LA RELIGIONE DEL RISPARMIO ENERGETICO a cura di G.P.

 

Adesso ci si mette pure Gesù Cristo. Qui si fa sul serio. Ho avuto un’apparizione, proprio io, ateo incorreggibile e materialista convinto, mi sono trovato davanti ad un Nazareno Catodico, rigorosamente WASP, con i capelli castani e gli occhi azzurri il quale, parlandomi da un paradiso di pixel, mi ha sussurrato di spegnere la televisione prima di uscire di casa e di non lasciare il trasformatore del cellulare attaccato alla presa elettrica, a meno di non star ricaricando l’ “infernale” aggeggio.

Non sognavo e non ero in preda ad alcuna “convulsione” mistica. Stavo semplicemente guardando MTV. E’ Lì che è avvenuta la consustanziazione in digitale. Di che vi sorprendete, si sa che le vie del Signore sono infinite ed al quanto imprevedibili. Il suo verbo ha riecheggiato negli altoparlanti alla stregua di quello di un qualsiasi venditore di materassi: “dobbiamo evitare il riscaldamento del pianeta”. Ma siamo sicuri, sig. Gesù – scusi se mi permetto – che spegnere gli elettrodomestici aiuti a combattere il global warming o a risparmiare effettivamente energia? Uno dal figlio di Dio si aspetterebbe una folgorazione ed, invece, si becca una sequela di luoghi comuni.

Da noi, qui sulla terra, secondo improbabili calcoli fatti da chissà chi sulle abitudini di chissà chi altro, si sente spesso ripetere: “Se spegni gli elettrodomestici, non lasciandoli in stand-by, risparmi più di 50 euro all’anno”. Siete proprio certi che le cose stiano così? Non mi sorprende, ad esempio, che uno come Beppe Grillo abbia questa accortezza quotidiana – tuttavia è da decidere se il suo trasporto civico derivi da un rigoroso senso di responsabilità sociale o dalla più prosaica tirchieria genovese (non me ne vogliano i genovesi, non ne conosco nessuno e quindi mi servo della diceria per motivi di speculazione giornalistica). Ma a che gli serve risparmiare 50 euro se poi sperpera 20 kilowatt (la media concessa a ciascuna famiglia italiana è di 3 kilowatt) per la sua casa-discoteca in collina? E non lo sostengo io ma Chicco Testa, ex amministratore Enel, il quale non è stato smentito né denunciato da Grillo. Quella degli elettrodomestici da non lasciare in stand by, per risparmiare energia (aiutando il pianeta a “respirare”), è l’ennesima leggenda metropolitana, messa in giro dai soliti ambientalisti-sacerdoti che con la credulità popolare si sono costruiti un patrimonio elettorale.

Sentiamo cosa dice il prof. Franco Battaglia in proposito:

 

“In casa godiamo di un bel mucchio di elettrodomestici, dal phon al frullatore, dalla lavatrice e lavastoviglie alla caldaia, dal rasoio elettrico alla sveglia elettronica. Se provate ad enumerare tutti quelli che avete in casa, ma proprio tutti, avrete una lista di alcune decine di oggetti che usano corrente elettrica, compresa la caldaia a gas. La maggior parte, però, quando non sono utilizzati sono completamente spenti. Altri (frigorifero, sveglia elettronica) devono rimanere sempre accesi. Pochissimi rimangono in stand-by, e, tra questi, molti non si possono spegnere senza fastidi. Pensate al telefono con segreteria telefonica incorporata o al lettore di dvd o di vhs: spegnerli significherebbe perdere ogni dato memorizzato nel loro orologio interno. Quanto al telefono cellulare, di notte possiamo anche spegnerlo, e di solito lo facciamo, ma anche lo allacciamo alla rete per caricarlo. Alla fine, gli unici elettrodomestici di cui possiamo sopportare il fastidio di accendere ogni volta che decidiamo di usarli sono il televisore e la caldaia a gas (che ci toccherebbe quindi accendere ogni volta che apriamo un rubinetto dell’acqua calda; ma dovremmo ogni volta anche chiudere e aprire il rubinetto del gas, sennò, in assenza di alimentazione elettrica non funzionano i dispositivi di sicurezza contro le fughe di gas). Insomma, l’unico elettrodomestico che lasciamo in stand-by e che potremmo veramente spegnere è il televisore, il quale, quando in stand-by, assorbe sì e no 2 watt. Supponiamo ora che delle 8700 ore di un anno guardiate la Tv per 1700 ore e la lasciate spenta per 7000 ore: alla fine dell’anno avrete risparmiato 14 kWh d’energia elettrica che, a 18 centesimi al kWh fanno 2 euro e 50 centesimi e non gli «oltre 50 euro» vagheggiati dalle pubblicità di certe aziende…”

