L'ELECTION DAY di Giellegi

Ci sono spesso – in questa meschina politica italiana quasi sempre – argomenti in cui tutti i partecipanti alla discussione sono in mala fede, nel senso che ognuno argomenta adducendo motivazioni del tutto diverse da quelle effettive per cui sostiene una data posizione. Così pure accade per la decisione se accorpare oppure no il referendum sulla legge elettorale alle elezioni europee e amministrative. Non starò ad analizzare questo benedetto referendum (personalmente ne ho abbastanza di simili consultazioni dette popolari); basti dire che, se passasse, consegnerebbe il premio di maggioranza elettorale alla lista con più voti e non alla coalizione vincente. E’ dato per scontato che questo sarebbe il risultato ove il referendum fosse valido, mentre se fallisce (meno del 50% dei partecipanti rispetto all’intero elettorato) tutto resta come ora. Si dà inoltre per scontato che, se il referendum fosse accorpato, potrebbe superare questo 50%; nel caso contrario, di un referendum in solitudine, è in pratica certo che tale soglia non verrà raggiunta con la conseguente nullità della consultazione.

Per quanto ne posso capire, si avvantaggia della riuscita referendaria soltanto la lista vincente; in questo momento, il partito con più voti, in eventuali nuove elezioni, sarebbe il Pdl. Per cui si comprende la rabbia della Lega nel caso avvenisse l’accorpamento in questione. Tuttavia, anche il Pd sembra favorevole – sperando forse in miracoli futuri – mentre i cosiddetti cespugli della “estrema” sinistra ma anche l’Udc, ecc. protestano con le solite accuse di attentato alla “democrazia”. I “cespugli” sono rimasti fuori del Parlamento anche con l’attuale legge; e sarebbe una gran vera fortuna se nemmeno entrassero nel Parlamento europeo (tuttavia, per la solita scarogna di questo paese, ormai abbandonato dallo “Stellone”, magari qualcuno ce la farà). Capisco poco tutto il resto, ma non m’interessa da tanto sono annoiato di queste stupide contese della miseranda “classe” politica italiana (un’accozzaglia di nullafacenti e di intriganti, che tuttavia finora il “popolo” sembra voler mantenere; se è contento lui……).

Capisco però bene un fatto decisivo: non dovrebbe essere interessante appurare se i giocatori barano in quel che dicono (questo va dato per sicuro: tutti bari al 100%) poiché conta esclusivamente il risultato finale del gioco. Ora, si dice che il referendum costi, se fatto da solo, 400 milioni di euro; nel caso di accorpamento, tale somma sarebbe quindi risparmiata e devoluta – e ciò verrebbe dichiarato espressamente – quale contributo ulteriore per quanto di terribilmente drammatico è accaduto in Abruzzo. E’ una goccia, bisognerà certo dare molto di più; comunque, erogare la somma in questione nella giusta direzione, e non per oliare le diatribe inerenti alle fisime elettorali di un ammasso di litiganti, mi sembra una buona decisione. Sarebbe certo presa, se sarà presa, per tutt’altri motivi, ma ripeto che conta esclusivamente il risultato del gioco, non le intenzioni dei giocatori. Quindi, per quanto mi concerne, spero che l’accorpamento si faccia; temo però che prevarrà il solito “coniglismo” degli attuali maggioritari, e non se ne farà nulla.

Aggiungo solo un’ultima considerazione. Se veramente – non mi rendo conto come – l’accorpamento in oggetto comportasse pure svantaggi (ma decisivi!) per i suddetti “cespugli”, sarebbe un altro risultato positivo oggettivo del gioco. Che questi miserrimi (im)politici strillino alla sepoltura della “democrazia” è sintomo preciso della bontà della scelta. Per questi “cercatori d’oro” – sia pure di filoni minori come quelli conseguibili con le loro percentuali da accattoni – la democrazia equivale a mantenere qualche cadreghino in più (europeo, nazionale o locale) per continuare a non far nulla se non la vita oziosa del politicante. Simili miserabili “figuri” inorridiranno nel sentirsi dare degli oziosi, pensando a quanto invece si debbano dannare nel rincorrere i loro pochi fan, nel dividersi in mille correnti litigiose per poi momentaneamente raggrupparsi in vista di qualche “malloppo” da arraffare pur con le loro esigue clientele elettorali. Questo non è lavoro né produttivo né utile, o scansafatiche e maneggioni! Bisognerebbe spedirvi ad un vero lavoro, magari forzato (che fortuna aveva l’Urss con la sua Siberia da “coltivare” e in cui estrarre minerali!).     

E’ evidente che non basta prendersela con questi piccoli mestatori, bisogna puntare ai grandi. Tuttavia, nei rinsecchiti “cespugli”, chissà, forse qualche rimasuglio di cervelli sani è rimasto; una volta liberati dell’intossicazione procurata da vecchi residui arrugginiti di passate stagioni (anzi trapassate), ormai trasformatisi in squallidi scherani “di riserva” dell’attuale establishment capitalistico (quello più reazionario e parassita), forse questi cervelli possono partecipare alla ricostruzione di un senso di effettiva opposizione, pulita e coerente; soprattutto capace di rinnovarsi da cima a fondo. Chissà!