IL VERO "DELITTO" (non) di Giellegi

Il vero “delitto” di Berlusconi non è di aver fatto le “porcherie sessuali” attribuitegli (da parte di improvvisati casti, dimentichi dell’amor libero, dello scambio di coppia e delle sfrenatezze predicate e sempre compiute). Il “delitto” grave è di voler continuare a nascondere i motivi reali di questa campagna scandalosa, perché demenziale e priva di qualsiasi connotato politico, promossa dalla nostra stampa (in quanto portavoce di precisi settori industrial-finanziari da me denominati GFeID), soltanto serva del “padrone americano” che muove i suoi sicari: in testa, direi, i giornali e gli ambienti politico-economici inglesi.

Il motivo principale del can-can lo si scopre constatando l’acredine e accanimento con cui la UE – altro organismo prono ai voleri statunitensi – si accanisce contro il Southstream tentando di favorire il Nabucco (e l’Igi), che hanno una potenzialità decisamente inferiore; e il primo fra i due, il più importante (vero “campione” degli interessi americani), malgrado la recente inaugurazione di facciata, è in forte arretrato rispetto al gasdotto Eni-Gazprom, anche perché, dopo che il Kazakistan l’ha di fatto “salutato”, resta (fino a quando?) con le promesse forniture azere e turkmene, giudicate unanimemente come del tutto insufficienti.

L’accordo del 6 agosto tra Turchia e Russia – entrambe hanno in sostanza riconosciuto la mediazione italiana, forse non decisiva (per l’inglese Reuters e per il Sole24ore che ha snobbato l’evento da “buon” giornale dei parassiti della GFeID), salvo però il fatto che uno dei due costruttori del gasdotto Southstream è l’Eni – si può ben dire notevole e segna un deciso vantaggio per noi, con grande scorno della filoamericana Unione Europea (che fra l’altro, tramite quello schifo di Banca Europea che ci ritroviamo, ci proibisce anche di tassare l’oro di Bankitalia). La Turchia giocherà probabilmente tra i due contendenti; resta il fatto che, fino a non molto tempo fa, era considerata di stretta osservanza statunitense, tanto che erano gli Usa ad insistere per la sua entrata nella UE, contrastata dalla Francia.

Gli organismi dell’Europa pretesa unita – non tanto i singoli membri – fanno pressioni in favore del Nabucco (in realtà, soprattutto si muovono per sabotare il gasdotto Eni-Gazprom), fingendo di essere preoccupati per l’eccessiva dipendenza dei paesi europei dalle forniture energetiche russe. Di grazia, “cari” e inutili organismi europei, se fossimo riforniti dall’americano Nabucco saremmo forse indipendenti, useremmo energia di produzione europea? E di quali paesi? Il vero fatto è che Russia e Italia non saranno più soggette ai ricatti dell’Ucraina, paese di una delle “rivoluzioni colorate”, tramite cui gli Usa diffondono nel mondo la loro “democrazia” oligarchica – grazie anche al totale sprofondamento del ceto intellettuale “di sinistra”, deluso da classe operaia e masse diseredate del terzo mondo, e oggi sostenitore dell’espressione della “volontà popolare” con il voto di gente influenzata da organismi traboccanti di dollari – nel disperato tentativo di “mettere una toppa” agli ultimi fallimenti della più diretta aggressione militare volta a ricreare il loro dominio monocentrico.

Per fortuna, il Southstream è in nettamente più avanzata fase di apprestamento, l’accordo con la Turchia è un tassello importante, la sua capacità è stata portata da 31 a 63 miliardi di mc. l’anno, stracciando sia Nabucco (più in arretrato anche come tempi) che Igi. D’altra parte, azeri e turkmeni non possono minimamente fornire a tale gasdotto le risorse che avrà quello Eni-Gazprom. Si spera che, alla fine, essi riconsidereranno pure il loro schieramento pro-Usa (la Russia è molto più vicina). Importante potrebbe divenire la posizione dell’Iran, che credo provocherà ulteriori delusioni ai fautori degli intrighi “democratici”; e perfino quella della Turchia, che sta attuando spostamenti non clamorosi ma significativi tramite il suo “doppio gioco”. Importante poi il fatto che l’Ucraina non avrà più gli appannaggi di cui gode con i suoi ricatti sul passaggio del gas russo. Per reggere la sua posizione filoamericana, dovrebbe vedere raddoppiati, ma persino triplicati, i finanziamenti in dollari; gli Usa saranno in grado di accrescere in cotal guisa (le necessità sono in aumento dappertutto) i flussi di pagamento per le loro sempre più “affaticate” mosse “imperiali”? Ne dubito assai. Anche gli intellettuali europei (e i vari premi Nobel sempre pronti a svendersi) saranno molto meno imbottiti di prebende e (dis)onori. 

