“Dagli all’untore! Dagli al mondialista!”. No: qui ci abbiamo dato un taglio di P. Pagliani

 

La pubblicazione della traduzione di un editoriale di VOXNR ha suscitato alcune polemiche che è bene, secondo me, affrontare e dirimere subito e con chiarezza.

VOXNR si presenta come site des résistants au nouvel ordre mondial” [non traduco né qui né sotto, perché mi sembra sufficientemente comprensibile].

Inizierò dicendo che, con tutta amicizia, io non citerei certi siti senza mettere per lo meno in chiaro i distinguo.

Perché tra quel sito e “Ripensaremarx” non solo c’è di mezzo un distinguo, ma un oceano.

Le parole di de Villepin sono in sintonia con quelle di Cirino Pomicino, cioè sono dotate di buon senso. Noi non ci scandalizziamo se si citano i “reazionari” di buon senso, qualcuno lo reputa indecente, noi no, anzi lo riteniamo istruttivo, ma questa è un’altra storia.

La storia attuale, a mio avviso, è un’altra. L’intervista al “Journal du Dimanche”, oltre che su quello del Journal stesso è stata ripresa da siti meno caratterizzati ideologicamente di VOXNR. Quindi io, personalmente, avrei riportato l’intervista ma non avrei lasciato il commento alle parole di VOXNR, perché non c’è niente da fare: oltre ad essere suggellate da una chiusa in verità delirante – come è stato fatto notare – lasciano trasparire un malcelato razzismo, così che, fra le altre cose, anche la loro critica “antisionista” mi puzza un po’ di bruciato.

E mi sa tanto che il naso non mi ha ingannato.

Che altro ci si può aspettare infatti da un sito che, ad esempio, ficca Hebbel, Proudhon, Engels, Marx, Wagner, Darwin, Dühring, Strauss, Ibsen, Nietzsche, Strindberg, Shaw, nello stesso sacco “matérialiste, biologique, économique, scientifique – contre l’âme de l’homme de Culture et contre le sens de sa vie reconnu jusqu’alors”. Che altro ci si può aspettare da un sito che afferma che “comme dans le cas du Darwinisme et du Marxisme, le Freudisme n’a pas de signification culturelle, seulement une signification anti-culturelle. Tous trois sont des produits de l’aspect négatif de la crise de la Civilisation”?

Se anche su certe posizioni posso essere localmente concorde (ma potrei esserlo anche col papa, con Obama, con Putin, con Wen Jiabao o, al contrario, col Dalai Lama), globalmente ho molto poco da spartire con gli antimondialisti, i critici del “nuovo ordine mondiale”, che vedono complotti (e altroché, se li vedono) che gira e rigira sono sempre varianti del “complotto demo-pluto-giudaico” di triste memoria. E’ una cosa che ho sottolineato nel mio ultimo contributo al blog e la ribadisco adesso.

Perché è una questione di fondo: un punto di vista scientifico, un punto di vista marxista, non può avere niente a che vedere con una posizione complottista, perché anche se questa qua e là  “coglie nel segno”, lo fa con lo stesso rigore delle quartine di Nostradamus. Se per caso entreremo – prima o poi, speriamo – in una nuova fase policentrica, che ne sarà del complotto mondialista? E l’Impero Spagnolo, l’Impero Britannico, l’Impero Napoleonico, l’URSS cos’erano? Complotti mondialisti? E per fortuna che gli antimondialisti più seri hanno per lo meno smesso di citare i “Protocolli dei Savi di Sion”.

In questo forum abbiamo recentemente criticato le “imposture intellettuali” di quelli che vogliono spiegare le scienze umane tramite esempi tratti dalle scienze matematiche, fisiche e naturali. L’antimondialismo mi sembra un’impostura intellettuale al quadrato: si cerca di giustificare una paranoia metafisica con eventi politici e storici.

Detto questo, ritorniamo coi piedi per terra: G. P. e gli altri autori di questo forum sono lontani le mille miglia da siffatte linee di pensiero anche quando esse cercano di flirtare con la l’anticapitalismo e l’antimperialismo di derivazione marxista, per quanto critica e travagliata questa derivazione possa essere.

Anche se, personalmente, ritengo che storicamente certe critiche “antirazionaliste” intelligenti siano state di stimolo a prendere in considerazione più dimensioni d’analisi e ad abbandonare lo storicismo e l’economicismo della tradizione marxista novecentesca (l’ “antirazionalismo” non ha a che fare necessariamente con l’antimondialismo) e, infine, anche se sono sempre disposto al dialogo con chi è latore di posizioni critiche feconde, il mio progetto scientifico rimane caratterizzato da un segno razionalista che, a me sembra, è anche il segno dichiarato e non smentito di questo forum.

 

P. Pagliani