LE MARXIANE DI GRAN CLASSE di G.P.

Ieri 8 marzo, giorno della donna, doveva essere una festa diversa dal solito, almeno a detta delle più illustri rappresentati del popolo femminile, cioè quelle di sinistra che si ritengono le uniche custodi del fuoco liberatorio dal giogo maschile e dalla tirannia dell’amplesso in contanti. Niente mimose né baciamano, niente fiori e smancerie ma solo opere di bene e slogans oltranzisti. Questo è l’anno dell’Amazzone ingioiellata che esce dall’estetista per trafiggere il Drago depravato di Arcore.

E quali sarebbero queste grandi azioni di genere, o forse sui generis, con le quali l’altra metà del cielo, ovvero quella rossa più che rosa, riprenderà nelle proprie mani la storia nazionale strappandola ai papponi di Stato e di Governo? Le urla isteriche contro il Tiranno? La battaglia all’ultimo assorbente contro Berlusconi lo sporcaccione nazionale, colui che usa il corpo delle donne come un taxi dal quale salire e scendere a proprio godimento? Gira e rigira (altro giro, altra corsa sul lettone di Putin) in questo Paese degenerato tutto si concentra su un solo uomo reo di incarnare ogni male dell’umanità, dalla copula senza regole alla crapula senza freni. Colpire Silvio per educarne 100. Ma ieri era davvero il giorno del giudizio oppure, molto meno enfaticamente, si trattava di quello del pregiudizio elevato all’ennesima “impotenza”? Chi ha vinto la grande guerra del moralismo gretto e conformistico, il sesso debole o il sesso facile? La questione non è così importante, almeno per chi come me vede riprodotto in questo discorso fintamente agguerrito che si declina in diversi temi come le pari opportunità, la diversità di genere e l’autocoscienza femminile i soliti luoghi comuni tanto di moda nei salotti bipartizan o nei talk shows televisivi dove gente agiata e pasciuta cerca di non morire di noia accalorandosi sul nulla. E che si trattava di una misera pantomima tra donne e uomini privilegiati e politicamente schierati lo si è capito sin dalle prime “sbattute”. Infatti, le donne del Pdl e quelle del Pd si sono accusate a vicenda di dividere il fronte sessuale in un momento drammatico come quello presente. Qui l’unico dramma, care signore, è percepirsi come una prima linea in guerra in assenza di bombardamenti evidenti.  E’ sicuramente sacrosanto affermare i propri diritti che sono tali però perché si è tutti quanti parte della medesima società civile o incivile e l’organo riproduttivo non può diventare fattore di unificazione o di divisione. Gli uomini, com’è giusto che sia, si dividono su tutto, per cui non si capisce proprio perché le donne dovrebbero essere diverse anche in questo. A meno che non si ritengano esseri così speciali da non dover essere ricomprese nemmeno nella razza umana che certamente vive di contraddizioni. Se proprio non potete farne a meno di lamentarvi prendete la via dello spazio e fondate pure una colonia su Marte. Le “marxiane” di gran "classe". Oppure attraversate lo specchio, come si diceva negli anni '70, e sceglietevi un'altra dimesione: le Alici nel barattolo delle meraviglie. Fortunatamente non sarete in molte a partire, il sinistrismo femminile come quello maschile è una deviazione in via di afflosciamento.