Infine, qualche speranza potrebbe nascere persino in Germania; anche se non nel prossimo futuro, dati gli atteggiamenti della Merkel per null’affatto indipendenti rispetto agli Usa. Purtroppo, almeno secondo le recenti previsioni basate sulle elezioni europee, i “democristi” si rafforzeranno a settembre rispetto ai socialdemocratici; così pure i verdi che sono, dappertutto, fra i più scatenati filoamericani (capite perché questo blog ha in antipatia gli ambientalisti? Non per la problematica in se stessa considerata, ma perché essa è attualmente appannaggio di forze eminentemente reazionarie dal punto di vista politico). In un più lungo periodo, però, potrebbero rifarsi vive – e questo sarebbe comunque positivo qualsiasi fosse il loro orientamento – forze più attente al fattore nazionale (già ci sono, del resto). Allora, esse potrebbero trovare alimento, o per lo meno un “aiutino”, nella costruzione – in fase meno avanzata, ma non poi troppo – del Northstream (sempre gas russo), che arriverebbe in suolo tedesco “saltando” altri paesi filoamericani quali Polonia e quelli del Baltico; essi stanno già adesso strepitando per il fatto di essere aggirati e dovranno magari mettere un po’ “la testa a partito”, non essere più così sfrenatamente filo-Usa.

 

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Quanto appena accennato a grandi linee è una buonissima cosa per l’Italia. Il punto debole è tuttavia proprio Berlusconi. I meschini mestatori di sinistra – e anche i “pugnalatori alle spalle” che si annidano tra le fila del Pdl – urleranno che egli agisce per i propri interessi. Non lo so ma, se fosse vero, ne sarei ultralieto perché vi sarebbero garanzie di un atteggiamento di sostanziale tenuta nell’appoggiare i progetti Eni-Gazprom. I comunisti, quelli più fasulli, hanno provocato il disastro storico che hanno provocato anche (per carità, è un elemento minore, ma non irrilevante) per la loro mania di voler creare l’Uomo Nuovo, specie disinteressata, volta al bene, alla fraterna comunione tra gli individui. Se ci si fosse limitati a sollecitare (con opportuni contemperamenti, non semplicemente affidati alla buona volontà di ciascuno) gli interessi del “macellaio di Adam Smith”, senz’altro la “costruzione del socialismo”, pur non arrivando egualmente all’obiettivo voluto, sarebbe stata più “sana” e meno fragile. Mentre i “filosofi” astratti di un comunismo da barzelletta raccontavano le meraviglie di quest’Uomo Nuovo, i reali costruttori di una comunque diversa formazione sociale – costretti a nascondersi dietro un’ideologia così infantile – hanno combinato un’infinità di guai con congiure, oscure manovre di Palazzo, eliminazioni a volte “improprie” (non sempre, ma spesso), motivazioni ancora più improprie delle stesse, ecc.

L’uomo – reale, concreto, non quello dei “filosofi” – è interessato, ed è bene che lo sia; ancor meglio se si batte con indomabile energia per realizzare i suoi scopi che, pur essendo poco altruisti, non sono sempre miserabili e di cui vergognarsi nascondendoli. In ogni caso, in questo consiste il processo storico, il mutamento, le “rivoluzioni”, l’estensione degli orizzonti, che i meschini vorrebbero invece limitare. Senza dubbio, bisogna poi, in ogni contingenza di trasformazione sociale, ristudiare le condizioni (di contrasto tra gruppi dominanti e tra questi e i dominati) venutesi a creare nelle nuove fasi storiche, affrontando altre e diverse vie di lotta, con i necessari adattamenti e periodi di transizione a seconda degli effettivi rapporti di forza. L’importante è non pensare mai che verrà la RIVOLUZIONE, quella FINALE, quella dell’Uomo Nuovo, buono, generoso, altruista, cooperativo. Chi pensa questo, deve essere soppresso subito, nei primi giorni del “rivolgimento”, prima che possa combinare guai irreparabili.

Torniamo al più “banale” problema odierno. Ad un giornalista che gli chiedeva se forse non stesse irritando “qualcuno”, appoggiando il Southstream contro il Nabucco, Berlusconi ha risposto che c’è posto per tutti. Differente la risposta data da Scaroni che, nella sostanza, equivale ad una “alzata di spalle”, come a dire che il gasdotto “rivale” ha poche speranze di essere un competitore pericoloso; salvo, aggiungo io, non subentrino gravi pressioni statunitensi che tuttavia, mi sembra, non sono al momento prevedibili con un successo superiore a quello delle provocazioni georgiane (ancora in atto). In Iran continuano i tentativi “democratici” (di puri aderenti ad organizzazioni finanziate dagli americani); e anche in tal caso, se non avvengono cambiamenti strategici imprevisti, non sembra facile un successo, salvo che nella propaganda ad uso e consumo delle popolazioni europee, per impedire in quest’area slittamenti d’opinione dannosi agli interessi dell’ex potenza centrale.

