia, sotto forma di una base militare permanente, potrebbe costare molto cara a Cipro. I partner europei e statunitensi giocano un ruolo importante nei suoi piani di sviluppo energetici. La compagnia USA Noble Energy sta esplorando le acque di Cipro, ed anche l’italiana ENI e la francese Total hanno mostrato interesse nel settore. Anche Mosca potrebbe diventare più attiva nello sviluppo del comparto energetico cipriota, e potrebbe fornire assistenza per controbilanciare le potenziali minacce dell’Occidente di far mancare il proprio supporto a queste iniziative. Tuttavia, un eventuale ritiro degli interessi occidentali, risultante dal rafforzamento dei legami di Cipro con la Russia, farebbe dipendere Nicosia dagli aiuti russi. Potrebbe anche minacciare i piani di Cipro di sviluppare le proprie risorse di gas naturale, dal momento che Mosca non avrebbe alcun vantaggio nel fornire all’Europa una sorgente di gas alternativa.

E’ di questi problemi che affliggono Cipro che si è verosimilmente parlato quando il Presidente di Cipro Nicos Anastasiades ha visitato il Regno Unito dal 14 al 17 gennaio. La delegazione cipriota non si è limitata a celebrare la sua intesa con l’Occidente, ma ha ricordato ai propri partner la persistente importanza geopolitica dell’isola, alla luce della crisi strutturale dell’Europa e della crescente influenza della Russia.