Germania: le sfide per la Merkel nel prossimo anno

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[traduzione di Francesco D’Eugenio da: Germany: Merkel’s Challenges for the Coming Year| Stratfor

In breve

La Cancelliera tedesca Angela Merkel con alcuni membri del governo e del parlamento a Berlino il 19 Luglio. Nonostante le critiche dall’estero, la Cancelliera tedesca Angela Merkel gode di alti tassi di fiducia nel paese. Il governo Merkel ha beneficiato del fatto che l’economia tedesca è stata in gran parte immune alla crisi europea.

Ma fino alle elezioni parlamentari nel tardo 2013, la Merkel dovrà affrontare due sfide principali. Primo, dovrà assicurarsi che la crisi europea non vada fuori controllo. Ciò significa che Berlino appoggerà ulteriori aiuti ai paesi dell’euro-zona in difficoltà, spingendo al contempo per un sistema fiscale centralizzato a Bruxelles. Francia, Spagna e Italia faranno più pressione per ottenere misure più drastiche, e gli alleati tradizionali come i Paesi Bassi e la Finlandia opporranno una certa resistenza alla strategia Merkel, che comporta ulteriori deleghe di potere a Bruxelles.

In secondo luogo, la Merkel deve conservare all’interno del paese il sostegno dell’elettorato e quello politico. Per la Cancelliera, controllare il proprio partito e la propria coalizione sarà altrettanto difficile che combattere contro l’opposizione, specialmente se l’economia tedesca dovesse rallentare.

Analisi

In questo momento la Merkel è il politico più popolare in Germania. Se le elezioni parlamentari si tenessero adesso, la sua Unione Cristiano-Democratica insieme con il partito gemello bavarese Unione Cristiano-Sociale avrebbero il 36 percento dei voti – 2 percento in più che nelle ultime elezioni. Il Partito Socialdemocratico, il principale partito d’opposizione, avrebbe il 30 percento. Ma né il partito della Merkel né il Partito Socialdemocratico avrebbero abbastanza voti per governare da soli o con gli alleati tradizionali. Il risultato considerato più probabile è una coalizione tra i due maggiori partiti.

Gli elettori, (quasi) indipendentemente dallo spettro politico di appartenenza, approvano come la Merkel gestisce la crisi europea. Nonostante le accuse che dopo il recente summit dell’UE la Merkel abbia ceduto alle pressioni della Francia e della periferia meridionale d’Europa, la maggior parte dei tedeschi pensa che la Merkel stia facendo un buon lavoro (63 per cento a Luglio, in aumento dal 60 per cento a Maggio, secondo i sondaggi). La Germania ha finora resistito alla recessione economica nel resto d’Europa, e in un sondaggio di Luglio, il 57 per cento dei Tedeschi riteneva che la propria condizione economica fosse buona – un numero maggiore che non prima della crisi. Tuttavia, con le elezioni parlamentari tra più di un anno (sono previste per settembre o ottobre 2013) e nessun segno che la crisi europea si avvii alla fine, la Merkel si trova davanti il difficile compito di mantenere questi numeri positivi per un altro anno, gestendo al contempo il caos finanziario europeo.

Per ora, la doppia strategia della Merkel – richiedere l’austerità mentre approva numerosi salvataggi per assicurarsi che l’euro-zona rimanga unita – ha funzionato. Probabilmente però non riuscirà a portare avanti questa strategia per un altro anno e godere dello stesso supporto popolare. Nell’affrontare la crisi europea, il governo Merkel si trova davanti sempre più esami sulla legittimità democratica del suo operato e dovrà sottostare ai vincoli costituzionali. Recentemente, il Presidente tedesco Joachim Gauck ha chiesto alla Merkel di esporre meglio alla gente la sua politica anti-crisi.

Inoltre, la Corte Costituzionale tedesca ha stabilito che per mantenere la legittimità democratica il governo deve essere più trasparente nell’approvare i salvataggi. La corte sta verificando che il Meccanismo Europeo di Stabilità, il fondo permanente di salvataggio dell’euro-zona, abbia affrontato il corretto iter di ratifica nel Parlamento. Mentre la crisi si aggrava, le misure di salvataggio dovranno diventare più estese. Pertanto, gli ostacoli legali all’interno della Germania diventeranno più ardui da superare per i tentativi di Berlino di contenere la crisi dell’euro-zona.

Un altro punto dolente per la Merkel diverrà la situazione economica tedesca. Ci sono segnali che la crisi stia contagiando la Germania. L’indice manifatturiero tedesco è al minimo di tre anni, e tra giugno e luglio ha visto il declino più rapido da più di tre anni. L’indice IFO Business Climate, una cartina di tornasole per lo sviluppo economico tedesco, è crollato a luglio. Ci sono anche indicazioni che l’economia tedesca, dedita all’export, stia ricevendo meno ordinativi. Sebbene è improbabile che la Germania veda un tracollo economico come quello dei paesi dell’Europa Meridionale, prima delle elezioni parlamentari è più probabile un rallentamento che non un’accelerazione dell’economia tedesca.

Sfide europee

La sfida più grande per la Merkel nell’anno che verrà, sarà assicurarsi che l’euro-zona non collassi e che la crisi non si diffonda. L’euro-zona è strategicamente importante per la Germania. Il mercato e la moneta comuni facilitano l’accesso a una base di consumatori attraverso l’Europa che è vitale per l’economia tedesca, orientata all’esportazione. Una profonda crisi finanziaria innescata dal collasso dell’euro-zona minaccerebbe le sue ambizioni politiche, compresa la sua rielezione. Sebbene la Germania abbia elargito i fondi per salvare l’euro-zona, per mostrare agli elettori che non sta sprecando i soldi dei contribuenti, la Merkel continuerà a premere per riforme strutturali e misure d’austerità nei paesi in difficoltà.

