La Repubblica Slovacca, pivot geopolitico nel Centro Europa

di Andrea Forti

 

Il 12 marzo scorso si è tenuta la visita ufficiale in Italia del primo ministro slovacco Robert Fico (N.B.: si pronuncia Fitzo!), un evento apparentemente di secondaria importanza eppure non privo di risvolti geopolitici interessanti.

La Slovacchia è un paese slavo dalle ridotte dimensioni fisiche e dall’altrettanto scarso peso demografico, non è né un paese ricco di fonti energetiche, né una potenza industriale (nonostante possegga un certo numero di industrie ereditate dal complesso industriale socialista) e meno che mai militare, ma ciò nonostante riveste un ruolo importante nello scacchiere centro-europeo.

La piccola repubblica slava carpatica infatti è un nodo fondamentale degli equilibri geopolitici europei, incuneata com’è fra il mondo germanico-mitteleuropeo, la Pianura Ungherese, la Polonia e l’Ucraina.

Attraverso la Slovacchia passano i gasdotti che dall’Ucraina convogliano il gas russo verso Austria, Germana e Italia e Balcani, proprio quei gasdotti che quasi ogni inverno vengono bloccati dall’annuale disputa Ucraino-Russa sui prezzi della materia prima.

Una caratteristica singolare della Repubblica Slovacca è quella di essere praticamente l’unico paese dell’Europa centro-orientale post comunista a non essersi accodato alle politiche apertamente filo-americane e anti-russe (e implicitamente anti-tedesche) perseguite dalla maggior parte delle capitali della “Nuova Europa”, a cominciare da Varsavia.

Pur essendo infatti membro tanto della NATO che dell’Unione Europea la Slovacchia, specie dall’elezione nel 2006 di un bizzarro quanto stabile governo di coalizione socialista-ultranazionalista, persegue una politica di aperta vicinanza con la Federazione Russa, come testimonia l’opposizione all’indipendenza del Kosovo (motivata anche dai timori circa la propria minoranza ungherese), l’assoluta contrarietà alla dislocazione in Europa Orientale dei sistemi missilistici USA e l’appoggio dato a Mosca nella recente crisi del Gas con l’Ucraina.

Gli slovacchi mantengono anche strettissime relazioni economiche e politiche con la Germania, primo fra gli investitori nel paese e forte sostenitore, nel 1993, della “secessione di velluto” slovacca da Praga

La Slovacchia del premier Robert Fico assume oggettivamente il ruolo di cuneo conficcato nel bel mezzo di quel fronte anti-russo e anti-tedesco di paesi est-europei capeggiati da Varsavia e spalleggiati nemmeno troppo discretamente da Washington e Londra; il ruolo di Bratislava riecheggia curiosamente quello svolto esattamente settant’anni fa, quando dalle ceneri della spartizione germano-ungherese della Cecoslovacchia sorse la Prima Repubblica Slovacca, guidata dal regime clerico-fascista di Monsignor Jozef Tiso fino alla sconfitta dell’Asse nel 1945.

La nascita della Repubbica clerical-fascista di Bratislava venne fortemente sostenuta da Hitler proprio per creare un paese-cuneo fedele a Berlino che dividesse la Polonia dagli altri paesi dell’Europa sud-orientale, allora schierati con gli anglo-francesi; curioso, ma indicativo, fu il fatto che l’Unione Sovietica di Stalin riconobbe immediatamente l’indipendenza della Slovacchia, sebbene fosse retta da un regime cattolico e “reazionario”.

Tornando al recente incontro Berlusconi-Fico c’è da dire che, fra le tante dichiarazioni di circostanza, esso contiene almeno tre punti di notevole interesse: la cooperazione nucleare fra i due paesi, già in atto visto che l’ENEL possiede una centrale nucleare slovacca, l’accordo nel definire le cause della crisi economica in atto, partita dagli USA e non dall’Europa, e infine l’appoggio italiano all’installazione in Slovacchia della sede dell’Agenzia europea per il sistema energetico.

Quest’ultima proposta sembrerebbe una mano tesa dall’Italia alla Russia attraverso la Slovacchia, una mossa certamente positiva in vista di un’auspicabile avvicinamento Euro-Russo, anche se resta da vedere come verrà accolta in sede europea e con quanta energia il nostro Governo difenderà questa sua ottima proposta.

 

P.S:

 

di seguito si allega il comunicato diffuso dall’Agenzia di informazioni “Il Velino” (legata al PdL/Forza Italia) sull’incontro italo-slovacco del 12 Marzo: clicca qui