DOCCIA SCOZZESE a cura di GLG

Riporto alcune notizie a dimostrazione della “grande confusione che regna sotto il cielo” (con situazione assai poco eccellente). Il presidente Obama, che l’altro giorno era ottimista, adesso lancia allarmi e mette sull’avviso da eccessivi ottimismi. Il suo primo economista dice che la strada per uscire dalla crisi è lunga. Il FMI, che l’altro giorno era piuttosto pessimista, vede la ripresa nella prima metà del 2010. Nessuno spiega da dove trae questi vaticini che cambiano, anzi si rovesciano, in poche ore. Intanto si ammette che, malgrado tutte le massicce immissioni di liquidità e la presunta sterilizzazione degli asset “tossici”, le banche non svolgono per nulla bene le loro specifiche funzioni, tenendo ben stretti i cordoni della borsa. Si escludono tuttavia nazionalizzazioni di questi istituti di (scarso) credito o anche solo interventi decisi per costringerli a “mollare l’osso”.

Non ho nulla a disposizione per smentire e irridere le dichiarazioni “sapienziali” degli “esperti”. E del resto cosa dovrei smentire? L’ottimismo del giorno prima o il pessimismo del giorno dopo (o viceversa)? Noto comunque che siamo in mano ad un circo in cui si vedono solo clown. Questo è negativo: un buon circo ha anche gli acrobati, i domatori e addestratori di svariati tipi di animali, ecc. Questo circo contempla esclusivamente i pagliacci; è quindi fortemente squilibrato. Spero esista – ma non ne sono a conoscenza – un Dio dei buffoni.

 

<<< “Non siamo fuori dal tunnel. Per l’economia si prospettano ancora tempi difficili. Il credito continua a non fluire”. A lanciare l’allarme è il presidente degli Stati Uniti: dal vertice delle Americhe a Trinidad e Tobago, Barack Obama sfida il mondo bancario, in attesa dei risultati degli stress test, che diranno quanto capitale serve ai 19 principali istituti di credito Usa. “Se ci sarà bisogno di altri soldi dei contribuenti io ho la responsabilità di assicurare la trasparenza e la responsabilità delle operazioni” e aggiunge “non intendo gettare i soldi dei contribuenti in un buco nero, dove è impossibile vedere i risultati”. Non solo: Obama intende prendere di mira gli abusi nell’utilizzo di carte di credito e le trappole pubblicitarie che hanno portato gli americani a trovarsi spesso obbligati a pagare alti tassi d’interesse.

“Dobbiamo far qualcosa – ha detto Larry Summers, il numero uno del team economico della Casa Bianca – per fermare la pratica del marketing del credito con forme che creano dipendenza nella gente”. L’economista ha però anche sottolineato che occorre educare la popolazione a risparmiare di più e a ridurre la propria “dipendenza da plastica”, cioè dalle carte di credito, tanto più che l’economia dovrà ancora fronteggiare “sostanziali” rischi al ribasso e la strada per uscire dalla crisi “è lunga”. Dal canto suo, il segretario Usa al Tesoro, Timothy Geithner, non vede all’orizzonte una seconda ondata di crisi bancarie negli Stati Unit e fa sapere che il governo è pronto a fornire quegli aumenti di capitale che si riveleranno necessari. “Siamo pronti a fornire – dice Geithner, in un’intervista all’Asahi Shimbun – il quantitativo di aumenti di capitali necessario”, anche se, aggiunge, “gran parte di questi aumenti arriveranno dal mercato. Dire che siamo pronti, non significa affermare che forniremo i soldi”.

In ogni caso, prendere il controllo di grandi banche in difficoltà non è tra gli obiettivi dell’amministrazione Obama e la Casa Bianca non sta valutando alcuna nazionalizzazione: lo ha detto il capo dello staff della presidenza americana, Rahm Emanuel.

Il numero uno del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, fa intanto sapere che l’istituto taglierà le sue stime sull’economia globale e che si aspetta l’inizio della ripresa nella prima metà del 2010. Per quanto riguarda Eurolandia, infine, la prossima mossa della Bce potrebbe essere un taglio dei tassi d’interesse – attualmente all’1,25% – di un quarto di punto.>>>