INTERLOCUTORIO di Giellegi

Con le migliaia di giornali esistenti nel mondo, e decine e decine di molto autorevoli, sentir parlare di “stampa internazionale critica di Berlusconi” – in seguito ad articoli di tre-quattro di questi, ben noti per essere sempre “contro” (in primo luogo, contro gli italiani), sempre per il politically correct (che è non a caso la banalità della sinistra) – è veramente ridicolo. Non ridicolo ma lurido è invece che adesso simili giornali si dedichino al puro gossip della più bassa lega possibile. Per questo motivo, se ragionassimo come la nostra sinistra, potremmo dire che ormai la stampa inglese non può più vantarsi dell’aplomb e della misura che pretendeva d’avere la “gente d’oltremanica”. Credo sia meglio lasciar perdere. Rilevo solo, perché è divertente, che il Financial Times parla di un “fascismo” non più delle camicie nere ma delle veline o simili. Come sono stati girati film umoristici sul nazismo (tratti da commedie) del tipo di “Per favore non toccate le vecchiette” o “Interpreter” (la nuova versione del primo), suggerirei a qualche produttore di proporne  adesso uno sulle SA di Röhm, formate da belle fanciulle scatenate alla caccia di comunisti, ebrei, ecc. da perseguitare e…. “liquidare” con pompini e affini.

Io penso male, ma resto sempre al di sotto della realtà. Da molto tempo sostengo che la sinistra è ormai un vero grosso cancro di questa società. Tuttavia, non immaginavo che potesse arrivare a simili livelli di bassezza, sconcezza, idiozia. E tutti i sinistri sono implicati in questi pettegolezzi, anche quelli che si pretendevano eredi del “Migliore” (vorrei tanto si chiedesse a Cossiga se ha ancora così alta stima di D’Alema; perché se si, allora ci sarebbero molti dubbi sul suo “buon invecchiamento”). Mi dispiace non sia stato inserito nel blog l’esterrefatto articolo di Caldarola di qualche giorno fa, ottima espressione della sorpresa per il vertiginoso crollo di decenza di uno schieramento, che ormai non ha più nulla di politico da dire, e si dedica dunque a spargere letame e putridume vario per infettare e disgregare la società. Nemmeno faccio sconti alla sinistra “radicale”, soprattutto a quella che si ostina a chiamarsi comunista. Anzi, dal mio punto di vista che non rinnega un dato passato – lo considera solo trascorso, esaurito, ma ne ha alta considerazione – essa è particolarmente infame, infanga un nome onorato.

Tuttavia, mi rendo conto che il problema cruciale non è rappresentato dalla vergogna di cui si è ricoperta l’intera sinistra. Questo è solo un fenomeno, il solito aspetto di superficie che serve a distogliere l’attenzione da avvenimenti ben più gravi, comportanti pericoli di forte arretramento per l’Italia con il rafforzamento della sua cronica subordinazione ad interessi stranieri (in particolare statunitensi). Da questo punto di vista, il processo degenerativo è decisamente più vasto. Intanto, l’azione deleteria e anti-società italiana non è solo della sinistra, ma è ormai appannaggio di uno schieramento più ampio che comprende il presidente della Camera. Anche qui, mi sarebbe piaciuto vedere nel blog l’articolo di “Milton” riportato solo in commento da “Trotzky”.

La debolezza italiana si estende però in definitiva all’intero schieramento governativo, poiché investe lo stesso premier che non sembra avere le “palle” per affrontare una situazione non risolvibile con “pannicelli caldi” né con tortuose manovre, in cui si dà sempre “un colpo al cerchio e uno alla botte”; mentre, dall’altra parte (soprattutto da parte di Obama), si stringono le spire serpentesche (avete mai visto come il boa e il pitone stritolano la loro vittima, a scatti, approfittando di ogni espirazione della disgraziata?). D’altronde, è probabile che questa “mancanza di palle” dipenda dall’incapacità (o impossibilità?) di stabilire i “giusti contatti” con particolari corpi dello Stato, che penso abbiano certi legami con le “forze della dipendenza” e non siano invece strutturati nei modi più adeguati per l’autonomia. Nulla più che un’ipotesi, il cui realismo mi sembra però indubitabile.  

I veri nemici d’Italia stanno nella classe dominante (non dirigente); essi appartengono alla finanza “weimariana” e ai settori industriali stramaturi (con la malefica Fiat in testa, che le forze politiche tedesche più accorte, i socialdemocratici, non riescono a “rispedire al diavolo” cioè al suo “padrino” d’oltreatlantico). Adesso non posso qui diffondermi sull’argomento perché debbo partire per qualche giorno. Ne riparleremo però, e a lungo. Comunque uno snodo rilevante (non lo snodo, ma certo un tornante di primo piano) è proprio quello Fiat-Magna che, come ha detto con chiarezza Tremonti (per chi sa intendere), concerne in realtà Usa e Russia; e di conseguenza lo schieramento europeo (e la UE) servo del primo paese, da una parte, e lo schieramento che tenta l’apertura a est come semplice carta da giocare nel senso di una maggiore autonomia, dall’altra. Grave è che Il Giornale (berlusconiano?) faccia il tifo per la Fiat (o almeno così sembra), perché ciò lede quegli interessi italiani legati all’Eni. E per chi ha a cuore questi interessi – non quindi la sinistra cancerogena, e nemmeno la destra fellona filoamericana (e filoisraeliana) – Fiat ed Eni sono “i simboli” della servitù o, al contrario, di una qualche autonomia. Non perché una sia “cattiva” e l’altra “buona”, non perché una sia “meno capitalistica” dell’altra; per motivi del tutto oggettivi, che in questa specifica congiuntura storica sono essenziali per chi ha un minimo di cognizione della politica.

Ne riparleremo più distesamente al mio ritorno. E vedremo se in questi giorni il Governo tedesco deciderà o traccheggerà. Le posizioni sono nette: gran parte dei socialdemocratici (temo con defezioni) per l’autonomia; la CDU (con l’“ex comunista dell’est” quale cancelliere) per il servilismo.  

PS <<Anche Bruxelles, nel frattempo, interviene sull’operazione Opel che il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, ha definito come «problema europeo». E alla luce di quanto è uscito nella notte dal conclave di Berlino, domani ne discuterà il Consiglio degli eurocommissari.>>

 

Andiamo bene; sappiamo che cos’è la UE un covo di “dipendenti” Usa!