COME SI SMASCHERANO! (di GLG il 31 lug ’10)

   Prima di finire il pezzo che mi interessa di più, invece di questa m…. di politica esistente in Italia, non posso esimermi da una breve nota in merito alla chiara banalità e poca fantasia di personaggi come quelli del Pd, Idv, ecc; con riferimento particolare a D’Alema che, essendo sempre colui che fu messo al Governo per poter andare alla guerra con gli Usa (1999), è di una linearità impressionante nel suo essere agente di tale paese e della GFeID, quinta colonna di quest’ultimo da tempo immemorabile. Di fronte alla rottura nel Pdl, questo personaggino da farsa ha subito dichiarato – cosa che tutte le persone sensate (fra cui noi, ma non solo noi) hanno pensato essere il vero scopo dell’attività di Fini dentro la maggioranza – la necessità di formare un esecutivo di transizione con il compito di fare una nuova legge elettorale studiata per permettere la formazione in Italia di “duecentomila” partiti e partitini, nell’ambito dei quali poter combinare sempre qualche pateracchio per formare governi instabili, litigiosi, ma di sicura servitù nei confronti degli Usa.
   In definitiva, null’altro che una forma particolare – fingendo di tornare all’antico, ai governi Dc-Psi che duravano magari alcuni mesi – di rivoluzione “colorata”, che in Italia deve assumere queste forme di totale instabilità affinché alcuni avventurieri possano guidare il disastro italiano in funzione filoamericana. Naturalmente, per dare fumo negli occhi, si accenna alla gravità della crisi per cui non si potrebbe ricorrere a nuove elezioni. Proprio questa “aggiunta” svela i piani dei miserabili della “sinistra”. Intanto perché l’urgenza di fronte alla crisi è la stessa che ha portato la maggioranza ad appoggiare la manovra Tremonti. E non mi consta che la sinistra, salvo cercare il pelo nell’uovo per opporsi comunque, abbia indicato vie diverse e più opportune per affrontare la crisi. D’altronde, e questo è decisivo, non ci sono affatto operazioni miracolose in grado da far uscire da una crisi che non è né il sintomo della fine del capitalismo – balorda idea di alcuni gruppetti di credenti marxisti, oggi puri reazionari di complemento della serva sinistra – né una breve fase passeggera da risolvere con misure piuttosto raffazzonate, tutte dedite a far credere che gli scossoni provengono dalla mera sfera economica.
   Abbiamo una tipica crisi di passaggio d’epoca, da una formazione capitalistica ad un’altra (chi continua a parlare di capitalismo tout court è ormai “in fuori onda”); questa crisi si affronta con visione di lungo respiro relativa alla lotta multipolare, che si farà sempre più precisa nei 10 e, ancor più, 20 anni futuri. Economicamente parlando, non saremo sempre in crisi per decenni; i cosiddetti “fondamentali” oscilleranno e daranno, di volta in volta, segnali contrastanti di breve periodo. Chi guarda alla politica (in specie internazionale, da cui dipende quella nazionale) lascerà perdere i “tecnici”, capaci soltanto di pensare “in piccolo” e “in ristretto”. Occorrerebbero semmai gruppi di ampio orizzonte politico per esercitare con durezza il loro imperio nella fase storica che si sta aprendo. Certamente non è l’esecutivo attuale ad essere in grado di affrontare una situazione simile; ma tanto meno lo sarebbe un governo di puri traditori, rinnegati e servi dello straniero (e dei nostri industrial-finanziari sempre proni di fronte a quest’ultimo).
   Sia chiaro che D’Alema e soci – tutta la sinistra al completo con ampi pezzi del cosiddetto centro e della cosiddetta destra – vanno osteggiati pienamente nelle loro mene, che troveranno riscontro in alti vertici dello Stato. Inoltre, pur se si tratta di strumento e non certo dei mandanti, va detto che la magistratura è parte di queste mene al servizio dello straniero; e non c’entra nulla la buona fede di qualche magistrato o la corruzione di qualche altro da questa istituzione perseguito. Conta la funzione della presunta “giustizia”, l’attacco a senso unico che non è tanto contro una parte politica quanto invece finalizzato a dare il governo agli autentici servi dello straniero.
   E’ ora di invertire “l’ordine dei fattori” perché “il prodotto cambia”. Il vero cancro che sta uccidendo la società italiana, rendendola succube di un’altra, è la classe industrial-finanziaria composta di puri servi (leggo oggi che Obama in persona ha ringraziato Marchionne per aver “salvato” la Chrysler; cosa ho scritto fino ad oggi?). Abbondano del resto le analogie storiche: dai proprietari di piantagione di cotone nel sud degli Usa a metà ottocento, servili verso l’Inghilterra, alla finanza weimariana servile verso gli Usa, ecc. Al servizio di questi sicari odierni degli Usa sta un disgregato assemblaggio di forze politiche del tutto prive di un qualsiasi progetto, che non sia quello di rovesciare ogni volta il verdetto della “democrazia” elettoralistica cui fanno finta, da farabutti e gangster quali sono, di inchinarsi per adorarla quale “feticcio”.