Tuttavia, i nostri interessi nazionali – così snobbati da “amici del popolo” sempre alla ricerca di “grandi vittorie” dei dominati contro qualsiasi oppressore; vittorie “così grandi” da essere null’altro che un continuo favore reso agli Usa, come quello fornito dai vari intellettuali “ultraradicali” che hanno ormai definitivamente buttato la maschera – sarebbero assai meglio protetti da un Governo in grado di rinsaldare un fronte con Russia, Iran e Turchia, in modo da rappresentare un robusto contraltare alle mene statunitensi. L’atteggiamento di Berlusconi dimostra che egli non è ancora l’uomo adatto alla bisogna. Egli continua a rispondere, colpo su colpo, alla campagna di gossip e scandali, con la quale sono ormai sprofondati nella me….lma giornali un tempo considerati seri – in specie alcuni inglesi, francesi e americani – ridottisi a mimare Novella 2000 o simili.

Non è escluso che la vergogna di cui si ricopre simile stampa, e la sinistra (e anche una “certa” destra) che vi sta dietro, aiuti infine il premier ad uscirne in modo complessivamente per lui soddisfacente o, in ogni caso, senza danni troppo gravi; soprattutto se riuscirà a meglio controllare certi membri della sua famiglia, esaudendo le loro varie “aspettative”. L’equivoco e l’incapacità della maggioranza della popolazione di comprendere che cosa ci sia, di effettivamente lesivo della nostra autonomia, dietro la campagna scandalistica continueranno tuttavia a permanere. Sarebbe ormai necessario dichiarare con forza e senza mezzi termini che il gioco è duro perché gli Stati Uniti mal sopportano una certa politica “non allineata” (con loro), non intervenendo magari in prima persona e mandando invece avanti i loro ascari di sinistra (e di una “certa” destra) con la stampa che svia l’attenzione dal problema centrale, buttandola sul pecoreccio. Solo chiarendo i reali motivi di questi attacchi personali, il premier non salverebbe semplicemente se stesso ma dimostrerebbe effettivamente di essere un leader italiano. Se non lo fa, questo sarà sempre il punto debole del nostro paese.

So che la storia non si ripete – non nelle stesse forme – e che l’Italia è un paese ben diverso da quelli “non allineati” degli anni ’50 e ’60. Tuttavia, mutatis mutandis, sarebbe necessaria una corrente politica di stampo militar-nasseriano per rinsaldare un fronte sud-orientale decisamente indipendente rispetto alle mene subdole condotte dal paese ex “imperiale”, che ormai si serve dei peggiori rigurgiti di una infame sinistra – non più rappresentante gli “operai” (o le “masse lavoratrici”), ma soltanto un vile ceto medio (improduttivo e parassita), ivi compresi intellettuali marci fino al midollo – per operare tentativi di sovversione dall’interno che dovrebbero trovare risposte nette e tranchantes, di una violenza esemplare tale da togliere il “vizio e anche il pelo” ai mestatori oggi in opera nel nostro paese (come già all’epoca di mani pulite, uno sporco “colpo di mano” la cui ripetizione andrebbe impedita con qualsivoglia modalità). Se ci sono ancora alcuni cretini delle “rivoluzioni proletarie”, in agitazione “contro tutti i dominanti”, siano i primi ad essere “sculacciati”, perché in realtà aiutano, consapevolmente e dunque colpevolmente, ben precisi (sub)dominanti servi dello straniero (statunitense). Non raccontiamo(ci) più stupide menzogne: la “sinistra estrema” è la serva dei servi, perfettamente conscia – nei suoi leader – delle mascalzonate dette e compiute per “un piatto di lenticchie”.

Se, al contrario, si continua con il gossip, gli scandali, i ricatti, le querele, le risposte “a tono” (in realtà del tutto sbilenche rispetto al gioco che si sta giocando, e in cui certi mestatori di professione agiscono come nel 1992-93), non si farà chiarezza. La nostra autonomia – abbastanza a portata di mano, se al comando ci fosse un gruppo politico deciso a stroncare ogni manovra eversiva senza troppi riguardi, e soprattutto con nettezza di linguaggio sui loschi intrighi americani e dei loro manutengoli di sinistra (e di “certa” destra) – resterà allora irraggiungibile. Era scarsa durante l’epoca bipolare e anche quel poco ci è stato tolto con le viscide operazioni (giudiziarie, di “privatizzazioni”, ecc.), su questo blog più volte illustrate. Berlusconi non sta manifestando capacità decisionale nel prendere netta posizione su quanto sta dietro la campagna scandalistica.