 

Eppure, come non credere alle parole del Messia? Chi dobbiamo ascoltare tra il Salvatore del “ca…todo” e lo scienziato? Beh, diciamo che il Redentore Energetico poteva almeno optare per un palco meno fazioso del famoso canale musicale, quello che si butta in tutte le battaglie civili eterodirette dagli Usa. L’unica certezza è che, in Italia, tra religiosi in abito talare e fanatici dell’ambientalismo in abiti civili abbiamo perso troppo tempo, la ricerca è stata bloccata in molti settori ed abbiamo accumulato un ritardo scientifico inenarrabile.

 

 

 

PROCESSIAMO I CATASTROFISTI


Fonte il Giornale

 

S. Fred Singer, fisico dell’Atmosfera ed ex direttore del Servizio meteo-satellitare americano, che divide il premio Nobel 2007 per la Pace con Al Gore, scrive per il Giornale contro il catastrofismo ambientalista

di S. Fred Singer

Lo scorso 19 giugno Il Giornale mi definì «il re degli anticatastrofisti». La settimana dopo, il 26 giugno, Le Monde definì il dr. James Hansen, direttore al Goddard Institute for Space Studies della Nasa, «il re dei catastrofisti». Fu nel 1988 che Hansen andò a Washington a sostenere che il riscaldamento globale era, con certezza del 99%, d’origine antropica. A quel tempo, Hansen prevedeva enormi aumenti di temperatura e apocalittiche conseguenze (tipo rapido innalzamento del livello dei mari) nel caso non avessimo interrotto l’uso dei combustibili fossili per produrre energia.

 
Queste sensazionali affermazioni mi indussero a pubblicare, prima, un editoriale sul Wall Street Journal, poi – assieme all’oceanografo R. Revelle e all’esperto di energia C. Starr – un articolo più dettagliato e, infine, a studiare a fondo l’intera questione, con la conclusione che i cambiamenti climatici sono causati dalle forze della Natura e non dalle emissioni antropiche di gas-serra.


Oggi, dopo 20 anni, assistiamo a temperature che non sono aumentate – anzi, è da 10 anni che stanno diminuendo – e a livelli dei mari immutati e, comunque, ben lontani dalle catastrofiche previsioni di Hansen. Curiosamente, a dispetto di ciò, la statura di Hansen quale «profeta» dei «fedeli» del riscaldamento globale antropogenico non è stata minimamente ridimensionata: gli accoliti di Al Gore continuano a considerarlo l’oracolo della scienza del clima. Hansen stesso, invece, è rimasto deluso dai fatti, cosa che ha influenzato negativamente la propria percezione scientifica: egli è, sì, in completo disaccordo con un numero sempre più crescente di scienziati, cosiddetti «scettici», che considerano principalmente naturali le cause dei cambiamenti climatici; ma è anche in disaccordo con gli esperti climatici dell’Ipcc per i quali la causa è principalmente l’uomo.
Ad esempio, il gruppo di Hansen ha pubblicato dati di temperature che lo scorso anno ha dovuto rivedere in seguito a un fondamentale errore scopertovi dallo statistico canadese Stephen McIntyre: dopo le revisioni, l’anno più caldo del secolo occorso negli Usa è risultato essere il 1934 e non il 1998. Ancora: in un articolo del 2005 Hansen annunciò di aver trovato, nell’aumento delle temperature egli oceani, la prova regina del riscaldamento globale antropogenico; l’annuncio si dimostrò falso, e a peggiorare le cose ci si mise pure il fatto che le temperature oceaniche smisero di aumentare. Non a caso l’Ipcc, a sostegno delle proprie convinzioni dell’origine antropica del riscaldamento globale, Hansen neanche lo cita.