   Dall’altra parte abbiamo gruppi politici, anch’essi mai omogenei, sempre pronti a scindersi sotto l’urto della pressione americana (e israeliana), gruppi che rappresentano la “risposta sbagliata dell’organismo” (quella “autoimmunitaria”) rispetto alla malattia ormai grave e mortale rappresentata dalle forze di asservimento appena nominate. La “risposta autoimmunitaria” va senza dubbio denunciata, se ne devono mostrare le debolezze e le connivenze con lo straniero. Tuttavia, il nemico fondamentale, il cancro che non ci lascia speranza di sopravvivenza, è l’altro schieramento. Questo deve essere il faro che illumina le nostre scelte. In questo particolare frangente, di durata imprecisata, sia chiaro che la risposta preliminare deve essere proprio quella dell’autonomia nazionale. Fare fughe in avanti, verso forme edulcorate del vecchio “internazionalismo proletario” – perché tali sono le fumose richieste di “europeismo”, di allargamenti di aree (in genere considerate solo sotto il lato culturale), e via dicendo – è comunque colpevole, pur quando lo si faccia per inconsapevolezza e non in modo fraudolento.
   In questo frangente, il lavoro da fare è invece di carattere nazionale, di autonomia nostra e di scelta di una politica internazionale in linea con l’affermazione del multipolarismo, per ottenere la quale è certo necessario opporsi alle mene americane (e dei suoi servi che ricordo: GFeID e “sinistra-centro-destra” del tradimento del paese) e stabilire contatti e legami, non servili, con gli antagonisti degli Usa. Non si arriverà mai ad una linea del genere se non “tagliando le unghie”, con qualsiasi mezzo, a quel corpo che ormai fa politica a tutto favore del “cancro sociale mortale” da cui siamo affetti; se non rivedendo a fondo la struttura e l’orientamento dei servizi segreti e dei “corpi speciali in armi”.
   Dobbiamo continuare a svelare l’inganno che si cela dietro le mene dei D’Alema e soci, della Confindustria e dell’Abi e di tutti quelli che sono legati alla “manina d’oltreoceano”. Non sono nostri alleati,
ma nemmeno i nostri nemici principali, quelli che parlano di questa “manina”, quelli che l’hanno subita sulla loro pelle, quelli che oggettivamente si trovano in posizione di contrasto con essa; basta sapere che sono “timidi”, che cercano di ingraziarsela, che vorrebbero essere accettati come suoi buoni servitori al posto degli altri. Alcuni non ce la fanno, e non ce la faranno mai. Distinguiamo quindi chi sono i criminali (nel senso di assassini dell’autonomia nazionale) e chi sono quelli cui “si stringe il culo” al pensiero di avere contro gli ambienti dei predominanti statunitensi. Una differenza va fatta.
   E basta con le utopie delle “grandi aree” omogenee (in che cosa di grazia?) da unire contro gli Usa. Sto con Sapir (le retour des Etats-Nation dans le XXI.eme siècle, all’incirca), ma proprio perché questi Stati nazione non erano per nulla scomparsi; solo che oggi si sta riaffermando una logica multipolare, che li porta in nuovo risalto. Vedrete che, entro una decina d’anni o poco più, perfino alcuni paesi europei capiranno che devono entrare nell’agone mondiale con ben altro spirito (d’indipendenza) da quello odierno. Il “nuovo spirito” imporrà alla fine altre forze politiche, pur se oggi non le vediamo, non sappiamo chi sono. E arriveranno perfino in Italia, magari con anticipo rispetto ad altri paesi; proprio perché le forze cancerogene – e la risposta “autoimmunitaria” ad esse – mostreranno relativamente presto la loro incapacità di gestire la nuova epoca storica in gestazione.
   La si smetta però di fare solo teoria sullo “Stato d’eccezione”. Dalla teoria approdiamo al lido della sistematica dimostrazione che così non si può andare avanti; che solo se si spazzeranno via, con le “dovute maniere”, le forze del tradimento e dell’asservimento allo straniero, si avrà quella che non sarà una semplice rinascita “culturale” nazionale. Si conquisterà molto più concretamente la possibilità di gestire la crisi in vista di un miglioramento della nostra situazione complessiva; senza attendersi miracoli in un’epoca di così gravi contrasti come quella che avanza, ma certamente un miglioramento relativo delle nostre posizioni in ambito internazionale, con riflessi positivi, nel lungo periodo, per quanto riguarda anche il lato economico della questione. Lotta a morte contro il cancro dei D’Alema e soci! Questo per il più breve periodo, sia chiaro.

   PS Non sono per la Nazione, per la Patria e le sue “Alte Sorti”, non mi sento discendere da alcuna “Stirpe” particolare. Come cultura sono “occidentale”; e di questa cultura è per me parte quella americana (Usa), di cui amo cinema, letteratura, jazz e quant’altro. Non ritengo questa cultura superiore ad altre, nel modo più assoluto; semplicemente sono nato e cresciuto dentro di essa, null’altro. Odio però mortalmente i servi, quelli che oggi stanno con gli Usa, quelli che – essendo appunto servi prima che antifascisti – hanno chiamato “liberatori” gli “Alleati”, ne sono divenuti stuoino per tutte le loro criminali avventure risoltesi nel predominio “imperiale” statunitense. Nemmeno mi sono mai sentito di servire l’Urss, tanto più che non la identificavo certo con il socialismo (e comunismo) cui ho a lungo creduto; credenza di cui non mi vergogno pur se penso che avesse dosi d’ingenuità – più precisamente di errata valutazione delle dinamiche storiche della società capitalistica – non più oggi ammissibili.
   In questa fase storica, ritengo necessario passare per una fase di rivendicazione di autonomia dei vari paesi, dotati di un certo avanzamento capitalistico. I servi della sinistra (in specie quella dei rinnegati del “comunismo”, che non era in ogni caso il comunismo cui potevo credere) sono per me i peggiori, quelli che andrebbero annientati (compreso quel corpo di finti magistrati che li appoggia ormai toto corde) per riprendere una via, necessaria in questa fase, almeno di liberazione da un servaggio. Su questo si basa tutto quanto sto sostenendo da anni, anche in questo blog (e anche in teoria). Tutto qui.