DEMOCRAZIA À LA CARTE a cura di G.P.

Eccoli i liberali, gli uomini e le donne "per bene" che in nome della libertà, dei diritti civili, della democrazia hanno scatenato, fino a qualche anno fa, rivoluzioni cruente addobbate di improbabili fiori e di arcobaleni, sempre ben assistiti dagli Usa e dalle puttane occidentali, per entrare a far parte del club dei ricchi e dei potenti, al prezzo altissimo della svendita della propria sovranità nazionale.
Per questo oggi lorsignori dell’ipocrisia reagiscono – come dimostra la protesta alla Rada ucraina dove è stato approvato l’accordo per l’estensione sino al 2042 del contratto d’affitto della base navale di Sebastopoli alla flotta russa – come teppisti incalliti e solo perché l’esito di un voto, espresso secondo crismi democratici, va contro i loro biechi interessi di lacchè degli statunitensi.
Quale miglior prova per far emergere la reale fattezza di quei  principi di carta pesta che hanno sempre ispirato l’azione di siffatti codini, celebrati come eroi dalla Comunità internazionale?
Ancora una volta aveva ragione Lenin allorché, per nulla sensibile ai discorsi sopraffini e ai sermoni sacerdotali dei sostenitori delle libertà formali, sputava contro questi sentenze di minaccia e di morte. La domanda allora è sempre la stessa: libertà, per chi? E per fare cosa?
Per inerpicarsi sul potere e fagocitarsi lo Stato al posto di altri furfanti? Per ridurre il proprio paese ad un’appendice servile di una superpotenza che offre briciole in cambio di assoluta fedeltà? Per togliere il pane alla gente e darle da mangiare valori eterei che riempiono la pancia solo a chi li propugna, secondo le pessime lezioni apprese  nei peggiori campus americani? Buttiamo il cuore dove sguazzano i porci e non facciamoci intenerire dalle lacrime di coccodrillo dei ben pensanti di tutto il mondo. Al muro i traditori e i vili!
 
Il parlamento ucraino ha approvato l'estensione fino al 2042 del contratto di affitto alla Russia della base navale di Sebastopoli. Rissa in aula, scontri in piazza. Timoshenko: "Accordo vergognoso"
Kiev – Con 236 voti a favore il parlamento ucraino ha approvato l’accordo per l’estensione sino al 2042 del contratto d’affitto della base navale di Sebastopoli che ospita la flotta russa del Mar Nero. Il quorum necessario era di 226 voti.
Scontri e uovaTensioni e scontri nel giorno in cui i rappresentanti del parlamento (Rada) dovevano votare sul futuro della base. Alcune uova, secondo l’agenzia di stampa Interfax, hanno raggiunto il presidente della Rada Volodymyr Lytvyn. All’interno del palazzo alcuni parlamentari si sono azzuffati e, nell'aula, è stato lanciato persino un fumogeno.
Blocchi delle stradeInterfax riferisce che la strada che unisce il principale palazzo del governo e il parlamento è stata bloccata dai militanti dell’associazione nazionale Svoboda. Su lati opposti della via Grushevsky hanno innalzato tende militanti di opposte fazioni: da una parte militanti del Partito delle regioni vicino al presidente filo-russo Viktor Yanukovich, dall’altra i sostenitori dell’ex primo ministro Yulia Tymoshenko con le loro bandiere arancioni. Sono visibili anche barricate della polizia.
Timoshenko: annulleremo accordoUna ratifica "a tradimento" con un voto "vergognoso, come l’accordo stesso": così l’ex premier Iulia Timoshenko ha commentato l’approvazione da parte del parlamento ucraino dell’intesa per la proroga della presenza della flotta russa nella base di Sebastopoli, in Crimea, anche dopo la scadenza del 2017. La Timoshenko, come riferisce l’agenzia Itar-Tass, ha promesso di annullare l’accordo non appena tornerà al potere e ha precisato di non essere stata mai favorevole all’estensione dell’affitto della base. Anche l’ex presidente Viktor Iushenko aveva criticato duramente l’accordo alla vigilia del dibattito parlamentare.