LETTERINA (INUTILE) A SALLUSTI, di GLG 8 ott. ‘13

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Ieri l’“illustre” scriveva nel suo editoriale: “Letta ed Epifani ieri hanno usato giri di parole per ordinare in sequenza: che Berlusconi non è più il leader del Pdl, che il nuovo capo assoluto deve essere Angiolino Alfano, che lo stesso Pdl deve affrettarsi a spacchettarsi in due gruppi distinti e distanti……Se si siano semplicemente montati la testa o se invece chiedono il rispetto di patti oscuri stipulati con non si sa chi [lo sai benissimo anche tu, come noi; nota mia] per indebolire il centrodestra, lo capiremo strada facendo [campa cavallo…che intanto muori!; nota mia]……. Alfano ieri ha preso le distanze dalle dichiarazioni del suo socio di governo, con il quale solo poche ore fa aveva battuto un entusiastico “cinque” con le mani per festeggiare la fiducia……Una goccia d’acqua cheta in quel mare in tempesta che è stato il partito nei sette giorni più terribili della sua storia. Che, a differenza di ciò che pensa e dice Letta, non credo proprio sia giunta al capolinea”.

Sospetto che Lei sappia che il Pdl, come Forza Italia, è sempre vissuto all’ombra di questo personaggio da voi ingigantito come fosse un “grande innovatore” mentre invece ha sempre mostrato una notevole mancanza di coraggio, salvo chiacchierare più o meno a vanvera. Ha blaterato, da quando è entrato in politica diciannove anni fa, di “rivoluzione liberale”. Io non sono minimamente d’accordo con simile ideologia, né credo che abbia nulla di rivoluzionario essendo vecchia come il cucco; tuttavia, constato che Berlusconi non ha fatto un solo passo in quella direzione. Ha sempre accampato la scusa di essere stato boicottato; come se i giacobini o Lenin (o altri rivoluzionari) avessero fallito miseramente la loro rivoluzione, anzi l’avessero solo predicata a parole, e poi si fossero giustificati dicendo che ne erano stati impediti dagli avversari. Una sciocchezza sesquipedale. Resta il fatto che durante i suoi governi non si è vista riduzione della spesa pubblica, del debito omonimo, del rapporto deficit/pil, della pressione fiscale, ecc.
Ha rimbambito con tanti discorsi il ceto medio del lavoro detto autonomo, ma tutte le associazioni dei piccoli imprenditori (o “artigiani”), dei commercianti, ecc. hanno continuato a mettere in luce le loro difficoltà crescenti; anche prima della “fatidica crisi” iniziata il 2008. Gli unici accenni di novità si sono avuti in alcuni spunti di politica estera, sotto impulso di Putin e della Gazprom, con allargamento interessante verso la Libia. Il tutto è durato finché vi è stata la politica statunitense promossa sotto l’Amministrazione Bush (jr.), di cui non discuto qui la strategia seguita con dirette aggressioni all’Afghanistan e all’Irak, cui il Berlusconi, per “furbizia” (succube), ha voluto aderire. Non appena, per motivi che ancora una volta non discuto qui, la strategia Usa è cambiata con Obama, è iniziato il tracollo di Berlusconi, che ha vergognosamente tradito la Libia di Gheddafi, restando inerte di fronte al suo massacro. Solo a distanza di 7-8 mesi da simile scempio, egli ha cominciato a dire, molto sottovoce (tanto che nessuno se lo ricorda più), che non era d’accordo con quell’aggressione, che la decisione non era stata presa comunemente all’interno della Nato, che aveva persino pensato di dimettersi, ecc. Non l’ha fatto, è stato in realtà connivente (non si raccontino più balle: a parte l’uso delle nostre basi, l’aviazione italiana ha effettuato numerose incursioni contro le truppe lealiste libiche), ha pronunciato la banale e ignobile (in quel contesto) frase: sic transit gloria mundi (che, “a casa mia”, significa accettazione dell’infamia).
Da allora ha continuato imperterrito ad essere pienamente complice degli Usa, la cui azione in Italia (indiretta, per modo di dire) era condotta avanti da un presdelarep, contro cui il cavaliere mugugnava per subito dopo tesserne le lodi, contribuendo infine pienamente alla sua rielezione con la farsa della finta presentazione di alcuni candidati per poi bruciarli onde dimostrare che non c’era altra scelta. Nel frattempo, il Suo capo aveva accettato di essere sostituito con Monti; e anche in tal caso, solo dopo molti mesi il giornale da Lei diretto si è messo a dichiarare che lo spread (servito da scusa per il cambio di governo) era manovrato, così come le “terribili” crisi di borsa. Ha avuto perfino il “coraggio” di dire quello che dovrebbe essere di dominio pubblico da moltissimi anni: le società di rating (due statunitensi ed una inglese), tanto temute, non hanno mai previsto alcunché (né la crisi del 2008 né i più banali fallimenti delle italiane Cirio e Parmalat); sono organi diffusori di menzogne al servizio di dati potentati, facenti capo agli Usa.