In cambio, Hansen considera l’Ipcc in errore. Secondo Hansen, infatti, l’aumento del livello dei mari per secolo dovrebbe essere di 600 cm, e non di 50 cm, come sostiene l’Ipcc (secondo me l’aumento del livello dei mari nel prossimo secolo sarà di circa 18 cm, cioè lo stesso che occorre, ogni secolo, da diecimila anni). Inutile dirlo, Al Gore propaganda solo le previsioni di Hansen, accompagnandole con terrificanti immagini di inondazioni.


Ogni discussione scientifica con Hansen è diventata impossibile: la sua fede nella catastrofe climatica è diventata fanatismo religioso. Egli lamenta di essere una figura isolata, imbavagliato da forze malefiche mentre tenta di gridare, solitario, nel deserto. Nella sua audizione a Washington, lo scorso mese, ha invocato che i petrolieri fossero processati per «gravi crimini contro l’umanità e la natura». Per quanto strano possa sembrare, anch’io sarei favorevole a un processo: forse è l’unico modo in cui si possa sperare che l’intera faccenda sia pubblicamente discussa e sia concesso di produrre pubblicamente le prove che l’attuale riscaldamento globale non può essere d’origine antropica. L’unico modo, forse, di fermare l’allarmismo climatico e il movimento quasi-religioso che ha avuto in Hansen il primo istigatore e di cui tutti noi siamo vittime.


S. Fred Singer

 

 

FONTE: AAPS (tratto da come donchisciotte.org)

Ad una conferenza stampa del 19 maggio, il Dr. Arthur Robinson, Ph.D. (dottorato in ricerca), ha comunicato i nomi dei 32.000 (trentadue mila) scienziati che hanno firmato una petizione in forte disaccordo con le affermazioni allarmiste di Al Gore e dell’IPCC delle Nazioni Unite. Paure di catastrofi causate dal riscaldamento globale provocato dall’uomo, che richiedono drastiche misure di razionamento energetico sono basilari alle linee politiche dei tre candidati alla presidenza, Barack Obama, Hillary Clinton e John McCain.

Al Gore sostiene che “la discussione è chiusa” e che non rimangono che “alcuni scettici”.


«Soltanto tra gli scienziati ricercatori che l’hanno firmata, questa petizione conta più di 15 volte il numero di scienziati seriamente coinvolti nel progetto dell’IPCC. Questo gran numero di firmatari dimostra che, se c’è unanimità di consenso tra gli scienziati americani, tale consenso è in opposizione all’ipotesi del riscaldamento globale causato dall’uomo, piuttosto che in suo favore», afferma Robinson. Tra i firmatari ci sono più di 9.000 dottori in ricerca.

. La maggior parte delle firme sono state raccolte inviando e-mails a professori universitari e ad un nucleo che rappresenta il “Chi è chi”, ovvero il meglio, degli scienziati americani.

 

«Quanti scienziati occorrono per stabilire che non esiste un consenso sulle ragioni del riscaldamento globale?» chiede Lawrence Salomon (Financial Post, 17 maggio 2008), riferendosi a precedenti petizioni, in particolare all’Heidelberg Appeal, che collezionò 4.000 firme, incluse quelle di 72 Premi Nobel. In quanto a numeri, l’Oregon Petition Project del 2001, con 17.800 firme è stata la petizione che ha ottenuto il più vasto consenso, «tanto più sorprendente quanto più inequivocabile fu la posizione presa da quegli scienziati». «Essi non solo contestarono che non ci sono prove convincenti di danni provocati dalle emissioni di anidride carbonica, ma asserirono che lo stesso trattato di Kyoto potrebbe nuocere all’ambiente perché “emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera potrebbero avere effetti benefici sulla flora e sulla fauna del pianeta”.»

Robinson fu poi esortato ad incrementare gli sforzi di raccolta firme tra gli scienziati che si sentivano «oltraggiati dal modo in cui Al Gore e sodali stavano abusando della scienza per i loro fini».

Robinson risponde nella sezione FAQ (domande più frequenti) del sito che ospita la petizione, la descrizione del progetto, la lista dei firmatari e la loro qualifica (http://www.petitionproject.org/) «le scelte politiche proposte per ridurre seriamente l’uso di idrocarburi ora minacciano il benessere degli americani nonché l’esistenza stessa di centinaia di milioni di persone nel terzo mondo»

 

Fonte: www.aapsonline.org

 
Link:
http://www.aapsonline.org/newsoftheday/002


20.05.08