 

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Poche parole su un altro problema cruciale. Siamo obbligati ad assistere allo stucchevole dibattito sulle fonti energetiche alternative. I cretini – ma non lo sono tutti; quelli che dirigono, i servi degli Usa, sono ben consapevoli di stare deviando l’attenzione “delle genti” – ci hanno in questi anni abituati alle più solenni prese in giro con il possibile uso, in tempi brevi, di massicce quantità di energia tratte dal Sole, dal vento, dalle “biomasse”, ecc. Abbiamo sentito solenni imbroglioni imperversare – chissà quanti soldi hanno intascato – con l’economia fondata sull’idrogeno (dopo averci rotto i coglioni per trent’anni con la “fine del lavoro”!). Gli ambientalisti, i verdi, sono oggi la peste del mondo occidentale (“democratico”). Lo ripeto: non perché i problemi ambientali non esistano, solo perché sono stati lasciati in mano a disonesti, che se ne servono per la svendita degli interessi nazionali alla potenza del dollaro (da loro ben messo in saccoccia).

In ogni caso, non c’è qui bisogno – si tratta di chiacchiere inutili, propalate da intellettuali corrotti, rigorosamente di sinistra e servi degli Usa (pur se per anni si sono “agghindati” da antimperialisti o almeno da altermondialisti, la loro “razza” peggiore) – di discutere molto di energie rinnovabili. Personalmente, sono più che favorevole al mix di energie, ad una loro diversificazione. Oggi come oggi, contrariamente a quanto feci tanto tempo fa, voterei persino a favore dell’energia atomica in un eventuale referendum (ma mi auguro che non se ne facciano nemmeno). Inutile però raccontarsi “storielle” diversive. L’energia da petrolio e gas resterà strategica ancora per decenni. La si smetta con le bambinate – ancora una volta, quelle dei cretini, perché ci sono poi i farabutti ben consapevoli delle diversioni da effettuare per sviare l’attenzione delle popolazioni europee dalla servitù verso gli Stati Uniti – sulla “cattiveria” delle multinazionali solo in cerca di profitti.

Per decenni, non usciremo dall’economia basata sulle fonti energetiche attuali. Questo spiega perché la lotta è così dura nelle zone a sud ed est della nostra Europa; spiega le manovre per Southstream o Nabucco, spiega i tentativi di sovversione americana (con i suoi sicari israeliani nel più ristretto ambito del Medioriente) in un’area che, guarda caso, resta cruciale per l’intera geopolitica del futuro. Spiega le convulsioni nel nostro paese, dove la GFeID (con in testa la malefica Fiat) si batte contro imprese solo in parte “pubbliche”; in realtà, semplicemente interessate (per i profitti, sissignori, non per gli ideali “antimperialisti” dei furfanti di “estrema sinistra”, loschi figuri “ultrarivoluzionari” in azione per creare manipoli di facinorosi che favoriscono, dicendo il contrario, gli americani!) a condurre una politica a livello mondiale che in effetti potrebbe rafforzare la nostra autonomia.

Questa è la lotta che oggi si combatte. In questa lotta, il reale è l’opposto di ciò che appare: la sinistra e una “certa” destra sono i nostri nemici più subdoli, agiscono “nottetempo”, nascosti come ladroni, camuffandosi con variopinti costumi (in fondo, gli stessi delle “rivoluzioni colorate”). Non bastano le “commissioni d’inchiesta” di cui parla Cirino Pomicino. L’attuale Governo – con le divisioni ben individuabili al suo interno e con le diversioni di Berlusconi rispetto ai reali motivi del furibondo, e certo indecente, attacco portatogli dai “servi degli americani” – non m’infonde fiducia. Sono però conscio che un D’Alema o un Fini, quali premier, sarebbero assai peggiori, ci consegnerebbero alla più abietta subordinazione (come già nel 1999 con l’aggressione alla Jugoslavia per seguire pedissequamente i propri “padroni”).

Ho un’idea approssimativa, ma credo sufficientemente corretta, di quale sia la partita giocata di questi tempi. Immagino di conoscere anche quali sarebbero i mezzi indispensabili, obbligatori, qualora si intendesse schiacciare questi esseri striscianti sempre in svendita, i metodi che dovrebbe applicare un Ministro degli Interni di un Governo effettivamente decisionista e indipendente (e in grado di controllare i “corpi speciali”) contro le “serpi in seno”: la GFeID, il “ceto medio improduttivo”, la maggior parte dei politici, degli intellettuali, giornalisti e canea varia. Lo stuoino su cui si puliscono i piedi gli Stati Uniti di Obama, insomma. Sarebbe sufficiente pestare e terrorizzare non più del 10-12% della popolazione per salvare e far vivere tranquillo il restante quasi 90%. Non ho però alcun potere e faccio il semplice spettatore, che in ogni caso scrive senza veli ciò che vede.