E dopo Monti (mai veramente contrastato in Parlamento), si è accettato, in seguito alle elezioni, il governo delle “larghe intese” di Letta, chiaro segno della direzione presa dagli Usa (e da Napolitano come loro “alleato”, chiamiamolo così per non offenderlo) in merito all’imposto schieramento dell’Italia quale “testa di ponte” dei predominanti d’oltreatlantico in Europa e verso “sud” e “sud-est”. Voi soffrite e protestate perché, malgrado tutto questo, il vostro beneamato leader è stato trattato come si tratta chi ormai ha ceduto su tutto il fronte e non merita più alcuna considerazione. Tuttavia, siete pure voi, cosiddetti falchi della nuova Forza Italia, conniventi con il vero “padrone” che ci detta i suoi voleri; e cercate di dirottare la rabbia degli italiani che vi seguono verso la Germania della Merkel. Ammettiamo che quest’ultima abbia imposto in sede europea (facendo almeno in parte gli interessi del suo paese, cosa di cui voi siete ormai incapaci cronici) scelte a noi dannose. Certamente non è però la Germania il paese predominante in “occidente”. Lo sapete benissimo, per un momento il vostro leader ebbe un filo di coraggio quando diede ragione alla Russia nel suo scontro con la Georgia. La rabbia statunitense l’ha ben presto ricondotto alla sua “normale” vigliaccheria.
Lei si ricorderà, spero, cosa scriveva nei suoi editoriali nei giorni in cui il suo amato leader imponeva le dimissioni dei parlamentari Pdl (mossa avventurista, sbagliata, evidentemente compiuta come bluff), poi pretendeva il ritiro dei ministri Pdl dal governo, ecc. Siete stati presi in contropiede in poche ore non per la forza di un Alfano (adesso ci raccontano questa barzelletta), ma perché Berlusconi ha solo provato a strappare qualcosa di meglio a Napolitano; ma ha perso il confronto e si è ritirato. Siete sempre stati incoerenti verso il presdelarep; alternativamente, avete sostenuto che non ci si poteva fidare di lui perché era ancora un comunista, poi lo blandivate dicendo che era il campione della saggezza e moderazione contro i “cattivi” del Pd e i magistrati restati pervicacemente “rossi”.
Siete stupidi. Questi magistrati hanno iniziato quel percorso, poi sempre seguito con ferma coerenza, nel preciso momento in cui crollavano il “campo socialista” e subito dopo l’Urss, in cui il Pci cambiava nome, ecc. E Napolitano, per conto del Pci, cominciò a contrattare il cambio di campo del partito circa 40 anni fa; quindi è in Italia il personaggio di cui l’attuale potenza egemone più si fida. E questi sarebbero i “rossi”, contro cui Berlusconi si ergeva difensore in nome della “libertà”? Allora dovreste ammettere finalmente che i veri affossatori di questa libertà (e della “democrazia liberale”) sono gli Stati Uniti, sommi ispiratori della magistratura e del nostro presidente eccezionalmente eletto due volte in spregio alla sempre acclamata Costituzione. Voi invece tacete su questo perché siete paurosi. E allora meritate di “crepare”, cosa che accadrà presto. E sarete costretti a tenere il rospo in pancia nei confronti di Alfano, un personaggio di scarsa intelligenza (non semplicemente politica, mi riferisco al concetto comune di intelligenza).
Dovrete “abbozzare” perché sapete bene che il tentativo del “comunista” al vertice dello Stato, in “alleanza” (sempre si fa per dire) con Obama, è quello di incanalare i due schieramenti, per vent’anni fatti passare per “sinistra” e “destra”, verso la loro dissoluzione con un progressivo avvicinamento alla creazione di un “grande centro”. Non è facile riuscire nell’intento, ma questa è la meschina ideuzza per stabilizzare il paese in quanto pienamente succube dei disegni americani in un’epoca di crescente “multipolarismo”; ideuzza cui Berlusconi ha ormai ceduto da tempo, alternando apparenti mugugni per accontentare alcuni suoi seguaci e una parte dei suoi elettori (che non slittino da qualche altra parte) a cedimenti improvvisi e tali da demoralizzare e seguaci ed elettori in vista di quel fine, cui ormai si è piegato da tempo. Letta ed Alfano – sotto la “paterna” direzione del “rieletto” (e gli Stati Uniti sullo “sfondo”, ma in fortissimo “rilievo” su questo sfondo!) – portano avanti tale disegno che distruggerà definitivamente il nostro paese. E se non basteranno Letta ed Alfano, si troverà qualche altra “riserva”.
Lei (e la sua “compagna”) avrete il coraggio di gridarlo alto e forte? Mi concede il beneficio del dubbio? Altrimenti, è meglio che inizi subito, è già tardi! Con cordialità (insomma, non poi tanta).