Libano. Michel Aoun : La partita finale si giocherà nel 2009

Fonte Geostretegie.com, trad. G.P.

 

 

Il generale Michel Aoun appare oggi alleviato. Ora che lo spettro della presidenza si è allontanato, si sente liberato di un grande peso. Afferma, del resto, di essere sempre stato un uomo libero, che ha rifiutato la presidenza quando la stessa gli era servita su un piatto d’argento, per restare in armonia con le sue idee e con le sue convinzioni. Oggi, egli precisa che ha mantenuto la promessa fatta ai cristiani. E spetta a quest’ultimi, ormai, prendersi le loro responsabilità. Rilassato, risponde a tutte le domande con, tuttavia, una punta di sarcasmo. Dichiara di essersi elevato al di sopra delle critiche, conservando la sua ironia ed il suo senso delle formule. Rileva così che l’elezione presidenziale ha riunito “l’asse del male e quello del bene”, e conclude affermando che il finale della partita si giocherà nel 2009.

Q – come vi sentite dopo la fine del sogno della presidenza?

R – “non ho mai avuto questo sogno, anche se non la pensano così alcuni mass media. Non cerco del resto di convincere di ciò. Essendo essenziale che ne sia convinto io stesso. Ho sempre agito secondo le mie convinzioni ed ho rifiutato a tre riprese la presidenza quando mi era stata proposta, in particolare quando si voleva darmi la presidenza senza la Repubblica. Sarkis Naoum lo ha scritto nel suo libro, quando ha riferito come l’ex presidente Siriano Hafez el-Assad aveva detto a Rafic Hariri che non c’era alcun inconveniente affinché fossi portato alla presidenza del Libano. Quest’ultimo gli aveva anche chiesto se avesse potuto riportarmi queste proposte citandolo. E la risposta era stata affermativa. Le proposte sono state riportate ed ho chiesto: “Mi danno la presidenza, ma a chi si dà la repubblica? Alcuni giorni più tardi, era già guerra di liberazione, il 14 marzo 1989…

La seconda volta, ho rinunciato alla presidenza quando l’ex ambasciatore degli Stati Uniti Jeffrey Feltman me l’ha offerta a condizione che rompessi la mia intesa con Hezbollah. Infine, ho ancora una volta rifiutato quando, su richiesta del presidente francese Nicolas Sarkozy e di molti ambasciatori europei, ho rinunciato alla presidenza in contropartita di una mia iniziativa che consisteva nell’accettare le rivendicazioni sulle riforme e l’elezione di un presidente di compromesso. Mi avevano anche allora suggerito di essere “il nominatore del re, non il re”.

Q – avete qualche rammarico?

R – “no, ho realizzato ciò che volevo. Ci sarebbe certamente potuto essere un presidente più forte ed una più grande armonia tra il mio blocco parlamentare e la presidenza. Questa può ancora realizzarsi, ma dipende oggi da due volontà, non da una sola…„

Q – quali relazioni intrattenete con il presidente Sleimane?

R – “quando si tiene alla repubblica, si tiene anche alla presidenza.

Q – ma, secondo le prime informazioni, il presidente intende costituire un blocco parlamentare in applicazione, peraltro, della vostra teoria. Non ci sarà rivalità tra voi?

R – “Voi fate così un processo alle intenzioni. Sono riuscito a liberare la voce dei cristiani nelle elezioni legislative. Ora, devono prendersi le loro responsabilità e fare la loro scelta. SECONDO ME, devono curarsi di restare uniti per formare un importante blocco parlamentare che ridarà loro un ruolo considerevole nella ricostruzione del potere. Invece, coloro che cercano di dividerli vogliono mantenere la situazione attuale e lasciarli marginali. Se i cristiani non agiscono di conseguenza, lasceranno passare una possibilità storica e mostreranno incapaci di prendersi le loro responsabilità. Lo dico senza il minimo imbarazzo. Ho fatto tutto il possibile per loro. Ora devono agire essi stessi.

Q – ci sono stati accordi riservati su questi argomenti tra voi e il presidente Sleimane?

R – “non ho concluso alcun accordo con nessuno. Ho dato gratuitamente. Non è con transazioni commerciali che si costruiscono le nazioni, ma con il dono di sé ed il rispetto delle responsabilità da parte di quelli che esercitano un potere morale o effettivo.

Q – non è idealista per un uomo che ha una così lunga esperienza nella politica?

R – “sono idealista. Coloro che non lo sono non possono compiere grandi missioni. Ricordate che i messaggi messianici passano per la croce.  

Q – non temete che il presidente riduca la vostra popolarità?

R – “no, per niente. Non ho timore di nulla né per nulla. Resto lo stesso uomo con le stesse convinzioni. L’equazione è semplice: se non mi vogliono, mi scarteranno attraverso le elezioni. Ma il ricatto secondo il quale per restare popolare, dovrei fare questa o quella cosa non funziona con me. È del resto per preservare l’integrità di tutti coloro che mi sostengono che resto ciò che sono.

