DA GIOLITTI A OBAMA (PER MUSSOLINI): DOMINANTI FELLONI E PARASSITI a cura di GLG

In attesa di finire il mio saggetto contro il nostro capitalismo sanguisuga e antinazionale, riporto un pezzo di un articolo di Veneziani, con cui concordo al mille per cento; solo che io, nel suddetto scritto, aggiungerò “qualcosa in più” senza mezzi termini e perifrasi.

 

<<< E poi  posso dichiarare che sono obiettore di coscienza, cioè non sono un patriota e credente della Fiat? Posso dire che guardando alla storia del Novecento, soprattutto nella seconda parte, trovo che i benefici resi dalla Fiat siano superati dai benefici resi alla Fiat e dai danni che ha procurato al Paese? Un Paese disegnato a immagine degli interessi Fiat, che è stata la continuazione del regno sabaudo con altri mezzi, di trasporto. Quante pagine brutte di economia pilotata e assistenziale, svendite e casse integrazioni, statalismo e sindacalismo, rapine pubbliche e private, vetture inquinanti e di scarsa qualità, ferrovie negate e piani di sviluppo deviati, ingerenze nefaste e stampa manipolata, democrazia tradita e vendita d’armi, asservimenti odiosi, tangentopoli frenate e verità rimosse pure in tribunale, marchette di Stato e politica estera al suo servizio, perfino campionati alterati, sono state firmate nel nome della Fiat….Un Paese intero piegato ai suoi interessi. E non mi piace, anche se è chiara la ragione, la servitù della stampa italiana [massima vergogna il 27 aprile quando Corriere e Repubblica e molti altri giornali hanno riportato brani del “discorso” di Draghi al Development Committee della Banca Mondiale; discorso mai pronunciato perché alla riunione Draghi era rigorosamente assente (per di più “ingiustificato”; almeno per quanto se ne sa fino ad ora); nota mia] verso tutto quel che proviene dalla Fiat, dall’auto alla ribeatificazione di Lapo Elkann…Scusatemi se non partecipo alla festa nazionale per la conquista americana della Fiat. Lasciatemi pure diffidare che si tratti di una vittoria nostra di cui andare orgogliosi. Naturalmente spero abbiate ragione voi e che mi sbagli io, e questo è altamente probabile [è invece certo il contrario!; nota mia]. Però lasciatemi dire che quando si celebrano unanimi e retorici trionfi, a me sorgono invece i dubbi. E poi, che volete, in tutto questo sento odor di zolfo e puzza di bruciato>>> [e di “cloaca massima”, quella del capitalismo italiano sempre connivente con lo straniero, in ogni epoca della sua storia, anche quando si mise in “camicia nera”, ma si buttò appena possibile (25 luglio 1943, dopo una lunga trama) dall’altra parte quando fu chiaro che era meglio stare con gli americani; esattamente come oggi con Obama; nota mia].

 

A parte quest’articolo, ed uno molto dubbioso e prudente nell’“Osservatore romano” (la Chiesa, si, che se ne intende!), non ho visto una sola dichiarazione e pezzo nei media, a destra come a sinistra, che non celebri il trionfo della Fiat; la quale, con la sua “svendita” ai nuovi piani strategici americani (impersonati, solo impersonati da Obama!) assume nuovamente la testa della GFeID, questa pericolosa “apa” (accolita per azioni) sempre al servizio dello straniero e succhiatrice del nostro sangue. Gramsci scrisse giustamente che una classe dirigente (dominante) deve essere capace di egemonia (pur sempre corazzata di coercizione). La nostra “grande” industria, e le Banche (non appena quelle dell’Iri sono state svendute ai privati dopo gli eventi del 1992-93: “panfilo Britannia” e “Mani Pulite”), non hanno mai avuto vera egemonia: solo il pieno possesso di stampa e media vari (altro che la balla delle Tv di Berlusconi, come la sinistra fellona e serva, erede “degnissima” dei rinnegati socialdemocratici del 1914, cerca di far credere) e pesanti infiltrazioni in tutti i partiti del vecchio come del nuovo regime (perfino nel Pci anni ’60 e ’70; dopo se lo sono proprio “mangiato”).

Oggi appare sempre più chiaro come il capitalismo italiano sia diviso in due gruppi fondamentali: da una parte, i servi antinazionali capeggiati di nuovo dalla Fiat (il gruppo più potente e pericoloso per le nostre sorti, l’autentico nemico di ogni possibile minima autonomia e dignità di paese indipendente) e, dall’altra, poche imprese la cui “punta” è l’Eni, di cui non è chiara la forza né su quali settori politici possa contare. E poi, per essere sicuri della rinascita di un contrasto verso Fiat e servi antinazionali, sarebbe necessario risorgesse un gruppo come quello capeggiato da Mattei; perché è evidente che ci sono “quinte colonne” filo-americane dappertutto. Servi, servi e ancora servi! Questa la classe “dirigente” ancora al comando in Italia.