L’IMMONDA PARABOLA DEI POST-COMUNISTI di A. Berlendis

L’ex segretario del PD Veltroni giustificando nel 1999 la criminale aggressione alla Jugoslavia da parte del governo D’Alema, tuonava : "Dovere della sinistra far la guerra a un dittatore"(1). A distanza di anni notiamo che tra le rimarchevoli iniziative parlamentari di Veltroni ce n’è una di cui è cofirmatario dal significativo titolo: "Istituzione della `Giornata della nonviolenza e del dialogo”. Nelle sue premesse – senza timore del ridicolo – recita : "l’Italia si fa promotrice della nonviolenza, del dialogo tra culture, etnie e religioni diverse, attraverso il dialogo e il negoziato"(2). Della cinica e macabra serie: approvo bombardamenti sulla popolazione civile jugoslava, ma sono anche buono e non violento… (con i forti: gli Usa).

 

L’ex democristiano ritrovatosi segretario di un partito di post-comunisti doveva invece pensare al suo futuro quando è stato cofirmatario dell’encomiabile, ai fini del rilancio del sistema-paese, proposta di legge dall’eloquente titolo: “Disposizioni per favorire la ricerca delle persone scomparse e istituzione del Fondo di solidarietà per i familiari delle persone scomparse"(3)

 

L’astro (e sia detto senza nessuna offesa per le stelle!) nascente,  candidato alla segreteria del morente PD, Bersani, in qualità di ministro dell’economia ombra, si è superato nello sforzo progettuale diventando cofirmatario di un progetto di legge che, se approvato, contribuirà in modo decisivo, ne siamo certi, alla risoluzione, della crisi: "Agevolazioni per l’arredo della prima casa di abitazione e dell’ufficio, al fine di incentivare l’industria del mobile italiano"(4)

 

Alla domanda circa le ragioni strutturali di un tal degrado, lo scrittore Leonardo Sciascia nell’ormai lontano 1979 abbozzava la seguente  risposta: “L’uomo di  sinistra odierno non vive più come l’uomo di sinistra romantico di un tempo, che era talmente diverso dall’uomo di destra, che nessuno avrebbe potuto sbagliarsi. Un  esempio di questo vecchio uomo di sinistra in via di estinzione, Girolamo Li Causi(5), una delle figure storiche del Pci, oltretutto fondatore del partito in Sicilia; Li Causi è stato l’unico parlamentare, credo, che si sia rifiutato di diventare proprietario di una casa. Oggi i nuovi uomini di sinistra conducono la stessa vita degli uomini di centro e di destra: stesse case, stessi svaghi, stessi ambienti. Ha avuto luogo quella che Pier Paolo Pasolini chiamava ‘omologazione’.”(6)

Da questo, acutamente, faceva discendere una caratteristica del Pci, che sarebbe poi diventata predominante nel susseguirsi di (tras)formazioni—Pds-DS-PD…—che sarebbero poi andate a costituire il gioco degli specchi tra centrodestra e centrosinistra dagli anni ’90 in poi. Affermava Sciascia: “mi riesce incomprensibile la tendenza del Partito Comunista Italiano a sbarazzarsi del compito dell’opposizione in nome di non si sa quale unità di tutte le forze costituzionali di fronte ai pericoli che minacciano l’economia e la democrazia”(7)

 

La traiettoria Pci-Pds-Ds-Pd … è seguita dal non casuale parallelo degradare della qualità umana e politica dei suoi gruppi dirigenti: ancora una volta chiedo aiuto alla penna di Sciascia per cogliere la tipologia di queste sinistre figure. Mi riferisco alla celebre classificazione operata dal boss Don Mariano Arena nel momento in cui la illustra al capitano Bellodi:
"Io— proseguì don Mariano—ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, chè mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancora più in giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora di più: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, che la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre."(8)

Ipotizzo che il gruppo dirigente fondatore, quello che lottò sotto il fascismo e quello che fondò il partito di massa, apparteneva alla prima categoria (gli uomini) – questo al di là dei giudizi teorici e politici sulle scelte strategiche compiute; mentre il ceto politico della transizione post-comunista appartiene, a scelta, alle ultime tre categorie della tipologia sciasciana. Ed i risultati, ad ognuno è dato vederli sotto i propri – a volte increduli – occhi …

 

Note:

 

1 Intervista a Walter Veltroni su La Repubblica 1 aprile 1999

2 Progetto  di legge n° 1769 presentato  il 9 ottobre 2008   www.camera.it

3 Progetto  di legge n° 705  presentato il 5 maggio 2008 www.camera.it

4 Progetto  di legge n° 2113 presentato il 27 gennaio 2009    www.camera.it

5 Nato a Termini Imerese (Palermo) nel 1896. Dirigente della corrente massimalista del PSI, aderì al Partito comunista nel 1924. Arrestato nel 1928 per la sua attività antifascista, fu condannato a 21 anni di carcere. Liberato nell’agosto del 1943, passò al Nord quale componente della direzione per l’Alta Italia del PCI. Nel dopoguerra il Pci lo nominò segretario regionale per la Sicilia. Deputato alla Costituente. www.romacivica.net/ANPIROMA

6 Sciascia ‘La Sicilia come metafora.’  1979 Mondadori pag 110

7 idem pag  106-107

8 Sciascia ‘Il giorno della civetta.’ Einaudi pag  100