DOSSIER TELECOM a cura di G.P

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Vi proponiamo i vari pezzi giornalistici citati da La Grassa nel suo articolo di ieri “Ancora conferme (di politica interna)”, ovvero, in sequenza, quello di Porro, quello di Zurlo e quello di Battaglia (interessante per la reprimenda nei confronti dell’Enel che sta cedendo su alcune tematiche "ambientaliste" per ottenere più vasti appoggi politici). A questi ho aggiunto anche quello di D’Avanzo che ha condotto, conto terzi, l’attacco ai vertici Telecom, raccogliendo la testimonianza di Tavaroli (all’epoca responsabile della sicurezza di quella azienda e uomo fidato di Tronchetti-Provera, almeno da quello che dice lo stesso Tavaroli), probabilmente per coprire le responsabilità di ben altri gruppi di potere interessati al piano di ristrutturazione aziendale e allo scorporo della rete. Nei confronti di Repubblica, Cossiga ha già espresso la sua caustica opinione, definendo tutta l’inchiesta del quotidiano un avvelenamento dei pozzi, al solo fine di proteggere i veri manovratori nell’ombra. Che il “Partito di Repubblica” abbia tutto l’interesse a nascondere i titolari dell’assalto alla Telecom (con i noti gruppi finanziari, legati al governo Prodi, che si diedero molto da fare per affossare Tronchetti e scalare l’azienda di tlc) lo fa capire bene l’ex presdelrep, il quale, a sua volta, appare legato ad altri ambienti tutt’altro che disinteressati alle grandi aziende del paese. Ne viene fuori l’ennesima guerra per bande con il coivolgimento di uomini politici, banchieri, industriali ecc. ecc. e l’onnipresenza dei servizi segreti (le cui "deviazioni" sono sempre precise scelte di campo), anch’essi piuttosto “frastagliati” al loro interno.

Ma ho voluto riportare l’articolo di D’Avanzo anche perché, dalle dichiarazioni di Tavaroli, quantunque l’uomo stia fornendo versioni contraddittorie della vicenda, si capisce come le grandi aziende strategiche strutturino le loro iniziative conflittuali verso l’ambiente esterno. Riporto, pari pari, quanto detto dall’ex responsabile della security Telecom:

Ho già detto che una concezione moderna della sicurezza (che è reputazione, soprattutto) deve fronteggiare anche – o soprattutto – quella roba lì, gli attacchi politici, le ostilità di parte, i pregiudizi, i veleni. Deve saper leggere e anticipare le iniziative avverse, condizionare le mosse dei rivali o ridurli al silenzio. E’ un lavoro che si nutre di conoscenza. Conoscenza dell’avversario, delle sue ragioni più autentiche e nascoste, ma è anche "sapere" e dunque capacità di adattarsi a quella "emergenza" o sventandola o ridimensionandola. In gergo, le chiamiamo "analisi del rischio" e "analisi di scenario". In quell’avvio di gestione della Telecom, ne avevamo bisogno come dell’aria. Il momento intorno a noi era sconfortante. Non c’era stato soltanto l’11 settembre, c’erano ancora le macerie dello sgonfiamento della bolla speculativa, la catastrofe dei bond argentini".

Chissà cosa ne penseranno i nostri amici economicisti di questo agire al di fuori della mera logica del profitto…

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