Usare questa doppia strategia sarà sempre più difficile, in particolare perché le altre tre maggiori economie dell’euro-zona criticano la gestione Merkel della crisi. Sebbene si stia preparando ad applicare le misure di austerità, per superare la crisi, il Presidente francese socialista Francois Hollande segue una strategia più incentrata agli stimoli economici. La Francia invoca un intervento più forte della Banca Centrale Europea, per ridurre i rendimenti dei titoli di stato nei paesi dell’euro-zona in difficoltà come Spagna e Italia. Parigi non vede la banca centrale come un semplice difensore della stabilita dei prezzi, ma anche come prestatore di ultima istanza per i governi. Con l’elezione di Hollande, Madrid e Roma hanno guadagnato un nuovo alleato nella loro lotta contro la Germania, ed entrambe appoggiano la richiesta di Parigi per un maggiorinterventodellaBancaCentraleEuropea.

La probabilità che Spagna e Italia abbiano bisogno di ulteriori aiuti finanziari è alta, anche solo sotto forma di riduzione ai rendimenti dei titoli di stato. Sebbene entrambi i paesi siano disposti ad introdurre certe misure di austerità per guadagnare la fiducia dei mercati, Madrid e Roma sanno bene di poter fare leva sulla dimensione e di poter contare pertanto su un salvataggio all’ultimo momento qualora l’intera euro-zona rischiasse il collasso.

Poiché evitare il caos finanziario ed assicurare la stabilità delle istituzioni europee sono le massime priorità per la Germania, la Merkel, nonostante la resistenza di facciata, appoggerà ulteriori misure di salvataggio per i paesi dell’euro-zona in difficoltà (ma comunque resisterà il più a lungo possibile, per negoziare un rafforzamento della supervisione dei bilanci e della disciplina fiscale nei paesi in difficoltà). Più avanti in quest’anno, i funzionari dell’UE presenteranno i piani per l’ulteriore integrazione a lungo termine dei paesi dell’euro-zona. ciò darà alla Merkel la possibilità di invocare la delega del potere a Bruxelles e controlli fiscali più stringenti per giustificare ulteriori aiuti.

I paesi della tormentata periferia dell’euro-zona non saranno i soli ad accogliere con scetticismo i piani tedeschi di integrazione e controllo fiscale centralizzato. Gli alleati tradizionali sul fronte delle misure di austerità e sulle riforme strutturali, come Paesi Bassi e Finlandia, saranno scettici circa la cessione della sovranità per il bene dell’euro-zona, specialmente senza meccanismi di controllo appropriati nelle economie dei paesi meridionali. L’elezione di un governo più di sinistra questo settembre nei Paesi Bassi sarà una prova per la Merkel, perché il nuovo governo olandese potrebbe scegliere un approcciò più orientato agli stimoli e mettere in discussione l’accordo fiscale portato avanti dalla Merkel.

Sfide interne

Oltre a controllare la crisi europea, la Merkel sarà via via presa dalle elezioni interne. Le elezioni regionali negli stati di Bassa Sassonia a gennaio 2013 e in Baviera a settembre 2013 metteranno alla prova l’attuale coalizione della Merkel.

Per ora l’opposizione – il Partito Socialdemocratico in particolare – non ha trovato modo di contestare la politica europea della Merkel ed ha difficoltà a trovare uno sfidante per il ruolo di Cancelliere. Ma nelle recenti elezioni regionali i socialdemocratici sono andati bene, e se l’economia tedesca rallentasse, il partito addosserebbe immediatamente la colpa alle esitazioni della Merkel nel contrastare la crisi.

Un ulteriore indebolimento dei partiti della coalizione della Merkel, il Partito Liberale Democratico e l’Unione Cristiano-Sociale in Baviera, avvantaggerebbero l’opposizione. I sondaggi indicano che i Liberal-Democratici non ce la farebbero nemmeno a entrare in Parlamento, mentre il partito bavarese deve affrontare la sfida delle elezioni regionali subito prima delle governative.

Mentre i Liberal-Democratici e l’Unione Cristiano-Sociale lotteranno per assicurarsi la preferenza degli elettori, emergeranno altre differenze tra i partiti della coalizione di governo. All’interno del proprio partito, la Merkel non ha di fronte nessuna sfida alla propria posizione di leader, sebbene le forze più conservatrici siano preoccupate per la sua politica di salvataggi. Durante il recente processo di ratifica parlamentare per il Meccanismo di Stabilità Europea, la Merkel ha dovuto affidarsi all’appoggio dell’opposizione per vedere approvati i fondi salva-stati. Sarà via via più difficile per la Merkel muoversi in un ambiente dove sono richieste misure di salvataggio europee sempre più drastiche, perché la sua base politica mette in discussione la sua strategia.

Un anno difficile aspetta la Merkel, e le elezioni del prossimo anno saranno giocate più che mai sui piani tedeschi per l’Europa. Chiunque guiderà la Germania nel 2013 dovrà affrontare il problema di assicurarsi la sopravvivenza delle strutture europee e ottenere maggior controllo sui bilanci statali per giustificare l’impiego del denaro dei contribuenti tedeschi.