Q – ci sono comunque rischi che la vostra popolarità nell’ambito dell’esercito si riduca…

R – “il mio successo nella vita è stato spesso determinato dall’analisi falsa sulla mia personalità fatta dai miei avversari e dalla loro cattiva valutazione della situazione reale. L’esercito è l’immagine della società, non l’opposto. Non è una forza speciale. Fa parte del tessuto sociale. Quest’equazione non può essere modificata. Q – a Doha, voi eravate visibilmente il problema?

R – “no, ero alla base della soluzione. Avevo idee ed un progetto chiari, conosciuti da tutto i libanesi. È l’altra parte che modificava i suoi progetti e le sue priorità.

Q – È vero che avete ricevuto ricompense per accettare l’accordo?

R – “in generale, si ricompensa quello che fa concessioni. Non credo che sia il mio caso.

Q – alcuni dicono che fino alla fine, difendevate l’idea del governo di transizione…

R – “per niente. È soltanto quando eravamo vicini al fallimento che l’opposizione ha fatto questa proposta. Ma non era un progetto in sé.

Q – avete, come dicono alcuni, subito pressioni da parte dei vostri alleati e dell’Iran? R – “la sola pressione esercitata su di me è stata con le mie responsabilità nazionali. Ho accettato la soluzione perché è conforme alle mie aspirazioni. Altrimenti, non lo avrei fatto. Nessuno mi ha dunque contattato.

Q – si è detto che i vostri alleati subissero le pressioni iraniane e che vi avrebbero detto: non possiamo più continuare a sostenervi?

R – “non ho avuto quest’impressione. Al contrario, la decisione mi apparteneva e mi sostenevano. Sapevano anche che ciò che chiedevo era ragionevole.

Q – avete comunque preso dai sunniti, non dagli sciiti, per dare ai cristiani?

R – “abbiamo ripreso le ripartizioni che esistevano nel 1960. Come a Beirut, non c’erano divisioni amministrative,  e le abbiamo create. Reclamavamo all’inizio otto seggi per le zone cristiane raccolte in una sola zona e ci siamo urtati all’opposizione delle FL. Siamo finalmente arrivati al compromesso che conoscete.

Q – ma a Baalbeck-Hermel ed a Marjeyoun (regioni a maggioranza sciita), la situazione è restata la stessa?

R – “queste ripartizioni esistevano e le sedi cristiane in queste regioni fanno parte del tessuto sociale, come la sede sciita di Jbeil e quella di Baabda. Mentre non è il caso della sede maronita di Tripoli. Più tardi, occorreranno certamente emendamenti per ridistribuire i seggi parlamentari. Ora, è troppo complicato.

Q – temete che la nuova ripartizione non sia adottata dal Parlamento come previsto?

R – “no. L’intesa di Doha beneficia di un appoggio internazionale. Non può facilmente essere rimessa in discussione.

Q – Sinceramente, pensate un giorno di applicare il “wilayat el-fakih” (supremazia dell’autorità religiosa, ndr)?

R – “considero la questione come un’offesa. Indica di una mancanza incredibile di fiducia e una reale ignoranza della realtà libanese. Non credo che il popolo libanese sia così.

Q – evocando Doha, i mass media occidentali parlano di una vittoria di Hezbollah, che vi concede il ruolo di seguace?

R – “non è la prima volta che i mass media occidentali valutano male la situazione. Del resto, è una delle ragioni del fallimento degli occidentali nella regione. L’opposizione era unita ed aveva le idee chiare. È per ciò che ha ottenuto quello che voleva.

Q – secondo voi, c’è un vincitore ed un vinto?

R – “il Libano ha vinto attraverso quelli che hanno difeso la sua unità nazionale.

Q – pensate che l’accordo di Doha sia fatto per durare?

R – “non ho partecipato all’elaborazione di molti accordi. C’ è stato l’accordo con Hezbollah che durerà a lungo e l’accordo di Doha credo che sarà comunque un successo, perché non lascia molto spazio all’interpretazione. Non voglio collegare il mio nome a un fallimento.

Q – cosa vi ispira la presenza araba ed internazionale alla seduta d’elezione?

R – “è la prova dell’appoggio di cui usufruisce l’accordo. Ma il Libano ha riunito durante questa seduta l’asse del male e quello del bene. Ciò dimostra bene a qual punto le etichette del sig. Bush siano false.  

Q – credete che il governo si formerà rapidamente?

R – “ciò dipenderà dai capricci…„

Q – si dice che c’è già un problema sul ministero della giustizia, che richiedete, mentre lo vuole anche la maggioranza?

R – “sono voci noi non siamo ancora entrati nei dettagli.

Q – avete posto un veto su alcuni nomi di possibili ministri?

R – “no. Ma non accetteremo che il governo sia tagliato su misura di alcune persone.

Q – Vi siete intesi a Doha sulla dichiarazione ministeriale?

R – “no.

Q – come vi sentite oggi?

R – “ho una bile che funziona bene. Sono rilassato. Nel contesto attuale, con il presidente che non ha molte prerogative, è meglio essere altrove. Il finale si giocherà nel 2009.